martedì 1 gennaio 2008

A Betlemme di Giudea


Natale è appena passato, tra alberi, presepi, doni e pranzi.

Credo non sia necessario essere cristiani per sentire la nausea dovuta all'eccessiva commercializzazione di questa festività, ma certo, per chi ha fede, è ancora più triste pensare che, parallelamente, tendiamo a dimenticarci perchè e cosa festeggiamo.

Cosa ci ricordiamo di ciò che proviene dai Vangeli canonici? Dei quattro, quanti ne parlano?. Quanto di ciò che attribuiamo al Natale deriva dalla tradizione o da altre fonti?

Qualche dubbio ci ha vagamente sfiorati mentre stavamo facendo il presepe?

E' possibile una ricostruzione storica? A che profondità?
Era il 25 dicembre? L'anno zero è calcolato correttamente? (domanda leziosa: tanto non si andrà certo a risincronizzare gli orologi...)

La Natività è avvenuta in una grotta o in una stalla?
C'erano il bue e l'asinello che riscaldavano, ovviamente, anche perchè il Bimbo era in fasce nella mangiatoia, con di fianco Giuseppe e Maria, no?

E pastori e gregge compaiono, nei testi?

Quanti angeli avete messo, nel presepe?
Tra qualche giorno, a seguito della stella dovrebbero arrivare i Magi (portavano davvero oro, incenso e mirra?).

Non è in questi dettagli, ovviamente, il senso proprio del Natale.
Rispetto a quanto sto per dire ci si avvicina di più Dickens con la storia di Scrooge, intendo.

Ci sono persone che sentono e capiscono chiaramente il senso profondo delle parole "Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi", pur senza capire nulla di filosofia e questo gli è sufficiente.

A me, invece, (farei volentieri a cambio) serve ripercorrere ragionamenti freddi e spiegazioni logiche già fornite mille volte nei secoli (ma molto raramente ripetute ai più, quando talvolta servirebbe), per un bisogno di razionalità, derivato dalla società attuale e dalla mia preparazione ed inclinazione personale.
O, peggio, per mia poca fede, rispetto ad una più grande fede di altri (e non è una questione di essere semplici o meno, colti ed intelligenti o meno, perchè nella storia si sono presentate tutte le combinazioni).

Da cui: ricerchina sul Web (e non solo!), per ottenere, tramite copia e incolla, un approfondimento sufficiente, non dico ad avvicinarmi ai livelli di divulgazione di Superquark, ma, almeno, a soddisfarmi come quadro riassuntivo d'insieme.



La santa madre Chiesa ha ritenuto e ritiene con fermezza e con la più grande costanza che i quattro suindicati Vangeli, di cui afferma senza esitazione la storicità, trasmettono fedelmente quanto Gesù Figlio di Dio, durante la sua vita tra gli uomini, effettivamente operò e insegnò per la loro eterna salvezza, fino al giorno in cui fu assunto in cielo [...] E gli autori sacri scrissero i quattro Vangeli, scegliendo alcune cose tra le molte che erano tramandate a voce o già per iscritto, redigendo un riassunto di altre, o spiegandole con riguardo alla situazione delle Chiese, conservando infine il carattere di predicazione, sempre però in modo tale da riferire su Gesù cose vere e sincere.
[Dei Verbum - Costituzione Dogmatica sulla Divina Rivelazione, Capitolo V, par. 19 - l'enfasi è mia]


Vi tolgo subito la suspence con uno schemino iniziale:

  • dei 4 canonici, solo 2 parlano della Natività, Matteo e Luca
  • 25 dicembre e posizionamento dell'anno zero sono in dubbio, (ovviamente senza alcun problema di fede, che non è basata su questi dati), da
    secoli. Esistono, però, alcuni indizi, nel Vangelo di Luca, che permetterebbero, con l'aiuto di recenti scoperte archeologiche, una definizione più accurata.
  • la grotta deriva dalla tradizione cristiana, non dai Vangeli, ma quella identificata come tale ha una mangiatoia, come dice Luca, scavata nella roccia.
  • bue ed asino compaiono per la prima volta in un apocrifo dell'VIII-IX sec. (pseudo-Matteo), ma erano già da prima nella tradizione popolare, per il loro significato simbolico e S.Francesco, nel primo presepe, li volle inserire. Quindi non fa male lasciarli, nel presepe, nonostante non ci siano prove della loro presenza.
  • Luca è il solo a parlare di bimbo in fasce nella mangiatoia, ma nulla in Matteo la esclude. Entrambi parlano sia di Giuseppe che di Maria.
  • Luca è il solo a parlare di pastori e gregge, così come di angeli
  • Matteo recupera, parlando, solo lui, di stella e Magi (sì, parla proprio di quei doni...)
E' bene notare fin da subito che non esistono discordanze significative tra i due racconti: semplicemente raccontano aspetti diversi dello stesso evento, in modo più o meno approfondito, senza contraddizioni.

