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mercoledì 30 aprile 2008

Come Leonardo


La nostra cultura si va pian piano specializzando e, parallelamente, inizo un po' un po' a rompermi di dover sapere solo una cosa.

Sono d'accordo con voi: sempre una in più di Socrate. Certo, ma non mi basta più, mi annoio, ecco.

Possiamo puntare a tornare (beh, in senso lato...) ad essere come Leonardo?

Da Vinci, intendo, non la targaruga ninja. No, non con la barba lunga e problemi nell'individuare la corretta direzione di scrittura. Con una cultura non più settoriale, ma globale, interdisciplinare, intendo.

Genii e sognatori che spaziano in ogni campo dello scibile umano (giusto per sentirci appena appena meno inferiori: qualcuno ha notizie riguardo a come se la cavasse con la musica? era da hit parade anche lì o non era neppure in grado di strimpellare neppure una canzone del Festival di Sanremo? un motivetto con l'armonica a bocca?).
Sono impazzito?

Me lo stavo giusto chiedendo l'altro giorno. Ad alta voce, in autobus.

Con tutti che mi guardavano in modo strano. Molto gentili, peraltro: quando siamo arrivati alla fermata si sono fatti da parte con sollecitudine e mi hanno fatto passare molto più in fretta del solito.

Giusto per non farmi alterare, potreste cercare di essere gentili anche voi e di continuare a leggere...



Ok. Stiamo per essere sommersi.

Da una parte dalla spazzatura reale, dall'altra da quella virtuale (per tacer del periodico circo politico appena concluso; se non fosse fuori tema, sarebbe pure da ricordare che qualcuno rischia pure di essere sommerso dall'acqua, causa scioglimento dei ghiacci - oppure da mio figlio, che proprio l'altro giorno si è svegliato, ha aperto l'acqua del bidè, non tralasciando di chiudere accuratamente il tappo, per poi, senza alcuna menzione all'esperimento in atto, venire a farci sapere che si era svegliato, che voleva far merenda e giocare per una mezz'oretta buona; e non c'è nulla da ridere; per tutti i casi citati).

Ogni giorno centinaia di milioni (in rapido aumento) di persone con dei problemi simili ai miei si mettono a scrivere di fatti loro o degli altri o di amenità del tipo più banale o curioso, riempiendo Internet di informazioni, talvolta pure utili.

I social network ci stanno spingendo a dialogare, a raccontarci, a fotografarci, a raccontare le nostre preferenze. Da una parte ci siamo costretti a firmare due volte in calce ad informative che non possiamo evitare di sottoscrivere, dall'altra facciamo fatica a trattenerci dal mettere su un sito per sbandierere le nostre preferenze sessuali, religiose e raccontare delle malattie che ci assillano.

Le enciclopedie e i dizionari si stanno collegando gli uni agli altri e qualcuno si lancia pure in traduzioni automagiche, che faranno pure ridere, ma permettono di raggiungere altre informazioni (dal russo e dal cinese, per esempio, non traducono peggio di quanto potrei fare io: ho già risolto almeno due-tre problemi capitati solo a me e a qualche abitante della Siberia, in questo modo).

Influencer di tutto il mondo, testate giornalistiche e servizi RSS ci tengono ad aiutarci a completare il rumore, cercando ognuno di attirare la nostra attenzione.

Abbiamo alcune scelte (certamente ce ne saranno altre, ma per ora accontentatevi, perchè su questo spazio decido io come perdere il tempo):
  • soccombere, mandare tutto al diavolo e ritirarci in un bosco a scambiar ghiande con gli scoiattoli
  • ritirarci in mediatazione (religiosa o meno, fate voi)
  • annullare la nostra intelligenza nei telefilm, nel calcio, nel sesso, nella musica, nelle scommesse, nei reality (o in quel caspita che più vi piace per farvi del male)
  • decidere per un solo interesse, affogarci dentro, cercare di seguire almeno quello (ma questa scelta sta diventando sempre più difficile e potremmo presto scoprire che il nostro solo interesse non era abbastanza settoriale, non abbastanza limitato per riuscire a dominarlo)
  • provare ad unirci, magari anche in qualche social network, per cercare di mettere ordine tutti assieme (è un'ottima soluzione, se manteniamo una finestra temporale di 1-3 mesi)
  • provare a reagire, a considerare che il mondo là fuori è sempre stato solo una memoria di massa di backup della nostra mente e che tale deve rimanere anche ora che la capacità di indirizzamento è aumentata

Smettetela di tirarvi gomitate, di scambiarvi occhiate d'intesa e di picchiettarvi le tempie con l'indice, vi vedo.

Provo a ridire con altre parole l'ultimo punto.

Quante cose ricordate, senza usare i sensi?
    Provate a ricordare un compagno (compagna, se pensate che vi ispiri maggiormente) di classe che non vedete da anni. Nei dettagli della curvatura del naso, della larghezza delle labbra, del colore e lunghezza dei capelli. Ce la fate?
    Com'era l'incipit di Sogno di una notte di mezza estate e come si chiamavano i personaggi?
    Canticchiate tutto Eskimo di Guccini.
    La prova del nove e la radice quadrata, CON PENNA E FOGLIO, come caspita si facevano?
    E' più ruvido il tessuto delle poltrone dei treni o la lama di una lima?

Nella testa avete un sacco di informazioni, molte delle quali si riducono a relazioni verso oggetti sfumati.

Un sacco di relazioni. Link. Che necessitano di refresh continui. Più li esperite, meglio li ricordate (questo lo sapevate già, ve l'hanno fatto notare da piccoli, costringendovi ad imparare a memoria Il sabato del villaggio, lo so, lo so,...). Per provarli ancora, c'è fuori il mondo, basta aprire gli occhi, toccare la lima, mettersi in poltrona ed accendere il CD.

Bene, sulla Rete è esattamente la stessa cosa. Solo che abbiamo fatto su un po' di casino. Tanto per cambiare.

Metteremo tutto a posto con il Web Semantico? Chi avrà voglia di compilare a manina tutta quella informazione che serve? Sarà fatto in automatico? Basterà? ...

Qualche altro tentativo di trovare un sentiero per uscirne c'è: aggregatori di RSS, social network che raggruppano social network (è un periodo che vengo bombardato da Plaxo Pulse, NotchUp e simili: prometto che prima o poi mi attivo e accetto i vostri inviti, solo un momento...), motori di ricerca, aggregatori di risultati di motori di ricerca...

Non sentite anche voi il bisogno di qualcosa di meglio?

Che so, un PIM molto evoluto, una MindMap a guida vocale, che memorizzi le ricerche e le metta in relazione, le ripeta da sola periodicamente, evidenziando le novità, proponendo dei riassunti di quello che ha trovato, annullando le ripetizioni inutili e i re-blog, proponendo solo le variazioni più interessanti allo stesso tema e fornendo una indicazione di credibilità (e non solo un page rank) dei vari testi (per esempio basata sulla presenza - e qualità, magari secondo criteri indicati da voi - di fonti e/o sulla quantità di ragionamenti simili, etc. etc.); che, intanto che siete lì a scrivere, suggerisca, nella colonna a destra, link ad argomenti interessanti e pertinenti (o anche solo relazionati) con il vostro testo, che vi avvicini a Leonardo, permettendovi di nuotare sopra e non sotto le onde, che vi picchietti sulle spalle per farvi voltare verso qualcosa di insolito e scrolli il capo se state scrivendo qualcosa che è già stata scritta su più di mille altri blog.

Lo scopo non dovrebbe essere ottenere il massimo dell'informazione (men che meno l'informazione che altri - il Marketing, quello con la M maiuscola - vorrebbero farci ricevere), ma ottenere l'informazione pertinente con un argomento che si definisce via via che procede il pensiero e la navigazione, che deriva, ma non è già incluso nelle chiavi di ricerca iniziali.

Lo scopo potrebbe essere quello di far nascere nuove idee, o anche solo fornire una visione del mondo più completa (stavo per scrivere coerente, ma è evidentemente un aggettivo ingenuo e presuntuoso).

Per raggiungere questi obiettivi è necessario, a mio parere, possedere una cultura multidisciplinare, che ci permetta di volare più in alto e di cogliere disegni più estesi.

E possedere è (in questo solo senso, per carità, non voglio fare un discorso classista!) un verbo il cui significato, con la tecnologia attuale, a mio parere oggi possiamo e dobbiamo estendere a recuperare molto velocemente, oltre che dalla cache di primo livello (memoria a breve termine) o dalla RAM (cervello) anche dalla memoria di massa (mondo esterno).

Forse è uno dei prossimi inevitabili sbocchi dell'informatica.

E, pensate, so cosa sto dicendo, capisco perfettamente le implicazioni di carico, di capacità elaborativa necessaria, di mancanza (ma siamo davvero sicuri?) di algoritmi adeguati e fondi (qui siamo, temo, davvero sicuri, a meno di qualche simpatica sorpresa, che potrebbe derivare da un lavoro di dimensioni significative, concertato e distribuito sulla rete) per raggiungere quanto proposto.

Rispetto a 10 anni fa, però, stiamo per superare un problema cardine, che apparentemente sembrava fuori portata in tempi così brevi: quello di creare una enorme base di conoscenza da cui partire.

Certo, Internet non è strutturata. Certo, non è coerente come l'ontologia di Cyc. Ma è molto più grossa.

E qualcuno ha suggerito altre strade, più informali, ma che, nonostante tutto, potrebbero portare a grandi risultati. Ne parleremo in qualche prossimo articolo (sì, lo so che vi rimando sempre a prossimi articoli, dopo avervi provocato, senza mai arrivare al nocciolo, ma non riesco a parlare di tutto e subito, soprattutto su argomenti sui quali non è così naturale condividere le idee di fondo... e, certo, non posso ora dimostrarvi di avere la risposta... anzi, ok, lo confesso, non ho la risposta, ma ho delle proposte e delle provocazioni, va bene? ... e sì, certo, mi servono parecchio i vostri feedback e mi serve che evitiate di crogiolarvi nel solito "ma, Depa, una cosa è un sogno, una cosa è la realtà: non è assolutamente possibile che un computer possa pensare o aiutarci a pensare... e poi sarebbe terribile, il computer controllerebbe le nostre vite, ... se fosse il computer a fornirti le idee, non saresti più tu, perderesti la tua identità..." . Fatemi capire che posso parlare davvero con Leonardo di macchine impossibili, che volano e vanno sott'acqua. Smettetela di ammirare solo lo scrittore che ha pensato che si potesse fare un "Giro del mondo in 80 giorni" e andare "Dalla terra alla luna", ma pensate un bel viaggio impossibile anche voi - ok, questo è Verne, non Leonardo, ma non attacchiamoci a cavilli, cerchiamo di seguire il ragionamento... -. E, soprattutto, smettetela di pensare che l'identità di chicchessia - si dice ancora 'chicchessia'? - si possa perdere con la stessa facilità di un mazzo di chiavi semplicemente scambiando due idee con altri - più o meno umani che siano. Trovo che, al contrario, anche se l'interlocutore dovesse essere più intelligente di noi - più o meno umano che sia - tali scambi non possono che arricchirci).

Una nota pratica: non sarebbe male se, una volta realizzato lo strumento di cui parlavo sopra, all'occorrenza fosse pure in grado di seguirmi anche nel bosco, mentre, coricato sul ramo di un albero su cui salivo da bambino, scambio le ghiande (e magari due idee) con gli scoiattoli e nessuno mi può telefonare...

Bye
    Depa
P.S.: smettetela di inarcare sopracciglia con aria di sufficienza: come fate ad essere certi che io sia solo capace di inserire smile nelle mail e non di dipingere sorrisi imperscrutabili in grado di attraversare la storia?
P.P.S.: chi ha detto, perchè ti conosciamo?

