mercoledì 30 aprile 2008

Come Leonardo


La nostra cultura si va pian piano specializzando e, parallelamente, inizo un po' un po' a rompermi di dover sapere solo una cosa.

Sono d'accordo con voi: sempre una in più di Socrate. Certo, ma non mi basta più, mi annoio, ecco.

Possiamo puntare a tornare (beh, in senso lato...) ad essere come Leonardo?

Da Vinci, intendo, non la targaruga ninja. No, non con la barba lunga e problemi nell'individuare la corretta direzione di scrittura. Con una cultura non più settoriale, ma globale, interdisciplinare, intendo.

Genii e sognatori che spaziano in ogni campo dello scibile umano (giusto per sentirci appena appena meno inferiori: qualcuno ha notizie riguardo a come se la cavasse con la musica? era da hit parade anche lì o non era neppure in grado di strimpellare neppure una canzone del Festival di Sanremo? un motivetto con l'armonica a bocca?).
Sono impazzito?

Me lo stavo giusto chiedendo l'altro giorno. Ad alta voce, in autobus.

Con tutti che mi guardavano in modo strano. Molto gentili, peraltro: quando siamo arrivati alla fermata si sono fatti da parte con sollecitudine e mi hanno fatto passare molto più in fretta del solito.

Giusto per non farmi alterare, potreste cercare di essere gentili anche voi e di continuare a leggere...



Ok. Stiamo per essere sommersi.

Da una parte dalla spazzatura reale, dall'altra da quella virtuale (per tacer del periodico circo politico appena concluso; se non fosse fuori tema, sarebbe pure da ricordare che qualcuno rischia pure di essere sommerso dall'acqua, causa scioglimento dei ghiacci - oppure da mio figlio, che proprio l'altro giorno si è svegliato, ha aperto l'acqua del bidè, non tralasciando di chiudere accuratamente il tappo, per poi, senza alcuna menzione all'esperimento in atto, venire a farci sapere che si era svegliato, che voleva far merenda e giocare per una mezz'oretta buona; e non c'è nulla da ridere; per tutti i casi citati).

Ogni giorno centinaia di milioni (in rapido aumento) di persone con dei problemi simili ai miei si mettono a scrivere di fatti loro o degli altri o di amenità del tipo più banale o curioso, riempiendo Internet di informazioni, talvolta pure utili.

I social network ci stanno spingendo a dialogare, a raccontarci, a fotografarci, a raccontare le nostre preferenze. Da una parte ci siamo costretti a firmare due volte in calce ad informative che non possiamo evitare di sottoscrivere, dall'altra facciamo fatica a trattenerci dal mettere su un sito per sbandierere le nostre preferenze sessuali, religiose e raccontare delle malattie che ci assillano.

Le enciclopedie e i dizionari si stanno collegando gli uni agli altri e qualcuno si lancia pure in traduzioni automagiche, che faranno pure ridere, ma permettono di raggiungere altre informazioni (dal russo e dal cinese, per esempio, non traducono peggio di quanto potrei fare io: ho già risolto almeno due-tre problemi capitati solo a me e a qualche abitante della Siberia, in questo modo).

Influencer di tutto il mondo, testate giornalistiche e servizi RSS ci tengono ad aiutarci a completare il rumore, cercando ognuno di attirare la nostra attenzione.

Abbiamo alcune scelte (certamente ce ne saranno altre, ma per ora accontentatevi, perchè su questo spazio decido io come perdere il tempo):
  • soccombere, mandare tutto al diavolo e ritirarci in un bosco a scambiar ghiande con gli scoiattoli
  • ritirarci in mediatazione (religiosa o meno, fate voi)
  • annullare la nostra intelligenza nei telefilm, nel calcio, nel sesso, nella musica, nelle scommesse, nei reality (o in quel caspita che più vi piace per farvi del male)
  • decidere per un solo interesse, affogarci dentro, cercare di seguire almeno quello (ma questa scelta sta diventando sempre più difficile e potremmo presto scoprire che il nostro solo interesse non era abbastanza settoriale, non abbastanza limitato per riuscire a dominarlo)
  • provare ad unirci, magari anche in qualche social network, per cercare di mettere ordine tutti assieme (è un'ottima soluzione, se manteniamo una finestra temporale di 1-3 mesi)
  • provare a reagire, a considerare che il mondo là fuori è sempre stato solo una memoria di massa di backup della nostra mente e che tale deve rimanere anche ora che la capacità di indirizzamento è aumentata

Smettetela di tirarvi gomitate, di scambiarvi occhiate d'intesa e di picchiettarvi le tempie con l'indice, vi vedo.