Una nota importante: io NON sono uno studioso biblico, NON sono un esperto di scritture, sono, certamente, un cattolico credente (e questo rende quanto scrivo certamente di parte), ma sono un cattolico pensante, cui piace approfondire i motivi della propria fede e mi piace giocare pulito (se vogliamo, prima di tutto con me stesso).
Quanto ho raccolto e riportato in questo scritto non è farina del mio sacco, ma è una rielaborazione, un approfondimento basato su fonti che ritengo valide (dopo averne lette decine, anche riportanti ipotesi opposte o molto fantasiose), che vi ripropongo e che, quindi, potrete verificare direttamente.

Partiamo dai Vangeli.

Matteo:

Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode
Betlemme e tempo di re Erode. L'indicazione, fin qui, è un po' scarna: vedremo poi che dal testo di Matteo potrebbero sorgere altri vincoli temporali, legati alle tipologie di fenomeni celesti che, secondo quanto oggi noto, si sarebbero potuti verificare in quel tempo e che potrebbero spiegare la menzione alla stella.
Sul periodo di massima ("al tempo del re Erode") i due Vangeli sono concordi, ma è da Luca possiamo estrarre indizi per provare a definire possibili date. E' importante notare che i Vangeli non ne indicano esplicitamente nessuna, quella solitamente considerata come riferimento è stata scelta a posteriori da Dionigi il Piccolo, intorno al 525 d.C., sulla base di calcoli da lui sviluppati e messi in dubbio parecchi secoli fa. La scelta della data, è bene ricordarlo, pur essendo elemento di interesse, non è un elemento di fede.

Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano:

Nota: non sappiamo quanti, non sappiamo i loro nomi, sono 'alcuni', non si parla di re. Si dice solo che provengono da Oriente (genericamente la Transgiordania, per i Palestinesi). L'etimologia riporta a sacerdote oppure grande (e, quindi, poco ci aiuta). Senofonte ed Erodoto li descrivono come casta sacerdotale presso i Medi ed i Persiani, che si occupava di divinazione, astronomia e medicina. Non è comunque necessario immaginare che dovessero arrivare da così lontano, potrebbe bastare fermarsi all'Arabia (anche per il tipo di doni).

Qui si inserisce la tradizione popolare, derivata da diversi apocrifi, in cui i Magi si ritrovano a manciate:

  • nel Protovangelo di Giacomo, l'apocrifo più antico citato da Origene (+ 254) si parla di Magi senza specificarne il numero.
  • nel "Vangelo dell'infanzia armeno" (datato tra il 428 e il 431 d.C. ed cui si indica pure una data e ora dell'annunciazione - 4 aprile, mercoledì, alla terza ora e data di arrivo dei Magi - 6 gennaio - fatta coincidere, in questo vangelo, con la nascita di Gesù "giunsero a destinazione nel momento in cui la vergine diveniva madre"), compaiono per la prima volta i titoli regali, il numero ed i nomi dei 3 magi ("erano tre fratelli; il primo, Melkon, regnava sui Persiani, il secondo, Balthasar, regnava sugli Indiani, e il terzo, Gaspar, possedeva il paese degli Arabi"). Essendo descritti come re, vengono seguiti da 12 comandanti e 12.000 cavalieri. Anche riguardo ai doni si esagera a piacere: oltre ad oro incenso e mirra vengono portati aloè, mussolina, porpora, pezze di lino, e i libri scritti e sigillati dalle mani di Dio, nardo prezioso, cannella, cinnamomo, altri profumi,oro, argento, pietre preziose, zaffiri di gran valore e perle fini. Quando la stella che li precede si spegne, loro si accampano e vanno direttamente alla ricerca del bambino. Se dovessimo fare un presepe basato su queste descrizioni, sarebbe il caso di iniziare a lavorare intorno a marzo, facendosi aiutare da esperti modellisti di Warhammer...
  • nel Vangelo dell'infanzia arabo-siriaco, segnalato da H. Sike nel 1697, che viene fatto risalire almeno al VI secolo : il racconto è più lungo, ma ancora non si parla di numero, nomi e regalità. Si parla, invece, di riti basati sul fuoco (assolutamente inutili per gli scopi di questo post, ma molto folkloristici)
Esistono ulteriori scoperte archeologiche che mostrano che già nel IV secolo la tradizione popolare prevedeva la presenza di un numero di 3 Magi. Come vedremo, il numero - assolutamente non certificabile - viene probabilmente derivato dai doni.

Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo
NOTA: il riferimento alla stella è molto vago. La stella è stata vista sorgere, ma non è descritta. Più avanti, però:

Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché
giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.
Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia.
Matteo usa una descrizione popolare, secondo la quale la stella sembra muoversi (li precedeva, giunse, si fermò), ma non ne parla come di una cometa. Questa tradizione, infatti, inizia ai tempi di Giotto, che, dopo aver visto direttamente, nel 1301 la cometa di Halley, la utilizzo, fra 1305 e 1310, nell’affrescò nella Cappella degli Scrovegni a Padova. Ma la Halley sarebbe arrivata troppo presto (12 a.C.).

Esistono altri possibili fenomeni storicamente accertati che potrebbero spiegare la descrizione della cometa? A quanto pare (stesso articolo di Cardini sopra citato, ma anche la Wikipedia) parecchi (attenzione alle date, ci torniamo dopo):
  • Keplero segnalò che nel 7 a. C. i due pianeti Giove e Saturno si congiunsero per ben tre volte, con effetto ottico di straordinaria brillantezza
  • nel febbraio del 6 a.C. si registrano le congiunzioni di Giove con la Luna e di Marte con Saturno nella costellazione dei Pesci
  • gli astronomi cinesi segnalarono nel 4-5 a.C. un fenomeno astrale, probabilmente una nova (purtroppo le annotazioni non sono così precise da poterlo stabilire con esattezza), che fu visibile anche in presenza del sole per circa 70 giorni, nelle costellazioni dell’Aquila e del Capricorno. Alcune descrizioni riportate da apocrifi sembrano aderenti a questa ipotesi che, come quella degli eventi del 7 a.C. fu proposta come possibile spiegazione già da Keplero
Le diverse ipotesi (nova, cometa, congiunzione planetaria) sono riprese più approfonditamente in questo testo di Giovanni Pellegri.

Trovo interessante, in questo articolo, la nota finale relativa all'ipotesi della congiunzione astrale di Giove e Saturno:

Se forziamo questa ipotesi fino in fondo si può immaginare che i Magi prepararono la partenza alla data della prima congiunzione (29 maggio del 7 a.C.), giunsero a Gerusalemme dopo un viaggio di circa 900 km durante la seconda congiunzione (29 settembre), e adorarono Gesù appena nato a Betlemme nell'autunno dell'anno 7 a.C. Si può escludere che la nascita di Cristo sia avvenuta in dicembre (data della terza
congiunzione) visto la presenza di pastori e greggi all'aperto.


Sull'ultima frase ritorneremo a breve.

Questa ipotesi, infatti, spiegherebbe la frase "al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia", che, almeno a me, fa pensare che la stella sparisse e ricomparisse (altrimenti perchè avrebbero dovuto provare gioia, se la stavano vedendo e "seguendo" da tempo?). La data del 7 a.c., ed i periodi dell'anno in cui sarebbe stata visibile, poi, ben si sposano con le altre ipotesi di date che vedremo nel seguito.

[i sommi sacerdoti e gli scribi] gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché
così è scritto per mezzo del profeta: ..."
Betlemme, potrebbe sembrare un punto assodato, ma ci torniamo.

Entrati nella casa,
Nota: casa, non stalla, non grotta. Teniamolo presente, anche di questo parleremo dopo.

videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono
i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
Quindi: oro, incenso e mirra (che è una resina odorifera) derivano direttamente dal Vangelo.
Si tratta di doni ricchi, se è vero che Plutarco narra, nella Vita di Alessandro che Alessandro Magno, dopo la conquista di Gaza, prelevò dal bottino di guerra 500 talenti di incenso e 11 di mirra come dono per il suo precettore Leonida.
Come già accennato, probabilmente la tradizione dei 3 Magi nasce dal fatto che i doni erano 3, ma sarebbe un po' ingenuo considerare valido questo numero, sulla base di queste sole considerazioni.