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giovedì 20 dicembre 2007

Wanted



Lo cercano, lo braccano.

Me lo vedo, affannato a scappare e a nascondersi, al polo. Magari latitante a casa d'altri (probabilmente nella fortezza di ghiaccio di Superman, vicino di casa).

Sarà difficile che lo prendano: bimbi di tutto il mondo hanno provato a stare alzati la sera per coglierlo sul fatto mentre scendeva dal camino e non ci sono riusciti. E i bambini sono testardi, lo sapete.

Nonostante l'evidenza dei doni che arrivano ogni anno in tempo c'è chi inizia (si fa per dire: sono anni che su Internet gira questo testo ignomignoso, sia via e-mail che su post che, pur non spacciandola come farina del proprio sacco, non facevano nulla per evidenziare il lavoro di copiatura) a porre il tarlo del dubbio: Babbo Natale non esiste, e se esisteva è morto.
La cosiddetta dimostrazione si basa sui seguenti macro-punti:
1. difficoltà di reperire renne volanti
2. Carico di lavoro e velocità relativa sproporzionati
3. La massa da spostare, la velocità richiesta e l'attrito vaporizzerebbero mandrie di renne e conducente

Che il testo faccia acqua da tutte le parti è già accennato nel paragrafo di critica della voce riportata della Nonciclopedia, ma sembra fondamentale affrontare la questione seriamente e più approfonditamente, perchè non è accettabile che si possa trattare così una persona anziana, che non fa altro che il suo lavoro e non disturba neppure.
Vorrei vedere come ci rimarreste voi, se qualcuno dicesse che non esistete solo perchè sul mio blog non vedo gli hits.
E finchè non vi vedo, sono autorizzato a pensare che il mondo sia popolato da una ventina di persone.



Nessuna specie conosciuta di renna può volare, d'accordo.
Ma possiamo dire che conosciamo le renne di Babbo Natale? Qualcuno ha delle foto? No, ovviamente, e non perchè si sono vaporizzate, (ci torniamo dopo), ma solo perchè stiamo parlando di professionisti, che non si fanno beccare così facilmente.

I calcoli sui tempi a disposizione per le diverse azioni richieste a Babbo Natale non li ho controllati, ma mi sembrano plausibili.
Sappiamo, peraltro, che, per chi si avvicina alla velocità della luce, il tempo si dilata. Il suo minuto sarà lunghissimo, rapportato ai nostri, ma per lui resterà sempre un minuto. Quindi la relatività sembra non essere adatta per spiegare il tutto: Babbo Natale potrebbe sì spostarsi velocemente da un posto all'altro, ma avrebbe molto meno (del suo) tempo (rispetto al nostro) a disposizione per le diverse azioni, se andasse sempre alla velocità della luce.

La soluzione si potrebbe ottenere per simmetria, però: se un essere andasse così lento, ma così lento, che potesse considerare la nostra velocità paragonabile a quella della luce, beh, ...nessuno lo ha mai provato..., ma niente di più facile che possa vedere una contrazione del tempo, al posto che dilatazione.

Il che non entra in contraddizione con la necessità di spostarsi super-velocemente da un punto all'altro: cosa c'è di meglio, dopo una bella corsa, per riposarsi un momento, che fermarsi ed andare così piano che non si può neppure immaginare quanto sia piano? Andando ad una velocità che sarebbe da moviola anche per Achille nella parte finale della gara contro la Tartaruga, potrebbe riuscire a fare tutte quelle cose, con calma, in un nostro millisecondo (non ho fatto i conti, ho buttato lì un numero, giusto per capirsi).

A nessuno sarà sfuggito che non conviene andare così piano: si riuscirebbero, paradossalmente, a fare un sacco di cose, ma si invecchierebbe in pochissimo tempo, ovvero, esattamente il contrario di chi va alla velocità della luce, che non invecchia rispetto a chi sta in coda in tangenziale (a proposito, non lamentatevi più, pensate a questo lato positivo...).

Come fa a non invecchiare di botto, Babbo Natale? Beh, facile, no? La velocità calcolata che le renne dovrebbero tenere secondo la presunta dimostrazione è ancora troppo bassa rispetto a quella della luce, ma si tratta di un calcolo della velocità minima che dovrebbero mantenere. Ma potrebbero pure andare più veloci, no? Chi glie lo vieta? E quando va così veloce, recupera il tempo perso.

Quindi, ricapitoliamo fino a qui: Babbo Natale si sposta a velocità vicina a quella della luce tra una casa e l'altra, poi rallenta di botto per fare tutte le operazioni necessarie nelle case. Le due velocità estreme (meno dello 0 assoluto e velocità della luce) si bilanciano completamente e Babbo Natale non invecchia troppo in fretta.
Il fatto che sia vecchio, comunque, fa pensare che tenda ad andare più verso il piano che verso il veloce; quindi cerca di godersela un po', di mangiarsi tutti i doni dei bambini, quindi ingrassa; torna tutto, no?

Ora: il calcolo del peso del carico e del numero delle renne della dimostrazione sembra un po' forzato e basato su ipotesi non immediatamente condivisibili. Infatti:
  • è noto che le renne di Babbo Natale sono effettivamente 8 (non 9 come ipotizza il testo ad un certo punto, ma solo 8: la slitta sarebbe sbilanciata con un numero di renne dispari), tanto che ne sappiamo pure i nomi: Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donder, Blitzen. [Questo implica una sorta di avvistamento o una fuga di notizie: credo da parte di qualche elfo, ma non insisterei troppo su questa storia delle fonti, non vorrei spaventare i nostri informatori, che talvolta vengono usati anche per cancellare qualche marachella dal registro di Babbo Natale, per riuscire ad essere tra i buoni, ogni tanto]
  • questo porta a dire che il calcolo del peso, pur corretto a prima vista, debba essere in qualche modo "pesato" (matematicamente parlando e scusate il gioco di parole assolutamente cercato) in modo diverso
  • il tutto è anche indotto da un'altra considerazione banale: la scatola di Lego cui si fa riferimento, del peso di 1Kg, ha anche una dimensione di qualche decina di centimetri per lato. Non conosco le misure esatte, ma è evidente che, prima del problema del peso, bisognerebbe considerare il problema dell'ingombro e quello di non far cadere questi pacchi fuori dalla slitta.
  • eppure questi regali arrivano, quindi non cadono dalla slitta e neppure caricano di un peso così elevato le renne
  • tanto più che, nell'ipotesi sopra riportata di velocità vicine a quella della luce, mentre il tempo si restringe, la massa aumenta e basta un peso infinitesimo a velocità normale, per avere un peso infinito a velocità della luce (cosa che, secondo alcuni, creerebbe un'inerzia così elevata da rallentare la massa quel tanto da non farla arrivare mai alla velocità della luce; e, infatti, il fotone non ha massa, etc. etc.)
Date tutte queste premesse, basta cercare un modo per trasportare una massa così enorme in modo molto semplice. Il che ci fa venire in mente immediatamente almeno due soluzioni (non possiamo escludere che ce ne siano altre, ma di queste abbiamo ampia documentazione, scritta e filmata, alla faccia del CICAP):
  • la borsa di Mary Poppins
  • le tasche di Eta Beta
Non credo che sia possibile discutere: sappiamo bene tutti che entrambe queste soluzioni permettono di trasportare senza alcuna difficoltà quantità enormi di oggetti. Evidentemente, per affinità, sarei per sostenere l'ipotesi che il sacco di Babbo Natale si avvicini più alla borsa di Mary Poppins, che alle tasche di Eta Beta. Inutile, in questa sede, scendere in spiegazioni scientifiche oramai di pubblico dominio (dimensioni parallele, l'altro lato del buco nero, etc. etc.) e che potrebbero, semmai, essere oggetto di altri approfondimenti.

Quindi: il carico apparente è quello riportato dalla dimostrazione, ma quello effettivo è molto inferiore, stimabile, a occhio, intorno ai 20Kg massimo.

Il che ci permetterebbe di avere ancora dei dubbi sulla possibilità di avvicinarci alla velocità della luce. Senza contare che, ben prima di quella velocità, le renne si dovrebbero vaporizzare comunque.

Se non fosse per un fatto banale, che sembra sfuggire agli autori dell'abominevole trattato: dove vive Babbo Natale? Al polo. E cosa vive al polo? le foche (anche altri animali, ma ci servono le foche, ora). E cosa si estrae dalle foche? Il grasso di foca. Ovvio: è una delle cose più adatte per ridurre l'attrito, molto molto usato da chiunque viaggi a velocità della luce, per ridurre significativamente i rischi di vaporizzazione. Non basta. Cosa succede quando stai per vaporizzarti? Cresce enormemente la temperatura. Proprio qui vi volevo: perchè credete che parta dal polo, con tutti quei ghiacci e quel freddo?
Non basta ancora. Come ridurre la crescita della massa ad altissima velocità? Non si riduce, quello che resta dell'effetto vaporizzazione, che aumenta con la velocità, riduce la massa che pure aumenta con la velocità, mantenendo stabile il sistema e dando torto a chi fa quei ragionamenti errati che ho riportato sopra riguardanti l'inerzia che cresce al crescere della velocità: quindi, si arriva alla velocità della luce con la stessa massa con cui si era partiti.

Il Presidente (ma sì che ve lo ricordate, è proprio quello citato in un precedente post) che per primo, pur in disaccordo con la dimostrazione medesima, mi ha girato la dimostrazione della non esistenza di Babbo Natale, mi ha fatto notare che - cito - l'iconografia natalizia relativa alla partenza e durante la parte visibile del volo (in effetti occhio umano non può percepire oggetti volanti prossimi alla velocità della luce) vengano emesse scie di stelline, per lo più dai pattini e dagli zoccoli delle renne. Questi in effetti toccando suolo potrebbero avere perso parte della protezione del grasso di foca. Le stelline sembrerebbero essere massa vaporizzata, nota angli esperti come plasma ionizzato, da cui la loro luminescenza.

Spero di essere stato abbastanza chiaro, nonostante l'evidente complessità degli argomenti trattati.

Fossi in voi (quelli sobri, intendo), prima di chiudere sarei indotto ad una o tutte le seguenti osservazioni:
  • il pusher del Depa fornisce roba proprio buona
  • per scrivere tutta quella roba bisogna averne, di tempo da buttare, la prossima volta che si lamenta di essere pieno di lavoro...
  • si potrebbe sprecare inutilmente tempo in almeno una decina di modi più interessanti, compresa la catalogazione delle malattie dei lombrichi
  • il Depa fa parte dell'ufficio stampa di Babbo Natale e il pezzo lo ha scritto con cognizione di causa (che sia proprio lui l'elfo informatore?)
  • oramai tutte quelle ore sveglio al computer stanno facendo il loro effetto, la va a pochi...
  • il Depa avrebbe fatto meglio a fare l'avvocato, al posto che l'ingegnere (sia per le capacità di difesa che per la scarsità di competenze tecnico/scientifiche)
  • tutto quel tempo perso per scrivere un sacco di cavolate: è evidente che non c'è bisogno di ricorrere alla teoria della relatività per spiegare il tutto, quando è sotto gli occhi di chiunque il fatto (perchè di fatto si tratta) che:
    • di Babbo Natale c'è n'è più di uno
    • pur essendo in tanti, partono pure prima del tempo
    • non sono invisibili, nè super-veloci, anche se sono molto furbi: si fanno passare per addobbi natalizi che ricordano (con ironia, pure, pensate all'umorismo dietro questa palese presa in giro!!) Babbo Natale (a volte anche in cordata, a sottolineare ancora più il loro spregio alla nostra intelligenza) calati giù dai balconi e dai tetti
  • non si può conoscere nulla e possiamo solo sapere di non sapere, etc. etc.
  • ...
Vi risparmio il resto, siamo quasi sotto Natale, siamo tutti un po' più buoni.