Provo a ridire con altre parole l'ultimo punto.

Quante cose ricordate, senza usare i sensi?
    Provate a ricordare un compagno (compagna, se pensate che vi ispiri maggiormente) di classe che non vedete da anni. Nei dettagli della curvatura del naso, della larghezza delle labbra, del colore e lunghezza dei capelli. Ce la fate?
    Com'era l'incipit di Sogno di una notte di mezza estate e come si chiamavano i personaggi?
    Canticchiate tutto Eskimo di Guccini.
    La prova del nove e la radice quadrata, CON PENNA E FOGLIO, come caspita si facevano?
    E' più ruvido il tessuto delle poltrone dei treni o la lama di una lima?

Nella testa avete un sacco di informazioni, molte delle quali si riducono a relazioni verso oggetti sfumati.

Un sacco di relazioni. Link. Che necessitano di refresh continui. Più li esperite, meglio li ricordate (questo lo sapevate già, ve l'hanno fatto notare da piccoli, costringendovi ad imparare a memoria Il sabato del villaggio, lo so, lo so,...). Per provarli ancora, c'è fuori il mondo, basta aprire gli occhi, toccare la lima, mettersi in poltrona ed accendere il CD.

Bene, sulla Rete è esattamente la stessa cosa. Solo che abbiamo fatto su un po' di casino. Tanto per cambiare.

Metteremo tutto a posto con il Web Semantico? Chi avrà voglia di compilare a manina tutta quella informazione che serve? Sarà fatto in automatico? Basterà? ...

Qualche altro tentativo di trovare un sentiero per uscirne c'è: aggregatori di RSS, social network che raggruppano social network (è un periodo che vengo bombardato da Plaxo Pulse, NotchUp e simili: prometto che prima o poi mi attivo e accetto i vostri inviti, solo un momento...), motori di ricerca, aggregatori di risultati di motori di ricerca...

Non sentite anche voi il bisogno di qualcosa di meglio?

Che so, un PIM molto evoluto, una MindMap a guida vocale, che memorizzi le ricerche e le metta in relazione, le ripeta da sola periodicamente, evidenziando le novità, proponendo dei riassunti di quello che ha trovato, annullando le ripetizioni inutili e i re-blog, proponendo solo le variazioni più interessanti allo stesso tema e fornendo una indicazione di credibilità (e non solo un page rank) dei vari testi (per esempio basata sulla presenza - e qualità, magari secondo criteri indicati da voi - di fonti e/o sulla quantità di ragionamenti simili, etc. etc.); che, intanto che siete lì a scrivere, suggerisca, nella colonna a destra, link ad argomenti interessanti e pertinenti (o anche solo relazionati) con il vostro testo, che vi avvicini a Leonardo, permettendovi di nuotare sopra e non sotto le onde, che vi picchietti sulle spalle per farvi voltare verso qualcosa di insolito e scrolli il capo se state scrivendo qualcosa che è già stata scritta su più di mille altri blog.

Lo scopo non dovrebbe essere ottenere il massimo dell'informazione (men che meno l'informazione che altri - il Marketing, quello con la M maiuscola - vorrebbero farci ricevere), ma ottenere l'informazione pertinente con un argomento che si definisce via via che procede il pensiero e la navigazione, che deriva, ma non è già incluso nelle chiavi di ricerca iniziali.

Lo scopo potrebbe essere quello di far nascere nuove idee, o anche solo fornire una visione del mondo più completa (stavo per scrivere coerente, ma è evidentemente un aggettivo ingenuo e presuntuoso).