Per finire, notiamo che Giuseppe (il Giusto, per Matteo) non compare esplicitamente in questo punto (ma non è significativo per poter dire che ci fosse o meno), nonostante sia parte dell'intero racconto della Natività, uno dei destinatari della rivelazione che gli perviene attraverso un angelo, in sogno. Luca e Matteo, (ma questa ce la risparmiamo, in questa sede, perchè è molto lunga e complessa, oltrechè fuori tema), secondo l'interpretazione cattolica, sono concordi nei due testi nell'identificare la verginità di Maria.

Passiamo a Luca che, decisamente più ricco di particolari, ci permetterà di portare avanti i discorsi rimasti in sospeso:

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il
censimento di tutta la terra
. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio.
Con queste frasi di Luca, introduciamo il problema della possibile identificazione temporale, non solo relativa all'anno, ma, già che ci siamo, anche al periodo dell'anno.

Partiamo proprio da quest'ultimo, premettendo che dovrebbe essere ben chiaro a tutti (lo è, certamente, agli esperti) che, ad oggi, non esiste alcun documento che ci permetta di conoscere con esattezza la data di nascita di Cristo e, di conseguenza, il 25 dicembre deve essere considerato solamente una convenzione.

E' però curioso notare che studi recenti (citati, per es., dal professor Tommaso Federici nel 2000), renderebbero plausibile la data del 25 dicembre come storica e tramandata e non, quindi, come sostituzione (decisa nel IV secolo) della festa pagana del Sol Invictus, come ancora attualmente ritenuto valido dalla grande maggioranza degli esperti. Se volete i dettagli seguite il link, ma giusto per fare un riassuntino:
  • il Vangelo di Luca dice che Zaccaria, della classe di Abia, il futuro padre di Giovanni Battista, era di turno al tempio quando l'angelo Gabriele gli comunica la nascita del figlio 9 mesi dopo.
  • uno studioso ebreo (non un cristiano, quindi esente da sospetti), Shemarjahu Talmon, ha ricalcolato, partendo dai rotoli del Mar Morto (notiamo che la scoperta archeologica è degli anni 1947-1956, cosa che spiega come mai questi studi siano così recenti), le tabelle di avvicendamento al tempio delle diverse classi sacerdotali, indicando che una delle due date possibili del turno di interesse poteva essere tra il 24 ed il 30 di settembre (interessante notare che gli ortodossi festeggiano l'annuncio a Zaccaria il 23 settembre, ovvero proprio in corrispondenza del periodo indicato) era una delle due date possibili per il turno di Zaccaria
  • sempre Luca ci comunica che la differenza d'età tra il Battista e Gesù era di 6 mesi
  • 9 mesi per la nascita del Battista + 6 ancora per la nascita di Gesù: se è buona la data del 23-25 di settembre diventa plausibilissima la data del 25 dicembre.
Attenzione: si parla di plausibilità, che viene un po' meno se si considera che c'erano i pastori con il gregge: con il freddo dei luoghi intorno a dicembre, poteva essere difficile che fossero da quelle parti e pare che anche il Talmud riporti tradizioni di transumanza dalle zone della nascita di Cristo verso aree più elevate, dai primi di novembre fino a fine marzo.

Peraltro, tutte le date fornite sono relative a partire dal turno di Abia, ma ci sono due turni per ogni classe sacerdotale: l'altro turno per Abia era dal giorno 8 al giorno 14 di 5 mesi prima.

Ora, io non conosco i calendari del tempo, quindi non sono in grado di dire se 5 mesi prima corrispondano agli attuali 5 mesi prima (ovvero, non fine dicembre, ma, presumibilmente, fine agosto decisamente più plausibile per le pecore), ma è importante notare che esiste questa alternativa.

Il difetto di questa alternativa è che non coincide con nessuna tradizione storica, mentre la data del 25 dicembre fa filotto con una serie di date utilizzate dalle varie chiese cristiane fin dai primi secoli e, tutto sommato, il solo freddo del gregge è un elemento di dubbio non così logicamente stringente: avrebbero potuto esserci greggi e pastori, eventualmente al coperto: non è in contraddizione con altre esperienze di allevamenti in altre zone del globo.