Resto, comunque, a disposizione per eventuali approfondimenti, non lasciatevi ingannare da falsi ragionamenti: Babbo Natale è vivo e sta bene.

Bye
    Depa
P.S.: Potrei prendere un Nobel per i contenuti scientifici di questo post, ma non fatene troppa pubblicità, ve ne prego, perchè nel periodo in cui consegnano i Nobel avrei intenzione di andare in ferie.

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martedì 27 novembre 2007

Come un bambino



Come un bambino ho iniziato e come un bambino mi sono velocemente annoiato.

Avete mai provato a cercare su Internet un presepe in grafica 3D (meglio se navigabile - e esageriamo? - con i personaggi che si muovono, l'acqua che scorre etc. etc.), da installare sul PC?
Beh, io non sono riuscito a trovarne neppure uno.

Ma se non ti arrendi al primo ostacolo, il minimo che puoi fare è provare a vedere se riesci a farlo tu (per giocare, non come attività commerciale).
Voglio dire: ci sarà pure un programma (free, ovviamente!), per quanto elementare, che sia in grado di stilizzare delle figure che, almeno da lontano, sembrino umane e poi sia in grado di scambiarle con altri programmi in grado di fare il resto del paesaggio, - lasciamo stare le animazioni etc. etc. per il momento. No?

Beh, sì e no.
No: non c'è un (solo) programma che in grado di stilizzare figure che sembrino umane almeno da lontano.
Sì: ce ne sono diversi in grado di modellarne che sembrino umane anche da vicino.
E anche con le animazioni.

Vi anticipo il finale, rovinandovi la sorpresa e la voglia di continuare: come nella più dozzinale commedia di Hollywood, non ci si può esimere dalla considerazione che un presepe vero è molto meglio, che serve arte, spirito e fuoco, non bit.

Ai pochi che saranno ancora interessati suggerirei di non escludere a priori che nel corpo del post si possano approfondire alcuni aspetti dei programmi sopra citati.



La ricerca di programmi per animazioni di modelli umani può riservare delle sorprese e fornire una vaga idea di come potrebbero essere quelli usati per realizzare film di successo.

L'occhio di Google cade subito su MakeHuman (plugin di Blender) e DAZ Studio.
Li ho trovati in questo ordine e mi sono fiondato sul primo, ben sapendo che Blender è un prodotto Open Source di altissimo livello. Una volta ho pure provato ad impararlo, ma ha una plancia comandi che neppure l'Enterprise e certamente io non sono un artista tale da giustificare uno sforzo di qualche giorno per iniziare a fare qualche scena in 3D: l'ho tenuto installato e poi mi sono limitato ad un decisamente più semplice e comunque per me più che adeguato anim8or.

MakeHuman è impressionante. Nella documentazione si legge che per realizzarlo hanno dovuto studiare anatomia in dettaglio e c'è da credergli. Partite da una figura umana base e vi trovate a cercare di modificarla, come fosse di gomma, in ogni suo più piccolo aspetto.

Volete la bocca un po' storta, un taglietto sul labbro, le narici più larghe? Vi serve un'espressione con gli occhi un po' infossati e stanchi? Per il vostro prossimo vampiro vi serve poter decidere la lunghezza dei denti? No, oggi modello un alieno con la testa come ET...
Alcuni volti base caratteristici sono già impostati, così come alcune strutture corporee, non vi resta che applicare il modello predefinito e usarlo come base per rilavorarlo di fino.
Chiaramente volete anche che l'uomo che avete disegnato cammini, raccolga oggetti da terra, salti, cerchi di prendere a pugni qualcuno, ci mancherebbe altro. E non potete sopportare che, girando la testa, i muscoli del collo non si tendano come nella vita reale.
Potete controllare tutto e poi renderizzarlo sfruttando Blender.

Ora che ci penso... tutto no... ci sono due icone che, accidenti, sono disabilitate: si tratta di quella che permette di disegnare anche i capelli e, molto peggio, di quella che permetterà di vestire i nostri personaggi (personalmente trovo inaccettabile inserire dei personaggi nudi nel presepe, escluso, al più, Gesù bambino...).

Beh, la versione che ho provato è una 0.9, queste caratteristiche sono promesse per la 1.0.
Personalmente l'attendo con ansia e sto già iniziando a lavorare alla sceneggiatura del mio film di animazione.

Facciamo un salto anche su Daz Studio 3D.

Vi serve un attimo per capire che il sito non mostra foto, ma personaggi renderizzati.
Qui hanno lavorato più a fondo sui materiali e sulle texture della pelle, delle iridi e per rendere particolari come la screpolatura delle labbra.

Qui i personaggi (i modelli base hanno dei nomi e sono proposti come attori e star - alcuni free, altri, molto più definiti, a pagamento) possono avere capelli (che si possono allungare ed accorciare) e vestiti (anche questi si possono adattare, rendere più o meno stretti).
Sono previste espressioni e posture predefinite, basta applicarle al personaggio e non sarà necessario fargli muovere il singolo muscolo: si posizionerà come da esempio.
Una curiosità: i modelli base non sono limitati solo ad umani nel vero senso della parola, ma anche anime e manga giapponesi: se avevate sempre sospettato che quei cartoni fossero un po' troppo uguali e precisi, giocando con questo programma ne potrete avere tutte le conferme.

Essendo un prodotto con fini commerciali (almeno, più espliciti di MakeHuman, nonostante dichiari di essere Tell-ware - sono contenti se ne indicate l'esistenza ad almeno due persone: con questo articolo dovrei andare pari, almeno spero), presta anche più attenzione alla compatibilità con i formati di file di altri sistemi più noti e di più alto livello (soprattutto Poser, riferimento essenziale, a quanto pare, per questo tipo di programmi).

Molto più user-friendly di MakeHuman, risulta anche meno flessibile, un po' troppo predefinito, forse un poco più asettico: i modelli presentano meno gradi di libertà, superati dai tanti elementi aggiuntivi precotti che si possono comprare: di diverse pettinature e abiti ne abbiamo già parlato, ma si possono comprare (e da altri siti anche scaricare gratuitamente) oggetti 3D di tutti i tipi per costruire mondi per i nostri personaggi: sedie, armadi, case, scudi e armature, animali e piante, etc. etc.

Il prezzo del singolo oggetto è abbastanza basso, perchè target è la massa.

Il presepe sarebbe una nicchia di mercato scoperta? Pensateci: si potrebbero vendere personaggi digitali, pastori e pecore, alberi etc. etc. per completarlo: strano che non ci abbiano ancora pensato.

Adesso ringraziatemi, perchè vi risparmio: originariamente avevo intenzione di continuare sulla strada indicata dalle ultime due frasi ed imbastire tutto un discorso su licenze Open Source e modelli di business, (mi sarei lasciato prendere la mano, sarei leggermente uscito fuori tema, ma quando mai non lo faccio? e poi, almeno su questo blog, lo svolgimento lo decido io...), che, in questo momento, mi stanno un po' assillando; ho, invece, deciso di fermarmi qui e, udite udite, di rimandare ad altro post quest'altro argomento.

Deve essere l'effetto dell'avvicinarsi del Natale: è bastato citare il presepe e sono diventato più buono

Bye
    Depa

P.S.: oltre ai programmi che gestiscono figure simil-umane, a partire da questi siti (o in questi stessi siti) si possono trovare anche programmi per realizzare paesaggi realistici ed animati (cito solo, come esempio Bryce e Terragen). Volevo ricordarvelo, ma, casomai, ne parleremo un'altra volta.
P.P.S.: per i più curiosi e giocosi, esiste anche un programma che genera volti in grafica 3D a partire da foto: si chiama FaceGen, se ne può scaricare una versione (ridotta e con scritte sopra alla testa) free.

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martedì 13 novembre 2007

Osservando distaccatamente babeli mediatiche



Miro, osservo, imparo. Se sto in ascolto posso migliorare. Se sono aperto ai suggerimenti posso cambiare.
A volte, per ricominciare è necessario cambiare nome.

Su queste basi si presenta, pirandellianamente, il Fu Democracy Player. Nome cambiato, appunto, in Miro e proprio oggi esce dalla preview pubblica e rilascia la versione 1.0

Cambiamento non impressionante, ma significativo, al punto da indurmi a questo nuovo post dopo la stroncatura di qualche mese fa.

Due al prezzo di uno: già che siamo in argomento proviamo anche a chiederci dove sia finito il tanto annunciato Babelgum, presunto concorrente di origini italiche di Joost.

Chiedendoci sempre, se non sia meglio uscire a farsi un giro, al posto che stare davanti alla TV ed al PC contemporaneamente.
Ai tempi del mio precedente approfondimento, il tempo era clemente, invitante, i dubbi erano ridotti.

In questi giorni, invece, fa freddo e tira vento. Bisogna pure cercare di sopravvivere allo sciopero dei mezzi e cercare di tornare a casina nonostante la natura si opponga, con gli alberi che si immolano tranciando le linee del tram, finendo di mettere in ginocchio il traffico di una Milano che Milano non è, che sgomita per cercare di tornarsene sul lago, in campagna, ma anche appena fuori dalla tangenziale, ovunque purchè non in strada, ferma.

Anche davanti alla TV o al PC.

Anche i pochi che viaggiano con (uno stupendo) Le mie italiane di Pennac in una mano e la sbarra del tram nell'altra, non appena arrivati in scompartimento lo ripongono nella borsa del portatile e si mettono a parlare con notepad, per allacciare dialoghi lontani nel tempo e nello spazio, lontani dall'adesso, dall'odore di bruciato dei freni del treno.

Sperando che siano i freni del treno e non la ventola del PC rotta che sta abbrustolendo la CPU, intendo.
Scartando a priori la possibilità che a fumare sia il cervello, oramai ai minimi termini per il poco sforzo critico che ci viene lasciato.
Perchè, forse, scrivere un blog è un modo per sforzarsi di parlare e pensare e non subire solo le informazioni che ci vengono iniettate dritte nella memoria a medio-breve termine, giusto il tempo di ricordarci cosa comprare domani al supermercato, prima di svanire per lasciare il posto a ciò che certamente vorremo desiderare dopodomani.



Avete DAVVERO selezionato Leggi tutto?
Grazie mille, anche se, al vostro posto, me ne sarei andato altrove perchè l'abstract era, oggettivamente, un po' consunto, un po' già visto, piuttosto banale.

Forse pensavate che, come al solito, nel body avrei parlato d'altro.

No. Sfortuna. Stavolta si parla davvero di recensioni di player. Noioso e banale (mica posso scrivere sette pagine di roba dense come una tazza di cioccolata tutte le volte), per questo sono riuscito a pubblicarlo a pochi giorni dal post precedente, rovinandomi la recente media di 1 post al mese.

E cercheremo pure di lasciare i lamentosi pianti su noi stessi e le paranoie sull'essere controllati fuori da questo approfondimento. Se vogliamo pensare, pensiamo, non è vero che non siamo liberi di farlo, e dovremmo anche iniziare a riconoscere il trucco.
Dovremmo sapere che i consigli della regia ci porteranno inevitabilmente a volere qualcosa che non ci passava neppure per la mente fino a qualche secondo fa.
Tra i diversi modi di uscirne, se è almeno in parte ancora vero che chiodo scaccia chiodo, possiamo provare a girarci, giocare coi figli, prendere un libro, girare per Internet, fare del sesso, vivere con le persone che amiamo, chiamare un amico, cercare Dio, fare una camminata in montagna, etc. etc.

E' veramente difficile la scelta tra essere cintura nera sulle puntate dell'ultima serie del Dr. House e cercare di migliorare la propria vita?