Per raggiungere questi obiettivi è necessario, a mio parere, possedere una cultura multidisciplinare, che ci permetta di volare più in alto e di cogliere disegni più estesi.

E possedere è (in questo solo senso, per carità, non voglio fare un discorso classista!) un verbo il cui significato, con la tecnologia attuale, a mio parere oggi possiamo e dobbiamo estendere a recuperare molto velocemente, oltre che dalla cache di primo livello (memoria a breve termine) o dalla RAM (cervello) anche dalla memoria di massa (mondo esterno).

Forse è uno dei prossimi inevitabili sbocchi dell'informatica.

E, pensate, so cosa sto dicendo, capisco perfettamente le implicazioni di carico, di capacità elaborativa necessaria, di mancanza (ma siamo davvero sicuri?) di algoritmi adeguati e fondi (qui siamo, temo, davvero sicuri, a meno di qualche simpatica sorpresa, che potrebbe derivare da un lavoro di dimensioni significative, concertato e distribuito sulla rete) per raggiungere quanto proposto.

Rispetto a 10 anni fa, però, stiamo per superare un problema cardine, che apparentemente sembrava fuori portata in tempi così brevi: quello di creare una enorme base di conoscenza da cui partire.

Certo, Internet non è strutturata. Certo, non è coerente come l'ontologia di Cyc. Ma è molto più grossa.

E qualcuno ha suggerito altre strade, più informali, ma che, nonostante tutto, potrebbero portare a grandi risultati. Ne parleremo in qualche prossimo articolo (sì, lo so che vi rimando sempre a prossimi articoli, dopo avervi provocato, senza mai arrivare al nocciolo, ma non riesco a parlare di tutto e subito, soprattutto su argomenti sui quali non è così naturale condividere le idee di fondo... e, certo, non posso ora dimostrarvi di avere la risposta... anzi, ok, lo confesso, non ho la risposta, ma ho delle proposte e delle provocazioni, va bene? ... e sì, certo, mi servono parecchio i vostri feedback e mi serve che evitiate di crogiolarvi nel solito "ma, Depa, una cosa è un sogno, una cosa è la realtà: non è assolutamente possibile che un computer possa pensare o aiutarci a pensare... e poi sarebbe terribile, il computer controllerebbe le nostre vite, ... se fosse il computer a fornirti le idee, non saresti più tu, perderesti la tua identità..." . Fatemi capire che posso parlare davvero con Leonardo di macchine impossibili, che volano e vanno sott'acqua. Smettetela di ammirare solo lo scrittore che ha pensato che si potesse fare un "Giro del mondo in 80 giorni" e andare "Dalla terra alla luna", ma pensate un bel viaggio impossibile anche voi - ok, questo è Verne, non Leonardo, ma non attacchiamoci a cavilli, cerchiamo di seguire il ragionamento... -. E, soprattutto, smettetela di pensare che l'identità di chicchessia - si dice ancora 'chicchessia'? - si possa perdere con la stessa facilità di un mazzo di chiavi semplicemente scambiando due idee con altri - più o meno umani che siano. Trovo che, al contrario, anche se l'interlocutore dovesse essere più intelligente di noi - più o meno umano che sia - tali scambi non possono che arricchirci).

Una nota pratica: non sarebbe male se, una volta realizzato lo strumento di cui parlavo sopra, all'occorrenza fosse pure in grado di seguirmi anche nel bosco, mentre, coricato sul ramo di un albero su cui salivo da bambino, scambio le ghiande (e magari due idee) con gli scoiattoli e nessuno mi può telefonare...

Bye
    Depa
P.S.: smettetela di inarcare sopracciglia con aria di sufficienza: come fate ad essere certi che io sia solo capace di inserire smile nelle mail e non di dipingere sorrisi imperscrutabili in grado di attraversare la storia?
P.P.S.: chi ha detto, perchè ti conosciamo?

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lunedì 21 aprile 2008

Modi di lavorare (framework - 1)




Why "re-invent the wheel?"
One snappy comeback to that old saw is:
because this time we could make it rounder!