Veniamo alla questione dell'anno.
Partiamo col ricordare che il calcolo su cui si basa il nostro conteggio delle date, dovuto al monaco Dionigi il Piccolo, risale al 525 d.C., ma solo dal VIII secolo è stata adottata in Europa. Per curiosità, già che siamo qui, ricordiamo che l'anno zero non esiste, ma si parte da 1, per il semplice motivo che... il numero zero viene introdotto nel XIII secolo, prima non era noto!!!

Questo calcolo di Dionigi è stato ritenuto errato fin dal 1500.

Anche riguardo alle frasi di Luca, esistono dei problemi. Infatti, sia Matteo che Luca sono d'accordo nel dire che Gesù è nato sotto Erode il Grande, ma:
  • dalle Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio e da altre fonti si sa che Erode sarebbe morto nel 4 a.C., mentre lo stesso Giuseppe Flavio cita solo un censimento, nel 6-7 d.C. (11 anni di differenza)
  • Quirino non era governatore della Siria nell'anno 1 d.C. (ma lo è stato, molto probabilmente, tra il 4 e l'1 a.C. e certamente una seconda volta nel 6-7 d.C.).
Le presunte inconsistenze si spiegherebbero con le seguenti considerazioni:
  • il calcolo di Dionigi dell'anno 1 è errato
  • essendo l'anno di morte di Erode il 4 a.C., considerando la sua richiesta (riportata, peraltro, solo dal Vangelo di Matteo, 2,16, ma assolutamente coerente con il personaggio storico di Erode il Grande e plausibilmente non riportata in altre cronache dell'epoca, in quanto evento secondario, per dimensioni - 20/30 bambini -, rispetto ad altri eccidi dello stesso periodo, anche dovuti allo stesso Erode), alla base della Strage degli Innocenti, di uccidere i bambini sotto i due anni, la data di nascita di Gesù potrebbe essere spostata a prima del 6 a.C.
  • i tipi di censimento all'interno dell'impero romano erano diversi, quello citato da Giuseppe Flavio veniva effettuato ogni 14 anni (i censimenti, ai tempi, venivano effettuati non solo per conteggiare la popolazione, ma anche per determinare le tasse).
  • quindi, oltre a quello citato nel 6 d.C., ce ne doveva essere stato un altro, non riportato esplicitamente da Giuseppe Flavio, tra il 7-8 a.C., che potrebbe ben essere quello registrato da Cesare Augusto in Res Gestae 8:

    Poi feci un secondo censimento con potere consolare, senza collega, sotto il consolato di Gaio Censorio e Gaio Asinio, e in questo censimento furono registrati quattromilioni e duecentotrentamila cittadini romani.
  • Nel 9-8 a.C.,nella zona erano governatori Saturnino e Volumnio. A Volumnio successe Varo. In questo periodo Quirino era legato in Galazia. Ai tempi di Augusto, al legato di Siria si doveva rivolgere il procuratore della Giudea. Quirino era anche nella posizione di ricoprire, temporaneamente, la carica di Governatore, durante la successione da Volumnio a Varo, nel caso, per esempio, in cui Saturnino fosse in spedizione bellica.
  • Ai tempi i censimenti duravano fino a 2 anni, per le difficoltà di spostamento. Quindi una data plausibile, che rispetti tutti i vincoli, è tra l'8 ed il 6 a.C.
Notiamo che l'anno 7 a.C., quello in cui sarebbero avvenute le congiunzioni planetarie secondo Keplero, sarebbe assolutamente compatibile con quanto appena individuato.

Secondo la Scuola esegetica di Madrid, peraltro, non ci sarebbe neppure bisogno di ipotizzare una sostituzione temporanea di Saturnino da parte di Quirino (punto debole della precedente serie di considerazioni, in quanto, pur possibile, non sarebbe sostenibile con effettiva documentazione storica - mancante, non discorde) consisterebbe in una errata traduzione al greco dalle fonti originali in aramaico e la frase di Luca andrebbe riletta come:
Questo censimento fu antecedente rispetto a quello tenutosi quando Quirino era governatore di Siria.

Non possiamo, infine, ovviamente, scartare l'ipotesi di un errore di Luca: 'governatore' al posto che 'legato' o 'Quirino' al posto di 'Saturnino' o simili. Non sarebbe impossibile (e non sarebbe contrario a quanto espresso nella Dei Verbum, per la cui interpretazione vi rimando, per esempio, a questo testo rivolto alla formazione dei catechisti).