Se trovate che sia complicato riuscirci, meglio che lasciate subito questo post, perchè siete già conciati abbastanza male per conto vostro, ma se pensate di poter stare senza TV per una settimana senza gravi effetti collaterali, ok, andate avanti, parleremo di questa cosa di cui potete fare a meno e su cui, quindi, potete ancora fare delle scelte.

Visto che si tratta di un argomento interessante, ma neanche troppo, vediamo di chiuderlo in due parole.

Finalmente:
- hanno aggiunto permalink: si può scaricare un video, ma lo si può anche vedere, intanto che si scarica (dal sito originale, via browser, non ancora in Miro stesso)
- i filmati ripartono da dove avevate smesso di guardare (io lo trovo comodo)
- le ricerche non sono più così lente e la possibilità di estendere la lista dei siti su cui cercare è interessante (come il tentativo,

che non riesce spesso, peraltro, di catturare i video anche da siti non noti)
- non rischiate più il blocco del download se, intanto che scarica, potete girare tra gli altri canali ed impostare delle ricerche
- cancellazione dei download in sospeso e memo di download in corso quando si esce (ma ci voleva tanto?)
- presenza di canali in HD (bella risoluz... ah, già, ma l'ho downloadato, non è in stream...)

Problemi:
- ancora non legge/scarica da expertvillage (se non, ovviamente, per quei video che ExpertVillage trasmette anche via YouTube)
- paginazione risultati ricerche mancante: potete vedere un max di circa 20 risultati, anche se ce ne sono centinaia.
- appena installato parte con un tocco (unità di misura tecnica, corrispondente a 15,4 badilate irlandesi) di download predefiniti (a meno che non li abbia ripresi da una non completa deinstallazione di Democracy Player)

Inizia a diventare un tool da downloadare o, almeno, da tenere sotto controllo.

Da segnalare, en-passant, il tentativo di spingere gli utenti a realizzare la propria TV.

Un invito alla non passività, come il mio, o semplicemente una spinta a creare contenuti gratuiti? Comunque sia, interessante, quindi giocateci.

Su Babelgum, invece, c'è ancora meno da dire:
- sembra la copia di Joost, con piccole differenze grafiche (il telecomando è l'unica invenzione nella GUI, ma ha veramente poche funzionalità)
- ancora pochi (quasi nulli) i gadget
- ancora troppo pochi canali
- video di qualità, a prima vista, leggermente inferiore a quella di Joost (soprattutto a full screen)
- molto veloce lo spostamento (rewind, fast forward) all'interno del filmato che si sta visualizzando.

C'è ancora un bel po' di strada da fare, a quanto sembra e, nonostante sia italiano, c'è ben poco di italiano.

Ci sarebbe Vcast, se oltre a Mediaset non lo spengono anche gli altri, ma già come superamento della TV, con il videoregistratore. Che, se non altro, mostra fantasia nell'interpretazione limite delle licenze.

Bye
    Depa

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giovedì 17 maggio 2007

Non ci resta che piangere



Iniziamo subito con ringraziamenti al Presidente per aver ispirato questo post in tutti i suoi punti essenziali.

Ovviamente non parlo di Napolitano, ma del Presidente di una squadra di basket che non citerò apposta.

Con il Presidente si parla dei due suoi sport preferiti e di viaggi.
Potrebbe anche cercare di parlare di vela, ma, datemi retta, se vi capita, portatelo sul basket: fin da piccolo mi hanno insegnato l'importanza della passione per uno sport e la potreste vedere personificata ed alimentata indipendentemente da ogni possibile risultato.

Lo so che cito sempre Wodehouse (il genio è genio e se può dire la sua su ogni argomento, è bene che ne siate resi partecipi), ma è necessario che leggiate dei suoi personaggi che cercano di ridurre l'handicap a golf, per capire cosa io stia intendendo (suggerisco The heart of a Goof, per iniziare su questo argomento).

I viaggi oggetto dei nostri discorsi, solitamente, sono di due tipi: quello che facciamo quasi quotidianamente in treno e quelli veri, da vacanza (lui può godere di una consulenza professionale, a questo proposito, io, solitamente, decido un po' dopo il last minute).

Ma questa volta si è parlato di viaggi nel tempo e della nostra capacità di infrangere legalmente ogni brevetto, casomai ci si dovesse trovare nella situazione proposta dal ben noto film.

Il che fornisce solo un'altra prova del fatto che il mio Anonimo amico del post del Codice dei Wooster avesse ragione sul mio stato mentale. Per quello del Presidente, garantisco io.



A me sono venute subito in mente le patate. Se abbiamo passato il 1500, allora Colombo aveva già scoperto l'America e le aveva già portate.
E' vero, il film si concentra su tempi immediatamente precedenti alla partenza di Colombo, ma basta aspettare qualche anno e, intanto, preparare gli strumenti fondamentali per utilizzarle.

A parte la possibilità di mettere su una rete commerciale con i tedeschi e l'opportunità di battere McDonald sul tempo, le patate mi sono venute in mente grazie agli studi fatti da piccolo: il 'Manuale di Archimede', come ben sapranno tutti quelli che hanno solide basi teorico-pratiche, insegnava, infatti, che è possibile produrre elettricità collegando 12 (o erano 7?) patate con del filo di rame e dei morsetti infilati nei tuberi in questione. Ora, è evidente che nel 1500 il rame esisteva: ancora oggi lo si può estrarre dalle pentole dei nostri nonni. Serve solo qualcuno che sia in grado di ridurlo ad un filo. E il fabbro c'era già, nel 1500. Basta trovarne uno sveglio, convincerlo con un business plan fatto bene...

Il Presidente, però, mi ha distrutto in 3 secondi, mostrandomi la mia scarsa attitudine all'industrializzazione: anche se stiamo aspettando il ritorno di Colombo possiamo comunque produrre elettricità, e molta di più di quella ottenibile nel modo precedente: basta costruirsi un generatore eolico.

Se avete fatto un salto sulla poltroncina del treno, come è capitato a me, evidentemente non avete letto questo articolo (fornito, ovviamente, dal Presidente, come prova di non millantare conoscenze inesistenti).

Oppure non siete in treno. Il funzionamento è ovvio, quasi non vi serve portarvi il pdf nel 1500, basta usare l'induzione elettromagnetica: i magneti c'erano già, il vento pure, il filo di rame lo costruisce il solito fabbro, il rotore un falegname (bisognerà dividere in 3, ma i guadagni saranno molto superiori, rispetto alle patate).
Fate attenzione, si tratta di un oggetto piuttosto pericoloso per persone e cose, costruitelo solo se sapete cosa state facendo. Conoscendovi, peraltro, vi suggerirei di procedere solo se vi trovate improvvisamente nel 1400 quasi 1500 e volete far vedere chi siete - ma attenti a non essere incriminati per stregoneria.

Ora che avete la vostra corrente elettrica, a parte il cercare di costruire lampadine (ma sarà necessario creare il vuoto, attorno al filamento? qualcuno sa come fare?), potete più facilmente iniziare la vostra attività di venditori di hamburger, con piastre e friggitrici elettriche.

Chiaramente il Presidente, con una trovata simile, vince a mani basse. Inutile cercare di ricordare il capitano J.T.Kirk e la sua capacità di trovare sempre una via d'uscita, con particolare riferimento all'episodio in cui costruisce un cannone e polvere da sparo, ricordando studi elementari di chimica.
A noi, a chimica, anche all'Università, non hanno insegnato a preparare la polvere da sparo, ma ricordo che si era parlato di pile e che non sembrava difficile costruirne una. Siamo in grado di rifare la polvere da sparo? Qualcuno ricorda se c'era già, nel periodo considerato? Vi rispondo io (anzi, la Wikipedia, al solito): non pensateci neppure, era conosciuta già dal XIV sec., in Europa (in Cina dal 1100-1200).
A parte questo, vorrei proprio vedere se, lasciati a voi stessi, sareste in grado di riconoscere il nitrato di potassio (posso ancora capire lo zolfo e il carbone...).

Una pila avrebbe la possibilità di generare corrente continua e stabilizzata in modo più semplice rispetto al generatore eolico.
Ma davvero, ha notato subito il Presidente, difendendo la sua inattaccabile vittoria, vogliamo iniziare a portare indietro energie non rinnovabili? E cosa volete rispondergli? Quando uno ha ragione, ha ragione.

Sono certo che esistono altre idee semplicemente realizzabili anche con quella tecnologia di base, che sarebbe possibile portare indietro.

Visto che c'è il Giro d'Italia, viene facilmente in mente che reinventare la bici dovrebbe essere più facile che inventare il treno: probabilmente non avremmo neppure bisogno di Leonardo.
Cercate di seguirmi, perchè qui si fanno i soldi: fatto partire il Giro d'Italia, potreste anche inventare la pubblicità da mettere sulle magliette. Da qui al marketing è un passo (gli facciamo più male con le pile, o con questi concetti?)

Visto che faremo un sacco di soldi, potremmo inventare le banche? Acc... no, già presenti nel 1406...forse gli mancavano le assicurazioni (certo che potrebbe non convenire puntare troppo sulle assicurazioni sulla vita in quel periodo e anche l'RC Auto è difficilmente applicabile alle carrozze).

Che ne dite di partecipare anche voi, fornendo a tutti, tramite commenti, altri possibili link e suggerimenti relativi alla costruzione di manufatti, per ogni evenienza?
Che so:
- qualcuno di voi sa come fare la plastica e la gomma? (potrebbero servire per proporre dei servizi di raccolta differenziata dei rifiuti, tra l'altro).
- sapreste come rifare il ferro da stiro? (pensate a quei poveretti che, nel passato non avendo il loro bel ferro a vapore, non potevano impegnarsi in questa simpatica operazione ed uscivano tutti sgualciti, con l'effetto collaterale di... quale caspita di problema c'è ad uscire con i vestiti spiegazzati? non ci saremo mica creati un problema da soli?)

Ah, già, poi non ci resterebbe che trovare il modo di viaggiare nel tempo, sapendo che Dr.Who è solo un telefilm.
Potremmo ottenere informazioni su esperimenti in questo senso al NIAC, se non rischiasse la chiusura...
Bye
    Depa

P.S.: ma davvero li pagavano anche per studiare i viaggi nel tempo? E poi ci alzano le tasse...

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martedì 24 aprile 2007

Il codice dei Wooster



Scusate se mi sono assentato ancora per lungo tempo.
Questa volta non è stato per lavoro, nè per distrazione.
E' stata una moderazione di un commento, che ha prosciugato le mie ore rimanenti. Non lo vedrete pubblicato per il tono, non per le idee - ho chiesto che venisse cambiato il primo, mantenendo le seconde, ma non c'è stato verso.

Mi dovrei sentire come un vecchio e rompiballe Catone?
Ma no, si tratta di far valere dei codici di comportamento, come è capitato già in altri momenti nella storia dell'umanità, importanti almeno quanto questo blog.

I cavalieri (almeno quelli della letteratura) avevano un codice d'onore, per esempio.
Non possono essere descritti senza caratterizzarli sulla base del loro impegno in questo senso.
Non è un caso che in AD&D i paladini debbano essere lawful good.
Qualcuno potrebbe citare il comportamento non immacolato di Lancillotto, ma sarebbe troppo facile ricordare che basterebbe l'estrema purezza di Galahad per bilanciare quello scivolone.