Apache Wicket - Introduction

No, non si tratta di reinventare nulla: framework è un termine abbastanza generale da essere applicabile a molti contesti, anche molto differenti.
Inoltre, quando con un framework riusciamo ad ottimizzare una operazione, ci si aprono nuovi orizzonti e, per raggiungerli, bisogna estendere o rivedere i nostri precedenti framework.

Non è reinventare la ruota. E' prendere quella a rullo dell'auto dei Flinstones e trasformarla in quella per la bici, per l'auto (anche da corsa), per lo skateboard o anche per far girare il mulino.

E' pensare di poterla agganciare su un supporto retrattile (sì, carrello, ma non banalizziamo sempre), perchè stiamo aggiungedo uno scafo per navigare e le ali per volare.

E' un estenderne ancora l'utilità e semplicità di utilizzo, aggiungendo anche dell'intelligenza alla guida.

Sapendo che su questo argomento non potrei essere sintetico come al solito, per una volta sarete contenti di sapere che ho deciso di spezzarlo in più parti. Questo non vuol dire necessariamente che proseguire con questo post sarà una passeggiata.


Una delle più interessanti spiegazioni di cosa sia un framework l'ho letta qualche anno fa. Diceva che un framework è qualcosa di più di un toolkit.

Se un toolkit è un insieme di oggetti che possiamo usare per semplificarci la vita (che so, un insieme di librerie, più o meno in relazione tra di loro), un framework è un toolkit integrato, che induce, in modo più o meno guidato, un modo di lavorare.

Se vi sembra sottointeso che tale modo di lavorare debba essere utile, operativo, effettivo ed economico (in una parola, forse ingenuamente troppo sintetica, produttivo), è possibile che non abbiate giocato abbastanza con i diversi framework del mercato, non vi siate abbastanza immersi in decine di file di configurazione più o meno inutili, ridondanti e logorroici (meno di questo post, lo so, ma è anche ora che la smettiate con questa unica battuta, cercate di rinnovarvi con un po' di fantasia...), non abbiate ancora abbastanza provato a farvi guidare su modalità perverse di complicazione di interazioni potenzialmente semplici (perifrasi autoreferenziante, molto vicina all'ermetismo... oramai l'ho scritta, che ci posso fare? ...di che tasto 'canc' state parlando?).

Un framework è sempre diverso da un altro, si tratta di una classe di software non ben definita, non di rado specializzata in una certa area.

Il loro scopo è supportare una specifica attività, suggerendo una strada, spesso con obiettivi diversi (infatti - semplicione io, che mi aspetto che produttivo debba essere la parola chiave, in questo ambito... - non tutti condividono che produttivo sia la parola chiave, per altri è sufficiente fermarsi a flessibile, per altri ancora non si deve neppure prendere in considerazione, se non è completo ed integrabile, etc. etc.).

Sono sistemi sempre esistiti e che sempre esisteranno, proprio per la loro natura di supporto nel raggiungere nuove mete. Fino a meno di 10 anni fa era frequente che ogni azienda costruisse il suo, partendo da un particolare ambiente di sviluppo. Talvolta evoluti naturalmente da alcune librerie, altre creati anche con un barlume di consapevolezza, costituivano un asset per l'azienda, le permettevano di proporsi sul mercato a costi inferiori rispetto alla concorrenza, talvolta di differenziarsi in termini di innovazione.

La mia personalissima impressione è che il termine sia oggi usato, principalmente, per indicare una ben specifico sottoinsieme di framework, quelli progettati per supportare applicazioni Web (la mia personalissima impressione potrebbe essere leggermente forzata ed indotta dal fatto che vivo ed opero nel Web, ma, come è accaduto in altri articoli precedenti, non mi importa molto approfondire la statistica, dal momento che, comunque sia, è su questa macro tipologia di sistemi che mi vorrei soffermare, nella parte restante di questo post).

Si tratta, oggi, di software di alta diffusione, i cui principali player stanno sempre più diventando prodotti Open Source (a proposito: nel seguito ci concentreremo su Java, ma se ne conoscete - sempre Open Source - su tecnologia Microsoft .NET, per favore, lasciate un commento, con breve descrizione sul tipo di quelle riportate più avanti).