Semplicemente, prima di accettare l'ipotesi dell'errore conviene prima verificare se non possa essere corretto quanto scrive (cosa possibile, per quanto sopra riportato, quindi non ci sarebbe bisogno di ipotizzare errori).

Ricapitolando: porre la data di nascita di Cristo tra l'8 ed il 6 a.C., (con il 7 a.C. più probabile per diversi motivi), non lascerebbe incongruenze storiche; il periodo dell'anno si gioca tra agosto-settembre o, sorprendentemente e secondo ricerche molto recenti, intorno al 25 dicembre.

Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide,
Notiamo che Giuseppe viene indicato citando Davide, per evidenziare la discendenza regale di Cristo, motivo per cui compare nelle genealogie di Luca e Matteo.

dalla città di Nàzaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide,
chiamata Betlemme,
Quindi, Giuseppe vive a Nazaret (Galilea), ma si deve spostare a Betlemme (Giudea). Dal Vangelo di Matteo si legge anche che, dopo la fuga in Egitto, Giuseppe decide di fermarsi a Nazaret. Quindi, da Nazaret parte, va a Betlemme, fugge in Egitto, a Nazaret ritorna.
Ci soffermiamo su questo punto solo per far notare come la spiegazione del come Cristo sia nato a Betlemme (rispettando le scritture) e poi sia stato chiamato Galileo e Nazareno (a parte ulteriori significati possibili di Nazareno, che non staremo qui ad approfondire), siano chiaramente spiegati nei Vangeli: di fronte a questa chiarezza ed evidenza si resta sempre stupiti quando taluni presunti "esperti" avanzano dubbi interpretativi a questo proposito, dicendo che esistono incongruenze.
Il tutto, a volte, pure partendo dal Vangelo di Giovanni (7,41-42), nel quale vengono riportati i dubbi della folla sull'origine di Gesù:

Altri invece dicevano: "Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice forse la
Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio
di Davide?". E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui.
Ma Giovanni non si esprime in modo contrario (sarebbe stato perlomeno strano, dal momento che credeva fortemente che Cristo fosse Dio - non avrebbe messo in dubbio nè la sua origine, nè le scritture) e parla chiaramente della "gente", non esprime (non qui, almeno: altrove - che so, nel prologo - è molto esplicito) ciò in cui lui crede.

Torniamo a Luca:

per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre
si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla
luce il suo figlio primogenito,
Qui è necessaria una piccolissima divagazione, perchè questa parola "primogenito" è continuo oggetto di fraintendimenti (un po' come quando si discute dei fratelli di Gesù): "primogenito" è un termine legale (al primo nato spettavano particolari diritti [Dt 21,15-17] e i genitori dovevano presentarlo al tempio e pagare un "riscatto", secondo [Num. 18,15] come spiegato approfonditamente da questa fonte ebraica), non indica il primo di n figli. Ci sono moltissimi esempi nella Bibbia, ma mi sembra significativo un esempio extra-Bibbia: nel 1922 è stata scoperata una iscrizione greca in un cimitero giudaico in Egitto, del V sec. a.C. che dice:

"La sorte mi condusse al termine della vita nel dolore del parto del mio primogenito figlio".

Per semplice logica questo "primogenito" era senza dubbio anche "unigenito" e, quindi, questa frase mostra una volta per tutte come tale termine venisse utilizzato anche nel caso di figli unici.

lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per
loro nell'albergo.
Gesù viene quindi deposto in una mangiatoia, di cui non vengono forniti particolari descrittivi, avvolto in fasce. Non c'era posto nell'albergo, non è che non potessero permetterselo.
Giuseppe, anzi, era un carpentiere e poteva essere anche benestante, secondo alcuni.

Non si parla, almeno non esplicitamente, nè di grotta, nè di stalla, anche se la stalla potrebbe essere indotta dalla presenza di una mangiatoia.

Le prime indicazioni della grotta si hanno in da Giustino (155-160 d.C.) in uno scritto indirizzato all'ebreo Trifone, accompagnate da dettagli che indicavano la grotta del parto.
La tradizione cristiana riprende da Origene (Contra Celsum - 248 d.C.) il fatto che si tratti di una grotta:

A proposito della nascita di Gesù... se qualcuno dopo il vaticinio di Michea, e la storia scritta nel Vangelo dai discepoli di Gesù, desidera altre prove sappia che si mostra a Betlemme la caverna nella quale è nato, e nella caverna la mangiatoia dove fu avvolto in fasce. E quello che si mostra è così conosciuto in questi luoghi, che anche gli estranei sanno come Gesù è nato in una grotta.

