domenica 8 aprile 2007

Kerygma



Prima di tutto vi ho trasmesso l'insegnamento che anch'io ho ricevuto, Cristo è
morto per i nostri peccati, come è scritto nella Bibbia, ed è stato sepolto. E'
resuscitato il terzo giorno, come è scritto nella Bibbia.
[San Paolo, prima lettera ai Corinzi - 15,3-4]



La prima lettera ai Corinzi è stata scritta tra il 54 ed il 57 d.C., ma i versetti (in tutto il post uso la traduzione interconfessionale, ovvero accolta da tutte le diverse confessioni cristiane, tratta da La Bibbia in lingua corrente) fanno riferimento ad una precedente predicazione di Paolo, probabilmente avvenuta intorno al 51 d.C.

L'estratto riportato è una delle forme di Kerygma, parola con la quale gli studiosi indicano quel messaggio sintetico ed essenziale che i primi apostoli usarono per diffondere la buona notizia che avevano ricevuto da Cristo. Un messaggio semplice, se rapportato al dogma, ma fondamentale per chiarezza e contenuto.

Non sono io la persona più adatta ad approfondire il senso di queste parole: semplicemente io credo in questa testimonianza e voglio qui ricordarla.

Data la mia ignoranza in materia, mi baserò parecchio su alcuni testi.
Tra questi, ovviamente, quelli di Messori (consiglio veramente a tutti, anche ai non credenti, Ipotesi su Gesù, Patì sotto Ponzio Pilato? e Dicono che è risorto), ma anche altri approfondimenti reperibili in rete, tra cui vi segnalo, in particolare, una serie di pdf, che citano estratti di documenti molto interessanti.
Si tratta, in entrambi i casi, di approfondimenti seri e logici, senza prese di posizione enfatiche, retoriche o acritiche come se ne trovano talvolta in altri testi cattolici - pur importanti per chi crede, ingenerano spesso l'impressione di estremismo, ingenuità e forzatura in chi ha dei dubbi o negli scettici.

Un simile annuncio, individuato dagli studiosi perchè lingua e stile utilizzate non corrispondono al contesto, è ripetuto anche in altri punti del nuovo testamento, (es.: prima lettera ai Tessalonicesi, lo scritto più antico del cristianesimo, - non successivo al 52 d.C., che tramanda formule risalenti anche a 5-10 anni dopo la morte di Gesù; discorsi kerigmatici degli Atti degli apostoli: 2,14-36; 3,12-26; 4,8-12; 5,29-32; 10,34-43; 13,16-41; 17,18-31). E' segno di una testimonianza collettiva, con espressioni probabilmente concordate per una azione più corale ed efficace.

E' la testimonianza immediata (le date sopra fornite sono condivise oramai dalla quasi totalità degli studiosi, anche quelli non credenti - anzi, in alcuni casi nascono proprio dai loro studi) della resurrezione di Cristo, è, fin da subito, la base fondante del cristianesimo.

Testimonianza rilasciata all'interno della società ebraica, in una cultura ed un periodo storico che mettono in grossa difficoltà chi ritiene che la figura di Cristo sia stata totalmente inventata (scuola mitica) o, comunque, divinizzata posteriormente, a partire da una vicenda storica (scuola critica).
In breve, la difficoltà nasce dal fatto che non ci sarebbero i tempi minimi perchè si possano, storicamente e logicamente, creare i presupposti previsti dalle due scuole - non per nulla sia la scuola critica che quella mitica cercano di posizionare il più possibile lontano dalla data della crocefissione ogni testo cristiano.

Ribadisco ancora, apposta, - non sto facendo ripetizioni per errore, è voluto - il fatto che di testimonianza si parla.

Su questo, infatti, Paolo di Tarso insiste ancora nei versetti seguenti:

ed è apparso a Pietro. Poi è apparso ai dodici apostoli, quindi a più di cinquecento discepoli riuniti insieme. La maggior parte di essi è ancora in vita, mentre alcuni sono già morti. In seguito è apparso a Giacomo, e poi a tutti gli apostoli. Dopo essere apparso a tutti, alla fine è apparso anche a me
[San Paolo, prima lettera ai Corinzi - 15, 5-8]
Paolo sta cercando di evidenziare questo aspetto di testimonianza, enumerando i possibili testi a favore. Non uno o due, ma centinaia.
La maggior parte di essi vive ancora, potete chiederglielo direttamente.

Cristo (l'unto scelto da Dio per una missione per il popolo, il messia atteso dagli Ebrei) è morto ed è risorto.