Sto lavorando alla revisione del mio framework (quale framework? ovviamente il mio terzo framework Java, quello che sto cercando di trasformare nel mio quarto framework; va beh, per ora lasciamo stare: un giorno o l'altro vi faccio sapere qualcosa di più... ) e, proprio mentre sono immerso in documentazioni e comparazioni dei vari player di questo strano mercato, esce, su onJava.com un articolo intitolato Spring MVC, JavaFX , Google Web Toolkit and Struts2 - State of the (dis)Union.
E' un post di spunti, non di approfondimenti, che parte dalle proposte più interessanti, più di successo e, in alcuni casi, anche più discutibili degli ultimi 2 anni (ovviamente, visto il sito, con un occhio di parte Java):
  • Spring
  • Flex/OpenLaszlo
  • JavaFX
  • JSF
  • Google Web Toolkit (GWT)
  • [Struts 2 - implicito in tutto l'articolo]
Aggiungiamo che, per poter confrontare correttamente gli strati di presentation, l'autore non si dimentica che è necessario considerare, in certi casi, l'apporto di librerie AJAX (le più note: jQuery, Scriptaculous, etc. etc.).

Come campionario, niente male, proprio una bella accozzaglia di soluzioni architetturali e di tecnologie più o meno eterogenee, più o meno efficaci.

L'articolo finisce con una lacrimuccia di rimpianto per quello che JSF non è mai stato, ma che l'autore spera diventi (magari con un aiuto da parte di Struts2+Spring a traghettare verso una futuribile versione di JSF che smetterà di incasinare la vita degli sviluppatori - speriamo in questa vita, ma non lo dice) ed una forte indecisione che salva, con motivazioni differenti e spesso frivole (con motivazioni tipiche di una età che si nutre di marketing emozionale, il nostro mantiene Struts2 solo perchè figlio di Struts1 e Flex perchè, caspita quanto è carino a vedersi...), tutte le proposte sopra esposte.

Provocatorio o no, sono rimasto deluso dalla lettura, perchè non stavo facendo shopping, ma speravo di cavarne fuori qualcosa di utile.
Ricordo di aver alzato un sopracciglio con la chiara intenzione di far capire alla pagina Web che il mio umore stava variando dal perplesso all'accusatorio, prima di mettermi a leggere i commenti.

Che si sono rivelati decisamente più interessanti e pratici del post stesso: lì sotto si possono trovare ragionamenti basati sulla semplicità di utilizzo e sulla curva di apprendimento e alcune note riguardanti vari ambienti (Wicket, Stripes, Click) che non ho ancora mai provato (colpa mia, certamente, ma alcuni sono molto relativamente recenti e ci devo svelare che tra un test di un sistema e l'altro, talvolta mi capita di seguire dei progetti in cui se ne usa, tipicamente, uno per volta) e che ho dovuto approfondire (se non ero contento di come stavo riuscendo a perdere altro tempo tra notte e week end, evitando le giornate di sole ed il riposo, tralasciando le centinaia di task della mia to-do-list e cercando di incasinarmi ulteriormente...).