E non taceremo certo Cyrano (guascone e non cavaliere, ma è di codici di comportamento che stiamo parlando) e la sua limpidezza:

E quando a sera entrerò in quel di Dio, spazzerà il mio saluto l'azzurro
sfavillìo e offrirò, con l'orgoglio che mai macchiai né macchio, l'indomita
purezza del…
[ROSSANA: Del...?]
... mio pennacchio [Muore]
(dalla traduzione di Oreste Lionello, usata per doppiare un grandissimo Gerard Depardieu).
Per non parlare del codice dei Wooster.
Via, davvero non sapete cosa sia? Mi prendete in giro?
Al contrario, conoscete tutto del codice di condotta dei blogger a cui sta lavorando Tim O'Reilly? E stavate pensando che è a quello che mi volevo riferire? (ma per chi mi prendete?)

Non penserete di poter andare avanti così ancora per molto, vero?
Se volete parlarne, prima che sia troppo tardi, continuate a leggere e usate i commenti, che sono sempre abilitati, per farvi sentire.




Fu allora che madonna gli disse: "Hai gli occhi belli
vorrei che accarezzassi stanotte i miei capelli"
Fu allora che rispose: "Grazie madonna no!
Io sono un cavaliere e il re non tradirò"
E a lei non valse niente comprare la memoria
di sentinelle e servi mandati a far baldoria
[...]
E a lui non valse a niente il sangue sui castelli
Rocroi, la spada e il sole sul viso nei duelli
quando sentì di dire di dover dire sì
con un cavallo e l'acqua fu cacciato di lì.

[Vecchioni, La leggenda di Olaf]

Vecchioni scrive di cavalieri, sogni e valore, e li contrappone ad ubriachi, realtà e comportamenti discutibili.
Li interpreta con straziante ironia: come Petrarca, è lacerato da questi (e altri) dualismi interni.
Ma il codice morale è per lui comunque prioritario e irrinunciabile, alla fine.

Come lo è per il Cavaliere inesistente di Calvino, animato dalla volontà e dalla purezza rappresentata dalla sua armatura tutta bianca; solo una righina nera correva torno torno ai bordi (la righina nera è una piccola macchia sul comportamento immacolato o è il confine oltre il quale il bianco non riesce a spingersi?)

Che dire del comportamento impeccabile dei cavalieri Jedi? (non quelli che abbracciano il lato oscuro, ovviamente). Anche se mi piacciono molto, non sono un tale fan della serie cinematografica da ricordare le battute a memoria: posso solo avanzare vaghe rimembranze di un codice quasi filosofico/religioso, ma non ricordo accenni espliciti a mantenere un certo tipo di comportamento. Credo, comunque, che se immaginassimo un codice di cavalleria anche per i Jedi non ci attireremo sguardi oscuri e perplessi da parte di nessuno.

Anche le persone normali, spesso, ne seguono uno.

Bertie Wilberforce Wooster non è una persona normale.
A partire dal secondo nome (Wilberforce: ho sempre pensato che Wodehouse si vendicasse sui suoi personaggi per essere stato chiamato Pelham Grenville: non deve essere stato facile a scuola, da piccolo).

Bertie è un signorotto che vive di rendita, ma è anche un discendente di un cavaliere che ha fatto la sua parte alle Crociate.
E si sente fortemente vincolato dal codice d'onore cavalleresco che gli deriva dal suo antenato.
Al punto di non poter rifiutare una richiesta di matrimonio (in realtà, solitamente svariate richieste di matrimonio, tipicamente tutte assieme) generata da giovani bellissime insopportabili donne che gli chiedono di sposarle solo per ripicca nei confronti del loro ex.

Vorrebbe rimanere un eterno scapolo, ma il codice è il codice e non si può fare soffrire una ragazza.

Quando segui simili regole, sei costretto ad accettare anche se il loro ex, chiaramente almeno pugile dilettante della dimensione di un armadio a quattro ante, ti farà a pezzi, per poi camminare sui resti con gli scarponi chiodati.
E fortuna che c'è Jeeves, il maggiordomo per antonomasia (quello che ha dato il nome al motore di ricerca Ask Jeeves). Jeeves sa tutto, cita Shakespeare, la Bibbia ed altri classici come se piovesse, sempre in modo appropriato e senza bisogno di Internet per avere conferme. E sa usare tutta la sua brillante intelligenza per togliere dagli impicci il povero Bertie.

Visto che non lo conoscevate, vi tocca pure, dopo la spiegazione data sopra, sentire cosa vi siete persi finora, non leggendo Wodehouse, dalla viva voce (?) di due grandi autori:

Quella di Wodehouse è pura musica in parole [...] Non ha bisogno di essere serio, perchè è al di sopra di queste distinzioni. E' nella stratosfera delle grandi creazioni umane, al di sopra della tragedia e del pensiero forte; è la dove troviamo Bach, Mozart, Einstein, Feynman e Louis Amstrong: nel regno del puro gioco creativo.[Douglas Adams - Dall'introduzione a Sunset at Blandings, leggibile, in italiano, ne Il salmone del dubbio di Douglas Adams - a proposito, mi hanno detto che quando Windows Vista si spegne, cita un libro dell'autore della Guida Galattica]

Cosa si può dire di Wodehouse? Esaurisce i superlativi. Non sono il solo a credere che lui sia arrivato più di ogni altro scrittore inglese ad avvicinare la completa padronanza e trascendenza del linguaggio di Shakespeare.[Stephen Fry]

Ora che lo sapete non potete perdervelo: iniziate da qualche libro su Jeeves, o da Zio Fred in primavera (che è il mio preferito, anche se non parla di Jeeves, ma del Castello di Blandings).
Fermi lì, dove state andando? Era ovvio che dovrete iniziare dopo aver finito di leggere questo post.

Pochi sono gli esempi di cavalleria che potremmo citare nei nostri giorni (i TG parlano spesso del cavaliere, ma non è usato nel senso inteso in questo post).

Ma ecco che, quando da tempo, come il Don Chisciotte di Guccini, potremmo dire che di eroici cavalieri non abbiamo più notizia, Aramis (guardate la foto piccola a sinistra sul suo blog e ditemi se sono io che me lo immagino perchè sono troppo immerso in questo testo o se non è davvero lui, come tutti lo avete sempre immaginato - ma che razza di obiezione è ma che Aramis, non vedi che è in t-shirt?, scusate?) arriva a proporre questo suo codice.

E' ancora in Draft, in piena discussione.
Pensando al recente impegno di questo novello campione della morale, non riesco a fare a meno di immaginarmi i Templari, che discutono il draft del loro codice di cavalleria, dopo aver passato il giusto periodo di pubblicazione sul W3C: 'no, dai, il suo cuore conosce solo la virtù no... suona un po' troppo enfatico, rimaniamo sui fatti, la spada che difende i bisognosi, l'ira che si abbatte sui malvagi...').

Va beh. Già che ci siamo diciamo due parole su questa proposta e sulle prime lezioni che dice di aver imparato.
Intanto chiariamo subito che, come a molti di voi, non mi piace la stella dello sceriffo (ma non ho ben capito se sia già stata cassata: poteva risparmiarsela e l'ha capito da solo). Dietro ai loghi di questo tipo ci sono valorizzazioni marketing e commerciali, che possono sfociare in creazioni di nuovi bisogni e corrispondenti servizi, simili, per fare un esempio, alle certificazioni di qualità. Insopportabile, comunque, almeno per me, che insista (forse anche perchè penso che cerchi di vendermi qualcosa che non esiste, come se fosse un pezzo di terra in Second Life).

Una cosa è gradire qualcosa, un'altra è addirittura indignarsi per simili stemmini, come dice sia emerso dai commenti che ha ricevuto: si indigna giustamente anche lui, di rimando: che senso ha? stelle di sceriffo ne mettiamo tutti, con disclaimer e con meccanismi di moderazione vari...

Concordo, invece, sul bel suggerimento del meccanismo di voto per indicare un commento inappropriato, che lo nasconde, ma non lo cancella (ci sono piattaforme per i blog che già lo fanno? Voi che usate splinder o wordpress...). Sarebbe stata la mia scelta preferita, nel caso citato nell'abstract di questo articolo.

Qui credo finisca la mia empatia con O'Reilly su questo discorso. Proviamo, comunque a riassumere i vari punti della proposta iniziale:
  • Responsabilità per le proprie parole e per quelle che permettiamo nei commenti del blog: elenca alcune casistiche e su una parte non si può che essere d'accordo (comuque dovrebbero essere comportamenti già sanciti per legge, almeno in Italia - diffamazioni, infrangimenti di copyright, obblighi di segretezza violati, violazioni di privacy). Ma il contenuto inaccettabile, nonostante la lista, è fin troppo poco chiaro e destinato ad una interpretazione soggettiva. Come formalizzare in un codice tali aspetti? Inoltre il contenuto e la sua forma sono due cose differenti: le idee, almeno a parer mio, non dovrebbero essere fermate, ma solo espresse civilmente: quelle a noi opposte non potranno che farci crescere
  • Non diremo nulla online che non diremo di persona: è un po' eccessivo. Se lo si fa rientrare nel punto precedente (ma allora diventa inutile), potrebbe anche essere sensato, ma in senso assoluto impedisce certi tipi di approcci che sono proprio tipici del mezzo.
    Senza esagerazioni.
  • Ci metteremo in contatto privatamente, prima di rispondere di persona: e come caspita si fa? A parte il non conoscere le info di contatto dell'interlocutore, nella maggioranza dei casi, ma che razza di carico ci si rischia di sobbarcare? O'Reilly avrà anche una redazione di supporto, ma voi e io, che già impegnamo le nostre nottate per poter scrivere queste due righe? (smettetela di fare ironia sul conteggio dei miei accessi, l'impegno sarebbe notevolissimo). Ben volentieri laddove sia importante, interessante e possibile (come nel caso che mi ha impegnato così tanto e che citavo), ma un impegno così profondo non è alla portata di tutti. Tim, hai forse paura della mia concorrenza?
  • Prenderemo delle azioni se qualcuno attacca un altro in modo ingiusto: qui potremmo dargli anche ragione - la spada che difende i bisognosi, l'ira che si abbatte sui malvagi. Resterebbe sempre il dubbio della definizione di un attacco ingiusto, ma è quanto facciamo con le moderazioni ai commenti. Solo che, con la stella dello sceriffo sul petto, potremmo essere apostrofati per non aver fatto il nostro dovere da chi ha una visione diversa dalla nostra. E aumenterebbero ancora di più gli sforzi di moderazione, in un loop che potrebbe non finire.
  • Non ammetteremo commenti anonimi: o bella, perchè mai? Una volta attivata la moderazione, perchè non permettere i commenti anonimi? Ne parla anche lui nelle 'lezioni imparate', ma insiste... A mio modo di vedere servono per permettere ai più timidi ed insicuri di far sentire la propria voce: rientrano, quindi, nella difesa dei deboli
  • Ignoreremo i trolls: sarà anche un metodo per liberarsene, ma personalmente ritengo che sia meglio parlarci. Non necessariamente direttamente sul blog. Non lasciando via libera agli insulti. Uno svantaggio: aumento dell'impegno necessario, come in un punto precedente. Vero, allora cogliamo il suggerimento e lasciamoci aperta la possibilità di ignorarli quando siamo sommersi dal lavoro.

Il vero punto, a mio parere, è che un codice non va scritto e condiviso, ma va vissuto, sentito, interiorizzato.
Come il codice dei Wooster: non troveremo mai il foglio con l'elenco dei punti da seguire, perchè è un modo di vivere e di comportarsi (l'esistenza dell'antenato, solo una scusa).
O, al limite, come l'Olaf di Vecchioni, che supera il vincolo formale facendolo proprio.

Mettere le stelline sul proprio blog sarebbe come scrivere da soli il proprio nome nella lista dei buoni, alla lavagna: non serve a nulla se non li siamo davvero, anzi.