La stessa grotta è stata descritta da San Girolamo intorno al 400 d.C.

Quella grotta esiste ancora e la si può visitare. Era vicina al caravanserraglio (con il quale molti identificano l'albergo di Luca) e presenta pure una mangiatoia nel muro. Purtroppo, probabilmente non è la mangiatoia originale, pur essendo nello stesso punto di quella originale.
Grotte simili erano, quindi, usate anche come stalle, oltre che come ricovero per i viandanti.

Alcuni evidenziano una presunta contraddizione tra la casa citata in Matteo e questa tradizione della grotta.
La contraddizione viene aumentata aggiungendo, arbitrariamente (nella mia piccolissima esperienza, dentro e fuori dal Web, di argomenti legati all'interpretazione del Vangelo, non ho mai visto citare altre fonti oltre al Vangelo di Matteo, che, però, non ne parla) che la casa era di proprietà di Giuseppe.
Personalmente fatico a vedere una contraddizione seria tra 'casa' e 'ricovero momentaneo' (sarà che, con 15 traslochi nei primi 30 anni di vita, chiamare 'casa' una foresteria non mi è mai sembrato strano), soprattutto nel contesto considerato e dopo che si elimina l'invenzione della proprietà della casa di Giuseppe. Strano, inoltre, che abbia visto questa obiezione citata solo da commentatori minori (anche autodidatti...) e mai in esegeti, pur protestanti o non credenti, di un certo livello...

Di grotta e stalla, entrambe e distinte, per non farsi mancare nulla, nel solito tentativo di superare le difficoltà dei testi canonici, parla, invece, l'apocrifo di pseudo-Matteo:

l'angelo ordinò di fermare il giumento, [...] e di entrare in una grotta sotto una caverna. Qui generò un maschio, circondata dagli angeli mentre nasceva [...] Tre giorni dopo la nascita del Signore nostro Gesù Cristo, la beatissima Maria uscì dalla grotta ed entrò in una stalla, depose il bambino in una mangiatoia, ove il bue e l'asino l'adorarono.

Come ha fatto notare monsignor Ravasi su Avvenire, pochi giorni fa, è con lo pseudo-Matteo sopra citato che vengono introdotti bue ed asino, ma già nel IV secolo l’arte li aveva presentati nel sarcofago romano del "Museo Pio" e in quello di "Stilicone" della Basilica di Sant’Ambrogio a Milano e già Origene nel III secolo rimandava al passo di Isaia 1,3 (Il bue conosce il proprietario e l'asino la greppia del padrone, ma Israele non conosce e il mio popolo non comprende) con lo scopo, evidenziato anche dalla Wikipedia, di ricordare"il popolo ebreo e chi non ha riconosciuto la venuta del Messia, a differenza dei pastori e dei Magi."

C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la
guardia al loro gregge.
Ok anche per i pastori ed il gregge, ne abbiamo parlato prima. Restano aperte le possibilità che si fosse in agosto-settembre (più probabile) o che si fosse in dicembre e ci fossero comunque le pecore (difficile, ma non impossibile).

Resta la questione degli angeli. Non pretendo di verificarne storicamente la presenza, la cito solo per completare il ricordo, con scopo più di supporto alla costruzione di un presepe che altro.

Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: "Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia. [...] E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste [...] Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, [...]

Quindi, si tratta di più angeli, anzi, di un esercito.

Se volete fare un presepe bello completo, per l'anno prossimo, vi conviene iniziare a pensarlo oggi: tra l'esercito di angeli ed il seguito dei Magi, rischiate di impiegarci un po' di tempo...

Bye

    Depa

2 commenti:

Unknown ha detto...

interessante la posizione di saturno; che ne dici del solstizio di inverno a questo proposito ;-)

http://wondermark.blogspot.com/2007/12/365-true-meaning-of-christmas.html

Depa ha detto...

Dico che è all'incirca la stessa data (21-22 dicembre) e corrisponde anche alla festa del Sol Invictus (aka Mithra) di cui parlavo nel post.
Già considerato ;)