Sempre dai commenti viene ripetuta una classificazione da non trascurare: framework "request oriented" vs. framework "component oriented".
E' una modalità di approccio molto differente: nel primo caso si cerca di mantenere evidente allo sviluppatore il paradigma tipico del Web, nel secondo si tende a nasconderglielo, avvicinando la programmazione a quella tipica di un client-server, tipicamente trasformando la request http in eventi gestibili, lato server, come se avessero interessato un particolare componente.
La prima modalità è, tipicamente, preferita da chi ritiene:
  • che il ciclo request-response dell'http sia molto semplice da gestire
  • che sia meglio avvicinarsi all'effettiva modalità di comunicazione tra browser e server, per poter avere maggiore controllo e poter intervenire in modo più puntuale (non è raro che sia necessario accedere comunque a questo livello, per aggirare problemi specifici di alcuni framework component oriented)
  • che non sia il caso di legarsi ad un paradigma tipico di una interfaccia utente (ovvero: la stessa request potrebbe facilmente essere utilizzabile in un dialogo tra sistemi - in modalità REST, per esempio - semplicemente parametrizzando nel modo corretto il pattern MVC, in modo che la presentation possa produrre senza grossi sforzi html, xml, RSS o ad altro ancora; anche rimanendo sulle interfacce grafiche, la stessa response ad una request in ambito AJAX può essere fatta rientrare in simili parametrizzazioni)
La seconda modalità è, invece, preferita quando:
  • si devono riutilizzare competenze su ambienti client-server basati su eventi (particolarmente vero per la piattaforma .NET dove i componenti possono essere utilizzati con pochissime differenze su Web e in modalità client-server - un po' meno in Java, dove la gestione di GUI complesse lato client richiede, tipicamente, maggiori attenzioni e competenze solitamente differenti da quelle richieste dai framework più diffusi)
  • si deve utilizzare un team con molte risorse junior (il cronista non può fare a meno di registrare che questa scelta, tipicamente, viene fatta nella speranza che un framework component-oriented possa fornire questo vantaggio, ma, nella pratica non si riscontrano significative differenze, in questo senso, nelle due diverse modalità - è vero che mediamente i framework component-oriented sono più semplici da comprendere, non è altrettanto vero che li siano in modo assoluto, nè che siano sempre più semplici da utilizzare, soprattutto laddove si devono gestire casistiche di interazione non standard)
  • si devono affrontare progetti con interazioni standard, con una forte componente di ripetitività e modularità nelle pagine
  • si ritiene che la progettazione a componenti (a partire dall'UML, non solo sulla GUI) sia teoricamente e praticamente più flessibile dell'altro approccio (dopotutto, anche i servizi in una architettura SOA, cosa sono, se non componenti?) e che abbia anche il pregio di nascondere il livello di trasporto, rendendo potenzialmente più portabile, anche nel futuro, la nostra applicazione, casomai volessimo adattarci facilmente a futuri cambiamenti dell'HTTP.
Dal momento che nei commenti sopra riportati sono stato tutt'altro che obiettivo (per fare un esempio non esaustivo: è riduttivo considerare come componenti quelli di front-end: ne esistono, spesso, anche nel back-end - ma lasciatemi dire che vale anche nel paradigma request-oriented...), immagino avrete capito che la mia preferenza personale è fortemente orientata al primo modello. Mi interessa, comunque, un punto di vista differente, fatevi sentire.

Oramai lo sapete, non riesco a trattenermi dal fare una verifica anche sulla Wikipedia (che mi sembra sempre più riduttivo considerare solo come una enciclopedia in senso stretto... è un tema su cui ho intenzione di ritornare, pure in più puntate, temo...): sorvolando sull'utilità e sulla lacunosità del confronto, su cui la stessa voce consultata pone qualche dubbio, si trovano altri criteri: Linguaggio e licenza - Ajax (S/N, attraverso quali librerie) - tipo di MVC (push e pull che, per scegliere una delle molteplici interpretazioni, io tendo a pensare come MVC Model 1 e Model 2 ) - i18N e l18N (sarebbe più interessante che spiegassero la modalità usata per gestirli, più che siano o meno gestiti, no?) - ORM - Testing framework - Migration Framework - Template framework - Caching framework - Form Validation Framework.

Criteri interessanti, se letti un biennio fa (oramai quasi tutti hanno tutte queste caratteristiche, si tratta di bisogni impliciti).

Personalmente trovo che uno dei limiti di tutti questi framework sia lo spiccato orientamento agli aspetti tecnologici, tralasciando quasi completamente quelli più funzionali: tutti presentano caratteristiche interessanti per uno sviluppatore, raramente si trovano spunti che forniscano una visione d'insieme, da sistema aziendale integrato, magari con qualche funzionalità base già realizzata (es. banale e limitato: perchè rifare la gestione di autenticazione ed autorizzazione e l'amministrazione utenti e ruoli ogni volta da capo e non fornire una funzionalità base - sovrascrivibile e/o estendibile, chiaramente - che sia già direttamente utilizzabile, anche lato front-end? Perchè devo ricorrere ad un portlet container/portal system o ad un application server di alto livello per avere una funzionalità pur così elementare ?).