Bye
    Depa

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martedì 17 aprile 2007

Giochiamo



Second Life. Vita alternativa. Fuga dalla realtà. Realtà ricostruita. Nowhere place in cui abbiamo il coraggio di rischiare, perchè non perdiamo nulla. Nowhere man. Incontri. Giochi.
L'homo ludens ha bisogno di estraniarsi. Recupera tempo al lavoro e, al posto che spenderlo nella vita, gioca.
Un po' come me, con questo blog, quanto sto giocando?
Avremmo ben altre cose più importanti da fare.
Esistono obiettivi assoluti e, invece, perdiamo tempo a giocare.

Siccome continuo ad essere adamantino nella mia ricerca di tali obiettivi e non mi lascio distrarre da nulla, non gioco mica, io.

Mi diverto di più a programmarli, i videogiochi.
Dopo il lavoro, per estraniarmi dall'informatica.



Da piccolino, correva l'anno (scolastico) 1982-1983, iniziai a programmare.
Seguii un corso, consigliato da un compagno di classe.
Ai tempi i PC non erano diffusi. Quasi non esistevano.
Infatti, io immaginavo di trovarmi di fronte ad una specie di armadio, con tante lucine colorate, bocche metalliche da cui doveva uscire un rotolo di carta, nastri che continuavano ad avvolgersi ininterrottamente.
Un po' come il computer di Spazio 1999 (mi piaceva, l'ho visto di recente, che tristezza...).

Invece no. Un VIC 20. 1,5K di RAM.
Un corso impostato molto bene: flow-chart fin dal primo giorno (e che altro volevate, con 1,5K? Più si sta lontani dal televisore - non monitor, televisore -, meno se ne vedono i limiti).

Alla fine ero convinto di saper programmare.
I miei cedettero e mi comprarono uno Spectrum (ma davvero, chiesi ai miei insegnanti, può arrivare a 48K? Con 8 colori e con i suoni? E il controllo sul singolo pixel? Beh, se c'è scritto su Byte, sarà vero).

Cosa fa un ragazzino che sa programmare, con il suo nuovo PC? Si programma Pac-Man, ovviamente.
Scoprii che non sapevo programmare.
Ci persi dietro tutta l'estate, per imparare a farlo (beh, insomma...).
Ben prima della fine dell'estate il mio Pac-Man aveva 5 livelli e 1 fantasma che mi inseguiva con cattiveria inusitata (al livello 5 mi mangiava in 7 secondi, alla faccia della giocabilità).

Programmai anche un gioco di una rana che stava su una foglia e doveva cercare di saltare, mangiarsi gli insetti che passavano, senza essere divorata da un improbabile uccello (rappresentato da 3 asterischi, lo ricordo ancora) e senza cadere in acqua.

Tradussi un bellissimo gioco che trovai su un giornale (in inglese) scritto per lo ZX81.
Mi insegnò che si possono creare n stanze, completamente differenti ogni volta che si gioca, completamente identiche ogni volta che si entra e si esce all'interno della stessa partita, dovendo memorizzare un solo byte di informazione.
Il seed della funzione random, ovviamente.

L'anno dopo, per riuscire a programmare un videogioco di corse di automobili, con scrolling verticale della strada, fui costretto ad imparare l'assembler dello Z80.

L'anno dopo lessi il famoso testo di Hofstadter sull'AI e persi la testa (ma questa è un'altra storia).

Non ho mai smesso, però, di programmare videogiochi, per divertimento.

E solo perchè non mi lasciano farlo per lavoro: non avete idea di quanto mi piacerebbe poter essere responsabile di un progetto simile, della durata di 5 anni, con un team di 20 persone, con background culturali e talenti totalmente differenti.

E, marketing o non marketing, se funziona o no, se piace o no, lo si capisce.
Perchè la programmazione di videogiochi, ha dentro grandi complessità.
Enormi complessità logiche.
E' una sfida continua. (il fatto che la vincano sempre loro è un'altra questione).

Ovvio che, ancora oggi, sia interessato dalla notizia dell'uscita dalla beta di uno YouTube per i videogiochi, che si chiama Kongregate.
Ovvio che sia deluso: ma si può, accettare solo videogiochi in Flash? I primi in cui mi sono imbattuto avevano pure una grafica da sito.
Che tristezza.

Tanto per tanto, quasi mi divertirebbe di più partecipare alla comunità di GameMaker.
GameMaker, oggi arrivato alla versione 7, è un simpatico strumento, creato da un professore universitario (o dalle tesi dei suoi studenti?), che permette di sviluppare giochi semplici in modo semplice, senza programmare (seguendo un modello ad eventi e utilizzando delle iconcine, come comandi), e giochi più complessi programmando (ad oggetti, con qualche limitazione).
Ne esiste una versione free, con un po' di funzionalità disabilitate, ma con quelle abilitate si possono già fare cose serie.
E tra quelle abilitate ne troverete una che permette di postare il vostro gioco sul sito della community.

E' famoso, GameMaker. Mi ha fatto divertire, fin dalla versione 5. Se programmare con lui è un po' come giocare a Tetris, a me serve qualcosa di rapportabile ad Oblivion (per la mia rabbia enorme mi servono giganti avrebbe detto Cyrano - va beh, Oblivion forse è un po' troppo, non ho così tanto tempo libero da dedicare alla programmazione di videogiochi, ma spero abbiate capito il concetto).

Fortuna che c'è Java e, soprattutto, che c'è un altro professore, Andrew Davison, che ha pubblicato online le primissime versioni di un suo bellissimo libro: Killer Game Programming in Java.

Che inizia spiegando che è ora di piantarla di dire che serve per forza il C, per andar veloci.
Che scrive una appendice che spiega cosa cercare, quando si scava nella Garbage Collection.
Che prosegue spiegandovi tutto sui timer di Java (con fare universitario, quindi esagera pure).
Che vi porta a fare, passo passo, in nemmeno 12 capitoli, giochi in 2D, come applicazioni (full screen e windowed), applet e Java Web Start.
Con una pretesa di framework (termine un po' eccessivo, nel caso specifico), con musica, side scrolling, Sprite.
Fino ai giochi isometrici tile-based.
Il tutto condito con diagrammi UML, così se non sapete progettare e programmare, lo imparate (scherzo: se non sapete programmare e progettare non riuscite neppure a leggerlo, questo libro).

Per chi sopravvive ai primi capitoli (non dovrebbe essere impossibile), ce ne sono molti di più sulla programmazione con Java3D (con chicca sulla generazione di alberi che crescono).
Per chi regge anche questi (non è da tutti), ci sono i capitoli sui controlli di input non standard (dalla Webcam, al Gamepad, al controllo del braccio dell'omino del videogioco con il nostro braccio destro, al guanto per la realtà virtuale, che certamente avrete tutti a casa).
E poi, JOGL (wrapper attorno ad OpenGL), giochi in rete, J2ME, Bluetooth, Mobile3D.
Serve altro?

Consigliato a chi pensa di conoscere Java.
Me compreso.

Bye
    Depa

P.S.: comunque potrebbe essere interessante mettersi a fare un framework che frulli assieme dei tool simil-GameMaker con le possibilità evidenziate dal testo di Davison...

[... continua ...] Leggi tutto

venerdì 6 aprile 2007

Joost Jump



Forse quelli di Babelgum hanno paura di una recensione come quella di qualche giorno fa su Democracy Player, visto che hanno completamente finto di ignorare la mia richiesta di partecipare alla beta. Forse pensavano che un giudizio tecnico di livello, come quello già fornito per Joost fosse ancora troppo prematuro. Forse volevano solo evitare un confronto?

Tutti quelli tra voi che hanno detto che semplicemente non si saranno accorti della mia esistenza (e figurarsi se hanno letto i post) possono anche fare il favore di andarsene subito, tanto non siamo mai stati amici.

Per gli altri fornirò un ulteriore approfondimento su Joost, assolutamente necessario dopo l'uscita, 3-4 giorni fa, della beta 0.9, seguita immediatamente dalla 0.9.1: nonostante abbiano peggiorato l'accesso al sito, che ora si riesce a non utilizzare in 3 modi differenti a seconda che usiate IE, Firefox o Opera, dal client si ottengono nuovi contenuti e funzionalità migliorate.

Hanno fornito anche informazioni aggiuntive, molto interessanti, relative a quali canali sono al momento previsti in quali paesi.

Un bel salto, qualcosa che giustifica veramente il cambiamento di numerazione nella release.



Iniziamo col dire che lo so da me che non va mica bene passare troppo tempo di fronte alla TV e che sarebbe meglio andare a fare dei giri, soprattutto potendo sfruttare una residenza tra le Alpi ed il lago Maggiore.
A mia parziale discolpa (o forse, al contrario, a peggiorare la situazione), lo sapete anche voi che quando torno a casa, non riesco a fare a meno di completare le 12 ore di lavoro con altre 4 a vagolare tra la programmazione ed la navigazione sul Web, probabilmente a causa di qualche virus che ha risparmiato il mio PC, ma non me.

Quindi, torniamo a Joost.
La prima e fondamentale nota riguarda il numero di canali, che sono passati da 38, a 37 nei giorni immediatamente successivi al mio precedente post, ai 67 negli ultimi due giorni. E' comparso, chi mai avrebbe potuto immaginarlo, anche un canale di calcio (ve lo dico anche se a me non interessa, perchè so che c'è gente che lo segue).

Soprattutto ora ci sono anche contenuti che mi interessano decisamente di più, dagli hobby (chitarra, disegno, etc.), alla fantascienza, alla cucina.

Anzi, dopo aver finito questo post, ricordatemi che devo finire il programma che spiega alcuni giochi di prestigio, che ho iniziato ieri e ho dovuto lasciare subito perchè dovevo finire un lavoro.
Ho potuto farlo a cuor leggero perchè, finalmente, è possibile saltare i pezzi già visti, spostando avanti un cursorino. Raggiungere il punto di interesse non è immediato, dicono che ci stanno lavorando, ma è già buono, quando si arriva a metà di un programma di due ore e non si vuole rivedere la prima. Cursore a parte, in realtà, secondo quanto ho letto, dovrebbe ripartire addirittura da dove ho spento. Sperem...

Anche l'organizzazione è migliorata, con comparsa di categorie e guide maggiormente configurabili.

Rispetto alle prove di qualche settimana fa, però, ieri sera, a mezzanotte, era quasi inguardabile per quanto andava a scatti e una volta ho dovuto agire con la forza (taskmanager). Stasera riprovo per capire se si trattava di problema della nuova 0.9.1 o semplicemente di orario - forse troppe persone collegate? a mezzanotte da noi, negli USA intorno delle 17:00: potevano essere sotto stress i server. Sarebbe anche possibile se tutti hanno ricevuto, come me, 5 inviti da dare in giro agli amici: partendo dai precedenti 80.000 beta tester, si arriverebbe a 400.000 ed inizia ad essere un bello stress-test.

Sempre un po' deludente, anche se un filo meglio della volta scorsa, l'aspetto widget. Questa è l'area su cui mi sembra stiano annunciando future evoluzioni.
E, da bravi informatici, attendiamo di vedere cosa si potrà fare con le API che dovrebbero pubblicare a breve.

Nel frattempo, più lo guardo più lo vedo come concorrente della TV tradizionale e non scambierei la libertà (fin troppa, a volte) e la freschezza di YouTube con la qualità offerta da Joost, ma secondo schemi troppo consueti.

Bye
    Depa

P.S.: qualcuno di voi ha un invito per Babelgum? A me non interessano veramente i programmi: mi piace giocare con le novità.

[... continua ...] Leggi tutto

mercoledì 4 aprile 2007

Esagoni e carte



Il 29 maggio 1848 la ritirata strategica piemontese nella battaglia di Curtatone Montanara è stata il presupposto per la seguente più importante vittoria nei pressi di Goito. Grazie anche al valore degli Universitari delle università di Bologna, Ferrara, Modena, Padova, Parma, Pavia, Pisa, Siena e Trieste (ho studiato a Pavia e l'Università chiude per commemorare i caduti in quella battaglia, ricordati anche con una gara di canottaggio tra Pavia e Pisa).

