sabato 20 ottobre 2007

Oggi scricchiolo



Hanno iniziato le mie scarpe. Apparentemente.
Almeno, mia moglie mi ha fatto notare che le mie scarpe cigolavano, alla frizione con il terreno (non si è espressa così, io sto scrivendo, lei stava parlando). E l'ha sentito nel casino del supermercato.
Da quel momento ho iniziato progressivamente a notare che non era uno stridio o un cigolio (neppure un pigolio), ma, appunto, uno scricchiolio.
E che non erano le scarpe, ma io.
Mi sento come una diga con un inizio di crepa. E l'acqua, dietro, che spinge.
Siccome sono una diga pensante e in fondo ci sono un po' di paesi, cerco di tenere.
Devo trovare un modo di tenere.
Forse somatizzo, ma mi fa pure un po' male la schiena...





Questo post avrebbe dovuto trattare di generazione automatica del codice. Sarà per una delle prossime volte.
Ora ho problemi più seri.

Quindi, per la prima volta dall'inizio di questo blog (non so quante altre volte l'ho scritto in post precedenti, non serve che controlliate) sto usando questo strumento come diario, come sfogo reale.
E scrivo di getto, senza pensare.
(anche questo rischia di non essere del tutto vero: sto scrivendo una bozza, poi la rileggerò, cancellerò qua e là, cercherò di essere più diretto, cancellerò tutto, riscriverò da capo, etc. etc., ma è l'approccio più di getto che possiamo sperare di ottenere da me in questo momento: diciamo che, semplicemente, cercherò di non correggermi troppo)

La speranza è che un giorno rileggerò il tutto e mi farò una grossa e grassa risata. Ovviamente è più probabile che la rilettura porti a trovare tutto molto infantile e banale, come spesso mi capita quando mi azzardo a farlo, ma proviamo a puntare, comunque, sulla grassa risata. (Mi viene da sorridere al solo pensarci, guarda come sono rilassato, lì, nel futuro...)

Ma ora la pressione è forte: lavorativa, informatica (in sè, slegata dal lavoro), nella mia interpretazione del mondo.
Tiene la vita privata. Il che, tutto sommato, comunque, non è male.

Il lavoro pressa, non è inusuale.
Lo ha sempre fatto, è il suo mestiere, in fondo. E' solo che lo fa in modo insolito, curioso e poco elegante. Ulteriori approfondimenti, in questo momento non sono molto affari vostri (o dovrei dire tuoi, caro diario, che sei il solo che non può scappare e sei costretto a sorbirti il tutto, correzioni comprese). Anzi, non avrei neppure dovuto iniziare a parlarne, non insistete. Quasi quasi cancello questo paragrafo. Ma no, vah, leggetevelo lo stesso...

L'informatica mi opprime con il suo immobilismo (curioso, la scienza che non si ferma mai, quella che faccio fatica a starle dietro, che ogni 6 mesi passano 3 anni...).
Oggi mi sembra che non ci siano state novità sensibili da oltre 5-6 anni. Spero di sbagliarmi, spero che voi le vediate, io vedo solo nomi marketing che cercano di vendere vecchie tecnologie ed approcci - in particolare, non mi parlate di SOA, AJAX, Flex e varianti varie, per favore, non c'è nulla che non ci fosse già nel 2000 e forse prima! - e soffro per non essere io stesso a riuscire a trovare qualche punto di appoggio per la leva che crei il movimento. Mi hanno chiesto, recentemente, se non vado allo SMAU. E che ci vado a fare?
Sto aspettando un computer da indossare e sempre connesso di cui ho già parlato, o anche solo un programma che capisca cosa gli dico, che traduca correttamente, faccia per me ricerche su internet e scriva almeno parte dei miei allegati tecnici: se non c'è nulla di ciò, per favore, non svegliatemi. Va anche bene un robot che sappia stirare (seriamente, intendo!), se non avete altro da propormi e proprio non sopportate che resti apatico in questo angolo.

La mia interpretazione del mondo sta cambiando.
Non in meglio o in peggio, semplicemente sta cambiando: apparentemente tutto è più chiaro e completo, ma è sempre così, arriva un momento in cui, per folgorazione o erosione lenta, arrivi a percepire i dintorni in modo differente e ti sembra pure di cogliere i contorni e i dettagli e non solo delle macchie in movimento. L'esperienza insegna che dura un momento, ma pazienza. Per ora va bene così, non possiamo escludere a priori che questa volta possa essere effettivamente quella buona, manca solo il coraggio di cambiare per adeguarsi a queste nuove lenti.
Perchè, non so se è evidente anche per voi o è solo una questione di punti di osservazione differenti, ma se non mi sposto da qui, difficilmente riuscirò a raggiungere la mia meta.

Ed è con questo bagaglio di nuove certezze granitiche che nutro i miei dubbi, ancora una volta.
Depa a due velocità: quella mentale, a km da qui e quella di azione, anche lei a km da qui, ma alle spalle.
In mezzo la diga.
Lo scricchiolio.

Un rapido checksum, se non altro, sembra permettere di escludere azioni da un giorno di ordinaria follia: hardware e firmware sembrano al loro posto.
Troppi, come sempre, invece, i dati e come sempre in ordine e da organizzare. Mancano dei link, è ovvio.
Altri sono broken.

Scricchiolio.

Puntatori aperti, nella mia testa.
Alcuni sono cose da fare, quasi dimenticate, ma con un segnale luminoso che lampeggia.
Altri sono cose dimenticate del tutto. Forse importanti.

Cigolio. Questa volta erano le scarpe, però.
Mi metto in ascolto, per uno scricchiolio.
Niente.
Basta che non sia come il singhiozzo, quando sembra che stia per passare, ma forse è ancora lì.

Mi spiacerebbe scoprire che i link e i puntatori appesi riguardassero aspetti importanti della vita, diventati momentaneamente meno importanti e ora tornati come dovevano essere.
Già mi è capitato una volta. Mi ero quasi completamente perso, vagavo per zone deserte, ma mi rallegravo per la spiaggia ed il sole.
Per fortuna è arrivato un apparente momento difficile, seguito poi dai figli, che un po' prendendomi in braccio e un po' con la manina mi hanno riportato a casa. Priorità dei valori rovesciata, tornata a posto.
Ma ti spiace per il tempo perduto, resti deluso perchè ti ricordi cosa pensavi di te quando eri tu il bambino, per esserti accorto che la lista dei valori la dichiaravi in un modo e la vivevi nell'altro.

Scricchiolio. Visto? Che vi avevo detto?

Perchè i bambini la vedono molto più chiara? Perchè fanno domande, se sanno già le risposte? Maieutica?
Perchè dobbiamo rassegnarci a scambiare il nostro destino da imperatori del mondo conosciuto con quello da impiegatino asburgico?

Non vi viene da pensare, a volte, che quello scricchiolio, a pensarci bene, è un po' che si sente, ma guarda che l'acqua non c'entra nulla, deve essere il vento tra i rami degli alberi?

E questo pensiero vi rassicura davvero o vi preoccupa di più?

Bye
    Depa


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