Riguardo gli aspetti tecnologici e funzionali, pensate che, di recente, sto sempre più convincendomi che un framework Web per le aziende di un certo debba comprendere addirittura funzionalità (anche evolute) di CMS, essendo, come già ebbi modo di dire, caratteristche tipiche ed irriununciabili del Web, la condivisione e la collaborazione.

Spostandosi di applicazione e passando da un framework ad un application server di alto livello (mi viene in mente il cruscotto di amministrazione del 'vecchio' ATG Dynamo, uno dei più completi, in questo senso), o da un framework ad un portlet container/portal system, le funzionalità di cui parlo si trovano. Ma un portlet container/portal system non è lui stesso un framework? Beh, da questa analisi li ho esclusi, ma siamo, a mio parere, al limite dell'interpretazione (soprattutto se accettiamo il parallelo anche con GTW e Flex, decisamente più orientati al frontend e meno agli sviluppi nel back-end ).

Il motivo essenziale per l'esclusione è che tali sistemi non inducono veramente un modo di lavorare, ma, solitamente, si limitano a poco più che fornire interfacce applicative: per es., un portlet container è più orientato all'implementazione reale delle specifiche JSR 168 e JSR 286 e va, solitamente, poco oltre, fornendo i minimi necessari meccanismi di cache e di log, più qualche funzionalità minima, per dimostrare l'utilizzo del portal (amministrazione utenti, ruoli, portlet, creazione dinamica di pagine e personalizzazione di stili e poco più); un portal system, invece, non sempre si adatta a standard, realizza, spesso, a modo suo qualche funzionalità alternativa e logicamente corrispondente alle portlet, aggiunge qualche funzionalità ulteriore, spesso più orientata al publishing, tendendo a confondersi con un CMS, spesso più sul front-end che sul back-end.

La considerazione finale, prima di fermarmi in questa introduzione, che mi pare possa bastare, come inizio, è che se un framework induce un modo di lavorare, meglio se ne scegliamo uno che si avvicina al nostro.

In prossime puntate (attenderete oltre un anno come per quelle che devo ancora scrivere a proposito di SOA?) entrerò, per una volta, in commenti di dettaglio di alcuni framework, (ovviamente partendo da quelli sopra citati), cercando di tenermi il più lontano possibile da una recensione o confronto diretto, ma con lo scopo di cercare di estrarre ed individuare elementi fondamentali dell'architettura, sempre nell'ottica che i framework di oggi sono destinati a lasciare presto il posto a quelli di domani, spesso le loro stesse prossime versioni, mentre le soluzioni progettuali veramente interessanti continueranno a rimbalzare tutt'attorno, come delle perle che lasciano il filo di una collana (e cercheremo di fare in modo che non si perdano sotto al mobile).

Nel frattempo potreste dirmi in che modo lavorate voi, o che framework utilizzate o se pensate che ce ne sia qualcuno di ragionevole diffusione (non il vostro, non quello dei vostri amici, please, non sono qui per farvi pubblicità), ma non citato, che vi piacerebbe considerare (e perchè, già che ci siete, via...)
Bye
    Depa
P.S.: ogni commento sull'ultima similitudine è totalmente inutile, lo capisco da me che è forzata, quasi come una incudine tra le macine di un mulino che sta pestando il grano
P.P.S.: ovviamente quella appena sopra è ancora più fuori luogo, direi come un turista in pantaloncini corti e faccia perplessa nel tentativo di leggere una mappa capovolta, in piena Groenlandia.
P.P.P.S.: ...ahem... doveva essere un articolo serio... ;)

[... continua ...] Leggi tutto

venerdì 15 febbraio 2008

E' ancora Natale?

Capisco benissimo che siate sconcertati.

Oramai, era inevitabile, basate la vostra esistenza su questo blog ed il fatto che io non stia scrivendo da un po' di tempo vi crea degli scompensi temporali.

In base all'ultimo post siete convinti che sia Natale (via, Capodanno), ma vi ricordate di aver visto, proprio pochi giorni fa, dei bambini vestiti da carnevale e i vostri colleghi stanno già fissando le ferie pasquali (qualcuno accenna pure alle vacanze estive).