Ovviamente state giustamente pensando che la mia immensa cultura non ha limiti ed anche sulla storia me la cavo mica male.
Farò finta di non sentire il borbottio di fondo dei soliti pochi riguardo a fantomatiche mie ricerche a caso sulla Wikipedia e conseguente ricamarci sopra per scrivere un post (è inutile che neghiate, quando non avete neppure il coraggio di guardarmi negli occhi).

Siccome tengo molto alla vostra educazione, vi risponderò con i fatti, fornendovi qualche informazione aggiuntiva e dimostrandovi le mie solidissime basi.
Condivise, peraltro, anche da personaggi illustri come Leopardi (e ogni critico onesto non potrà che convenire) quando associava gli studi leggiadri alle sudate carte, riferendosi, come sto per fare io, proprio al tempo passato a giocare ai wargame.



Giocare o imparare?
Finchè si è piccoli il primo è propedeutico al secondo.
Crescendo, il secondo fornisce una buona scusa al primo (quando, ovviamente, non ci si aliena su Second Life per garantire una decente vita sociale al nostro avatar e con il solo illusorio conforto che anche lì si parli di cultura, quando il marketing pensa di tirare in ballo personaggi risorgimentali).

Quelli tra noi che, diventando più grandicelli, hanno cercato ancora di giocare con i soldatini, infatti, hanno pensato bene di confermare le teorie evolutive relative all'homo ludens mettendosi a studiare la storia, le evoluzioni delle divise (competenza immancabile nel bagaglio di ogni grande artista che voglia dipingere personalmente i propri modellini), le tattiche di guerra.

Arrivando pure a leggere quel von Clausewitz che mio padre, generale dell'esercito italiano, ricordava con terrore dai tempi della Scuola di Guerra, sostenendo che, come mattone, Della Guerra nulla avesse da invidiare alla Critica della ragion pura di Kant. Per completezza di cronaca e onestà intellettuale non possiamo dimenticare che quelli che cercavano le proprie radici filosofiche nell'estremo oriente, preferivano, invece, i famosi detti di Sun Tzu.

Entrambi, tra l'altro, riutilizzabili nella seguente (o parallela) vita lavorativa, come citazioni da giocarsi quando si parla di mercati da conquistare o azioni di marketing (disciplina che desume molta della propria terminologia proprio da quella militare) o quando si deve definire un piano di progetto di emergenza.
L'evoluzione delle divise continua e credo che sia quasi banale sostenere che le cravatte e le giacche debbano rientrare a giusto titolo in questo elenco.

Si può giocare ad un wargame anche senza preoccuparsi della storia (quando, addirittura, non si devia, come con Warhammer, sul fantasy: bisogna studiare meno, i testi di riferimento sono più facili, per puro caso richiamano vagamente i film ed i gadget che si stanno vendendo su altri canali, etc. etc.).

Ma se non ti crei un background solido (e questo vale anche per ambientazioni fantasy), non sarai mai un vero giocatore e smetterai certamente alle prime difficoltà (a pag. 10 del manuale di istruzioni, dove iniziano a comparire le tabelle dei costi di movimento ed i concetti di ZOC - ZOna di Controllo - o simili).
Nascondere il tedio del calcolo e della continua consultazione sostituendo le tabelle con dei videogame non serve a molto per continuare, se non studiate anche l'ambientazione, le circostanze di contorno alla battaglia. E il suo esito, ovviamente, per cercare di ribaltarlo: se vinciamo a Waterloo nei panni di Napoleone, non battiamo solo il duca di Wellington, ma, ben più importante, lo stratega per eccellenza stesso, ancora una volta, sul quello stesso campo - il fatto che lui non vedesse il tavolo dall'alto, che non potesse ripetere 10 volte la battaglia prima di vincerla e che si trovasse di fronte un altro vero generale e non il nostro amico, notoriamente un inetto a questo gioco, sono solo scuse meschine che da una persona del livello di Napoleone, davvero, non ci saremmo mai aspettati di sentire).

Chi riesce a darsi delle motivazioni in questo senso diventa un grognard (ovvero un giocatore di wargame, in una accezione che tende a sottolineare una certa esperienza): non un guerrafondaio, ma un giocherellone serio e colto, sostenitore della sostanza.
Se fosse un amante della forma gli sarebbe inacettabile poter passare le giornate davanti a quadratini di cartone di mezzo centimetro di lato, con simboli elementari al posto di disegni e numerini sopra e sotto (è accettabile sostituire i quadratini di cartone con delle figure tridimensionali colorate, ma solo per maggior rigore storico o per rendere più realistica la ricostruzione).

Il grognard è anche un tipo preciso: le unità si muovono su esagoni, nelle 6 direzioni indicate dai lati, perchè con questi poligoni è possibile riempire completamente un'area (il tavolo da gioco) senza lasciare buchi e garantendo che dal centro di un esagono al centro dell'altro sia costante la distanza. Per simulare maggiormente alla realtà è possibile permettere alle unità di muoversi in ogni direzione solo laddove ci si accordi per procurarsi un metro flessibile per controllare inflessibilmente le distanze misurate.

Un hobby a tutto tondo, quindi, che permette non solo di crescere nella cultura della storia e dell'arte, ma di bilanciarle con la precisione di matematica e geometria.

Chiaramente, se ora non vi raccontassi che anche Internet deve essere considerato terreno di conquista e fonte di ulteriore conoscenza dovreste controllare bene il titolo del blog per verificare di non essere stati rediretti altrove.

E' facile, partendo da Web Grognard, trovare i link che permettono di fornire le basi per gestire combattimenti navali nell'800, per poi trovarsi ad approfondire i dettagli storici su Line of Fire di History Channel per ricordare l'ingegno, il coraggio e l'estremo saluto di Nelson nella battaglia di Trafalgar, che chiarì a tutti cosa voleva dire la supremazia inglese sui mari per quasi un secolo.

Potete sfruttare la macchina del tempo e rispolverare il valore degli antichi, prima della polvere da sparo, recuperando le regole classiche di Ancients, basate su esagoni, ed i diversi scenari (mai venuta voglia di evitare che Orlando cerchi di spezzare Durlindana alla fine della battaglia di Roncisvalle, prima di morire?).

Ce ne sono tanti altri, di link simili (quasi tutti reperibili da Web Gognard), ma il punto è che da anni, oramai, vivo in una città diversa da quella in cui risiedono gli amici che mi piaceva affrontare su questi campi.
Ma, ancora una volta, il Web, la piattaforma che, di mestiere, mette in contatto persone lontane, potrebbe venire in aiuto. Per esempio con Vassal, sistema che permette di ridefinire un intero board game su PC e trasmettere i nostri spostamenti sugli esagoni via email (no, non in diretta: stiamo giocando con tempi lunghi, le mosse possono richiedere anche mezz'ora, la mail è lo strumento corretto).

Certo, oltre alla lontananza non ho più neppure tutto tutto il tempo che avevo ai tempi del liceo o dell'Università. Leopardi, da suo pari, già aveva capito la risposta al problema: è, infatti possibile ricorrere a wargame più rapidi e facilmente trasportabili, usando, come il poeta rimembrava a Silvia, (mazzi di) carte (che sarebbe meglio non fossero sudate, perchè rischierebbero di essere riconoscibili come se fossero segnate, come potrebbe notare subito qualche giocatore più esperto).

Anche in questo caso esiste uno specifico programma che ci permette di giocare via Internet, Thoth, con carte predefinite o regole facilmente rintracciabili (es: Hoplites) dalle quali lasciarsi ispirare per disegnarne di nostre.

Ci sono battaglie perse in partenza e anche questo espediente delle carte non basta più per i miei pochi istanti di libertà.
Forse, sintetizzando un po' questi post potrei tornare a giocare...

Chi di voi ha detto che prima sarebbe meglio vivere che giocare?

Bye
    Depa

P.S.: se siete in viaggio e non sapete cosa fare, esistono anche carta e penna e un altro po' di regole che potrete trovare, per es., presso il sito di Warp Spawn Games.

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lunedì 26 marzo 2007

Adelante, presto, e con un po' meno juicio


Ne ho letto bene altrove da utenti famosi e anche da un punto di vista tecnico, per non parlare della voce più autorevole del lifestyle tecnologico: anche Wired gli dà il suo voto. Se vince queste elezioni, vorrà dire che andrò all'opposizione.

Oggi ho installato Democracy Player e ne sono rimasto profondamente deluso.

Ne ha giovato, però, il mio lavoro, perchè l'ho trovato improvvisamente decisamente più interessante.
E pure la lunghezza di questo post, uno dei più corti delle ultime settimane.
Mi rifiuto pure di aggiungere un'immagine a mo' di protesta sindacale.



Se avete tempo 15 minuti per vedere qualcosa nella pausa pranzo, non perdeteli con Democracy Player.
A meno che non l'abbiate lasciato acceso tutta la mattina, per scaricarvi un unico file.

E' lento nel permettervi di usufruire dei video.
E' mortalmente lento nel fare le ricerche.

E' una sorta di download manager e video player, con alcune (poche e banali) pretese social.
Stream come quelli a cui ci stiamo abituando con Joost e YouTube, neanche a parlarne.
Potete cercare su più fonti video (YouTube, Yahoo e Google Video e altri 3 o 4), ma se dai siti originali li potete vedere durante il download, qui dovete aspettare che finisca. Quindi, un filmato di 15 minuti, che avreste visto in 15 minuti con YouTube, ve lo potete vedere in 15 minuti più altri 10 di download.

Assurdo.

Se, per caso, vi sbagliate e cliccate su un altro link qualunque all'interno del programma, dovete ripartire da capo. Davvero non è proponibile una ripresa del download, che già si usava 5 anni fa? I filmati occupano spazio? Ma se una delle caratteristiche del player è quella di salvare i filmati in locale per rivederli (con expire in 5 giorni, di default) anche off-line... (saremo mai off-line, nei prossimi anni?).

E comunque, basterebbe aggiungere una funzionalità per decidere quali di quelli in sospeso cancellare, magari con reminder prima di uscire dal player.

Come tipologia di contenuti trovate quelli delle fonti che avete già nei bookmark, più qualche vblog (video blog).

Stessa qualità video e audio, ovviamente.
No, in realtà avete anche qualche canale in più con la possibilità di accedere a video di altissima qualità.
Fatelo voi, però, perchè io ci ho provato, ma ci volevano oltre 45 minuti, per scaricarli a 4Mbit.

La televisione del futuro?
Effettivamente, se andiamo avanti con i reality che ci propinano, nel futuro potremmo anche arrivare a farci altrettanto male anche con la TV, ma non vedo un solo motivo per anticipare i tempi.

Non posso ottenere lo stream di YouTube, Yahoo e Google e mi vengono filtrate, riducendole di parecchio rispetto ai siti, le funzionalità.
Non posso avere la qualità di Joost.
Se faccio una ricerca devo aspettare un sacco di tempo.
I bookmark posso averli anche nel mio browser.

Qualcuno, per favore, mi spieghi a cosa serve questo oggetto, mi devo essere perso qualche voce di menù.
Come ha fatto a diventare così famoso?

Voglio essere positivo a tutti i costi, però:
- è in grado di gestire un elevatissimo numero di formati video
- è GPL, quindi si può leggere il codice ed imparare come è fatto. Sempre che serva a qualcuno, ovviamente.
- siamo alla versione 0.9.5: prima di arrivare alla 1.0 potrebbero (ma ci sono pochi numeri di release ancora disponibili!) anche riuscire a correggere il tiro qui e là.