Ed è apparso a Kefa, poi ai Dodici, poi ad altri 500, poi a Giacomo, agli altri apostoli (oltre ai dodici, quanti erano?), poi a Paolo (e certamente omette o non conosce altre possibili testimonianze, come, per es., quella di Cleopa e dell'altro discepolo di Emmaus - Luca: 24, 13-35).
Si noti che apparve è usato in senso di comparsa oggettiva, non nel senso di visione, in questo testo.

Noi accettiamo le testimonianze come prove giuridiche.
In questo caso le apparizioni si sarebbero ripetute in tempi diversi, su persone diverse (poi... poi... poi...) e avrebbero interessato lo stesso Paolo, che, pure, prima aveva partecipato alla persecuzione dei cristiani e, in particolare, al martirio di S.Stefano (Atti degli apostoli - 7, 54-60; 8,1-3; 9,1-2), tanto che i cristiani non si fidarono subito di lui (Atti - 9,13-14; 9,21; 9,26-27).
Un testimone scomodo.

Il kerygma è la base della testimonianza della resurrezione (Amore più forte della morte, più forte del male, come ha ricordato il papa nella veglia pasquale) dell'Uomo che aveva il potere di accettare di prendere su di sè i nostri peccati, pagarli per noi con la propria sofferenza e con la propria vita, per poi riprendersela, essendo anche Dio.

Bye
    Depa

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Depa, sono profondamente d'accordo con te, solo vorrei approfondire ciò che affermi alla fine, come contenuto del Kerygma. Nella vecchia terminologia si diceva che Gesù "ha pagato per i nostri peccati" e ancora diciamo "prese su di sè...". Per capire la profondità della Buona Notizia bisogna oggi tradurre in termini più moderni.
Il Maligno mediante la paura della morte spinge ogni uomo a cercare la vita nel potere, nell'avere e nell'autosufficienza (cfr. Ebrei 2,14). Ciò porta al "vita mea mors tua" e , di conseguenza alla profonda solitudine dell'uomo di fronte alla morte. Inoltre ogni cerca di "scaricare" sugli altri i propri "pesi" e "croci". Ma gli amici di Gesù (Giuda per primo) si accorsero che lui sopportava volentieri la passione se ciò poteva mostrare loro che per lui la loro vita e la loro felicità contavano più della sua, che "salvarsi" contava meno che salvarli dalla schiavitù del non sentirsi amati e del non sapere amare. E più amava, più si scatenava in loro la resistenza, perchè un amore così è una ferita mortale all'orgoglio. Tutti i personaggi del Vangelo si sono misurati con questa shoccante esperienza dell'amore gratuito di Gesù che "scambia" con noi il suo dono "incassando" il nostro rifiuto e il nostro bisogno di prendercela con qualcuno. Fino a far breccia nel nostro cuore. Pietro ce l'ha fatta. Giuda (forse) no. Il ladrone crocifisso, il centurione, la peccatrice ... noi stessi (spero) sì.

Depa ha detto...

Anonimo,
ti ringrazio per l'intervento e per la traduzione che, almeno a me, ha provocato un brivido lungo la colonna vertebrale.

In parte questa sensazione è grave, perchè vuol dire che non avevo abbastanza meditato sul significato di quello che stavo scrivendo.

In parte è, penso e spero, normale, per la profondità del significato di Crocifissione e Resurrezione, sempre da scoprire e da capire.

In parte è un bene, ovviamente per quello che mi ha comunicato, ma soprattutto per il modo in cui l'ha fatto.

Perchè io ho bisogno di ragionare sulle cose, mentre, in casi come questi vorrei anche sentirle, come è successo questa volta.

Ho il bisogno, come dici, di essere shoccato anch'io.

Perchè poi, dopo il momento di timore, quello in cui si scappa e ci si chiude in casa, dovrebbe seguire il momento della comprensione e della gioia.

Ecco, io mi trovo ancora prima di tutti e due questi punti, in una sorta di accettazione razionale, in una fede esistente, ma oggettivamente ancora troppo scarna. Che mi porta (ma è cosa recente) a parlare di Cristo e a difendere apertamente il mio credo, ma non ancora abbastanza per farmi rischiare oltre.
Sto studiando e sto cercando, ma ancora tanta (si fa per dire) teoria e poca pratica.

E vivo tra la paura che lo shock arrivi (un po' come il seme caduto su terra buona, ma tra i rovi) e quella di non riuscire ad essere abbastanza colpito.

Ultimamente, se non altro, sto cercando di spostarmi verso la direzione giusta.
Poi spero (so, purtroppo solo per fredda razionalità, che sarà così) che Lui mi venga incontro in qualche modo, perchè da solo mi vien facile tornare indietro.

Intanto, grazie ancora.