Bye
    Depa

P.S.: volevo dargli una seconda possibilità, l'ho ricliccato, forse mi sono perso delle preferences (a parte il fatto che scegliere dei comportamenti di default come quelli impostati sarebbe persino peggio).
Ottengo:
XML Parsing Error: undefined entity
Location: chrome://dtv/content/main.xul
Line Number 8, Column 1:<window id="main" title="&main.title;"
^

Si è eliminato da solo. Ha fatto bene. Questa volta sì, che mi ha fatto risparmiare tempo.

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giovedì 15 marzo 2007

Just another brick in the wall?


Siete stanchi voi per aver letto quelle due righe sul Web Semantico?
Cosa dovrei dire io che le ho scritte?

Infatti mi sono preso una pausa.
Ho deciso di giocare con mia figlia con i LEGO.

Mi ricordavo che era divertente, anche se, certamente, non c'erano tutti quei pezzi, quando ero piccolo io.

E' un continuo fare e disfare.
E' quasi piacevole sentire i pezzi che si incastrano. Invece odio doverli separare.
Mia figlia no, a 4 anni le piace di più distruggere. Di solito dopo un quarto d'ora di mie costruzioni.
Oh, guarda, c'è anche un libretto di istruzioni, così si può fare qualcosa di più complicato.

C'è una sigla, 7795 Deluxe Starter Set, ovviamente sono numerati.

Chissà cos'altro ci può essere dopo questo set iniziale.

Non dovevo chiedermelo, vero?
Voi lo sapevate e non mi avete fermato.
Lo avete fatto apposta, dite la verità.



Ci vuole un attimo. Ci si siede di fronte al monitor solo per un momento.
Un istante dopo ci si infila in uno user group.

Ci sono set per tutti gli argomenti.

Ci sarà anche la storia, da qualche parte? No, quella è solo sulla Wikipedia.
Ah, erano falegnami, come Geppetto.

E come lui hanno iniziato a fare giochi che sono in grado di muoversi da soli. Gli hanno messo sensori e motori.
Si chiamano Mindstorms.
Sono programmabili.

Anche in Java.
Ne voglio uno.

Aspetta, vedi mai che su YouTube mi fanno vedere come funziona.

Secondo errore.

Uno dei filmati che ho trovato lo avete visto all'inizio del post.
Sono bellissime le esplosioni con i mattoncini che volano da tutte le parti e le continue ricostruzioni delle astronavi.
Se volete vedere da capo tutto Star Wars, fatto a pezzi ('mattoncini'?) di 2-7 minuti, potete anche riuscirci, secondo me.

Sono convinto che, in termini di contenuti, potrebbe far contento anche l'anonimo che mi ha scritto a proposito di Joost.
Anche se non conosco i suoi gusti, se non altro siamo di fronte a qualcosa che non viene trasmesso spesso.

Un consiglio, però: non andate a cercarne altri, a meno che non vogliate divorziare. O perdere il lavoro.
O perdere la testa.

Però, certo che li hanno animati bene, vero? Belli fluidi, fin troppo morbidi.
Caspita, chissà quanto tempo c'è voluto.
Anche se avessero avuto un CAD, ci potrebbe voler.... ferma tutto. Vuoi mica che ci sia anche un CAD, vero?

Terzo errore.
Mia figlia si lamenta che non gioco mai con lei e lavoro sempre troppo con il computer.
Insomma, non sto ben cercando queste istruzioni per lei?

Vediamo un po' LDraw, MLCad e il suo tutorial (guarda, combinazione, costruiscono proprio un'astronave), scarichiamo, ah, si integra anche a POV-RAY per il rendering,...
Scusate, cosa fate qui? Che c'è da guardare? Tornate a leggere un'altra volta, non vedete che ho da fare?

Bye
    Depa
P.S.: c'è anche un wargame, e il conteggio dei danni fa saltare un corrispondente numero di mattoncini sull'unità...

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venerdì 9 marzo 2007

A Venezia, 'giust' si scrive Joost?



Sono un po' meno arrabbiato. Sono riuscito, infatti, ad essere tra i pochi (80.000 a cicca e spanna, non vi dico il casino quando ci si trova al bar) che hanno ricevuto un invito per poter accedere alla fase finale della beta di Joost (grazie, nel mio caso, ad una vecchia conoscenza che, tra l'altro, mi sa che dica meno di quanto sappia).

Per quelli che non sanno di cosa si tratta e che non sono invidiosi (ma anche per gli altri, per i quali scrivo più volentieri questo post), a parte rimandarli sul sito ufficiale, proverò a spiegare perchè mi sono divertito, nella prima prova.



Essenzialmente si tratta di poter vedere la tv su Internet, on demand e in modo interattivo (come YouTube? noooo, smettetela di interrompere, ho appena iniziato, così non si finisce più).

Intanto, si parte con ottime referenze: ho letto qualche blog sull'argomento (sapete, per non riscrivervi cose che avete già letto) e per la storia del nome (che ora non significa nulla, ma prima ha fatto parlare di sè), dei suoi fondatori (Skype lo conosco e lo uso mentre, chiedo venia, non ho mai usato Kazaa...) vi rimando ad altre fonti (va beh, ovviamente esiste anche la solita voce della Wikipedia, che mi sembra colpevolmente fin troppo al corrente dello stato di avanzamento e delle tecnologie alla base di questo prodotto - P2PTV, XULRunner, strumento alla base anche di Firefox e, soprattutto, del player video Democracy, H.264/MPEG-4 AVC digital video codec, etc. etc. ).

I contenuti arrivano principalmente da network televisivi (ma non ci si può far mancare quelli degli utenti, che, però, sono prima visionati dallo staff, per verificarne il livello e cercare di ridurre problemi di copyright) e sono tutti autorizzati.

La qualità è molto elevata (non ancora da TV, ma ci stiamo avvicinando a grandi passettoni), su un altro pianeta rispetto a YouTube (anche in full screen).

La durata dei contenuti è di un altro ordine di grandezza, si arriva fino a film completi, che vi potete vedere quando vi pare (e, pare, circa il 90% dei contenuti saranno gratis).

Siccome lo scopo dichiarato è quello di "combinare il meglio della TV ed il meglio di Internet", sono previsti ulteriori livelli di interazione, tipici di Internet (es: che ne pensate di commentare via chat il video che state vedendo insieme ad un vostro amico? Ci sarebbe solo il problema di sincronizzare i due video, suppongo, ma non sono stato in grado di far prove in questo senso, nell'ultima beta).

Ho provato il client beta (versione 0.8.1 del 28 febb.) da casa, con una connessione flat a 4M (a consumo non è consigliabile: parte 1Gb di banda in 10 ore...), con Windows XP e il primo commento è: WOW!!!

Considerando (anche nel seguito), che si tratta di una beta, direi che allo stato attuale non sembra affatto male e gli annunci di uscita per maggio-giugno, sembrano realistici.

Iniziamo con la qualità del video. Se dovessi basarmi sulla breve descrizione della tecnologia P2PTV della solita Wikipedia dovrei aspettarmi una fluidità non perfetta. Sarò stato fortunato, ma in 2 ore di giri, tra formato windowed e full screen avrò visto massimo tre-quattro salti, nello stream (senza ridimensionare o spostare la finestra: se la ridimensionate, si vedono).

La risoluzione è, a mio parere, decisamente meglio in Joost a full screen che in YouTube a 425x350, anche se da YouTube prendiamo un filmato di una azienda del settore e non quello fatto dal vicino di casa. Al punto che non ha quasi nemmeno senso fare il confronto. I quadretti si vedono anche in formato windowed, ma, spesso, bisogna farci attenzione.

Se spostate appena il mouse, compaiono, in sovraimpressione, i controlli (widget) trasparenti. Sono leggibilissimi e lasciano anche vedere il programma. Se devo proprio trovare un difetto, (soprattutto quelli della sezione My Joost, che permette di far comparire i ticker delle news e la chat, per fare un esempio), occupano un po' troppo spazio, per i miei gusti.
Mi rendo conto, peraltro, che ci sono anche persone meno esperte e questo, certamente, è un prodotto rivolto anche a loro.

Solo una piccola digressione: le funzionalità per l'interattività, i rapporti sociali, condivisione e tutto il rimanente carburante marketing del Web 2.0, sono ancora piuttosto ridotti ed in fase embrionale: probabilmente il loro sviluppo costituirà l'attività principale dei prossimi mesi, insieme alla ricerca di nuovi contenuti (aiuterà avere a disposizione XULRunner?).

L'interfaccia mi è sembrata parecchio intuitiva, credo di aver trovato tutto quello che cercavo entro il secondo tentativo (eppure c'è un tizio che, a quanto pare, non ha visto l'icona che porta da full screen ad una finestra più piccola - la si vede quasi nella foto che apre il post - quindi non si finisce mai di migliorare, in questo senso).

Al momento, ho contato 38 canali, ognuno con qualche decina di programmi. Un post di 6 giorni fa ne riporta circa 27: o uno dei due non sa contare, o stanno aumentando in fretta.
E siamo solo alla beta e mancano ancora circa altri 3 mesi.

Qualcuno sostiene che siano un po' poveri: infatti manca un canale di fantascienza (ce n'è uno a cartoni animati, ma guardateveli voi).

O forse è che sono io che non lo trovo? In effetti la search interna potrebbe migliorare un poco: ora cerca solo sui titoli, se cercasse anche nelle descrizioni di canali e programmi potrebbe aiutare...

Non andrò avanti ancora sul mio primo test: se troverò novità o cose interessanti ve lo farò sapere.

Volevo solo chiudere con una considerazione.
Qualcuno ha accennato, seppur, ritengo, in modo provocatorio, alla fine di YouTube che, tra l'altro, sta affrontando problemi seri. Pare che le alleanze strategiche si stiano, almeno in parte, spostando da YouTube a Joost, in questo campo. Senza contare che sta nascendo una simile esperienza italiana, Babelgum (di cui, magari, parleremo se riuscirò a provare la beta anche di quella).

Non viene citato spesso, ma, per esempio, tra i discendenti di YouTube, a me piace molto Expert Village, che riporta video selezionati di istruttori in diverse materie (cerca cerca, in YouTube trovate anche informazioni più avanzate, ma sono molto meno strutturate e si perde un sacco di tempo).

E' evidente che il panorama di questo tipo di siti è destinato ad espandersi.

Certamente si dovranno spartire la torta, quindi potrebbero perdersi degli utenti. Ma i target indirizzati mi sembrano, al momento, parecchio diversi.
Certamente, se Joost non sarà disponibile anche all'interno del browser, potrebbe incontrare qualche difficoltà di diffusione (non ho notizie in questo senso, ma mi sembra che provi a fare il contrario, a integrare dentro di se le informazioni del Web).

Io ho il satellite, ma giro su YouTube perchè mi fornisce informazioni che non trovo altrove.
Ecco, direi che il concorrente diretto di Joost sono, piuttosto, i canali satellitari, che forniscono contenuti simili a quelli di Joost, ma solo sempre quando non sono in casa (e non provate a suggerirmi di andare a districarmi tra le scart dei vari apparecchi - ancora di meno provate a cercare di vendermi un top box con hard disk per registrarci sopra i film).

Pensierino per la sera
Integrare TV ed internet potrebbe abbattere le barriere generazionali tra la generazione di Internet (l'ultima, io ne sono già escluso) e quella televisiva (la mia).
Se ci fosse anche la possibilità di videogiocare, tutto sullo stesso sito, potremmo riuscire a fare filotto e ad estraniarci completamente dal mondo reale.
E tutto volontariamente, a differenza di quanto succedeva in Matrix.

Adesso vado a spaccare un po' di legna (in senso figurato, come reazione: non penserete mica che ne sia davvero capace, vero?).

Bye
    Depa

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