Vi devo avvisare: non sto più inserendo articoli con la necessaria costanza, ma il tempo sta andando avanti.
Davvero. Fatevene una ragione.

Vi riporto alla data giusta che, senza alcun dubbio, non avete dimenticato: non è Natale, è la festa di compleanno.
Di questo blog, ovviamente.

Quando finite di regolare gli orologi ed i calendari, potreste aiutarmi a tirare le prime somme?
Senza dimenticare i regali di compleanno.

E potremmo finire senza una torta pantagruelica?



Cercando di evitare una autocelebrazione, è pur necessario che condivida con voi alcune idee, che potrebbero non essere emerse così evidentemente. Devo farlo, capite, anche se non vorrei.

Partiamo dai principi base di questo blog, che ne possono dare una prima chiave di lettura:
  • non scrivere post troppo legati al momento attuale, ma che possano essere ancora interessanti tra un anno, anche se dovesse mai capitare di parlare di informatica (il che significa, per rimanere su questo esempio quasi assurdo, concentrarsi su architetture, principi e prospettive future e non - troppo - di sviluppi in linguaggi o tecnologie specifiche, di programmi che stanno uscendo, di tendenze, etc. etc.)
  • i contenuti devono essere sostanziosi e, compatibilmente con le mie possibilità, di alto livello, anche a discapito degli hit
  • cercare, fin dove riesco, l'interdisciplinarietà, perchè la cultura vera non è nè tecnica, nè umanistica, nè artistica, ma è data dall'insieme di tutti questi aspetti, (e sono molto triste di non essere riuscito a convincere un mio amico, professore di filosofia all'università, a scrivere con me un blog sul tema L'ingegnere e il filosofo, che sarebbe stato interessante, anche per la contrapposizione di vedute - o una sofferenza per i lettori elevata al quadrato rispetto a questo blog, non saprei). Come effetto collaterale si ottiene un taglio completamente diverso, meno ripetitivo, anche su argomenti che si possono trovare, solitamente più frammentati e senza visione generale ed evolutiva, in tutto il resto del mondo virtuale conosciuto.
  • prevalenza di argomenti informatici (è l'unica cosa in cui ho delle reali competenze, per il resto delle attività umane sono dilettante quando non inetto), ma con una alternanza di argomenti giocosi/curiosi (ma non banalizzati: anche per giocare è necessario farlo bene - sì, ogni tanto bisognerebbe anche lasciarsi andare, ma non su questo blog, che richiede queste impostazioni - ma ne riparlo in fondo)
  • i link e le fonti devono essere ben selezionati e citati, per poter fornire strumenti per capire ed, eventualmente, stravolgere la mia interpretazione; lo scopo rimane quello di dialogare e porre dei dubbi, soprattutto quando le certezze sembrano più granitiche.
  • un po' di ironia, perchè salire in cattedra e non prendersi anche in giro sarebbe insostenibile. Per dirla con Vecchioni:

ho appreso dalla vita l'amaro frutto della vanità,
mi sbellico dal ridere per chi ha letto in me la verità:
chiedo clemenza ai giudici come un gesto di carità.

[Tango di rango]

Poi, purtroppo o per fortuna, i principi, almeno per simili argomenti leggeri, si fissano e poi non sempre si rispettano.
Salvo, poi, quando si rileggono i post, trovarsi a storgere il naso e a chiedersi perchè mai l'avrò fatto...

A stampare quanto ho scritto, per circa una trentina di post, ne potrebbe uscire un libercolo di un centinaio di pagine: concedetemi, quindi, almeno fare un sommario (anche per chi fosse appena arrivato, vedi mai che ci possa essere qualcosa di interesse, che si sarebbe altrimenti persa - anche perchè ho scoperto che via feed, oramai, si vedono solo gli ultimi 28 post e non trovo una configurazione per aumentarli).

Gli inizi

Solo auto-ironia e una preview dei contenuti futuri nei primi post Si inizia e Pausa di riflessione. Non sono stati molto letti, ma ci mancherebbe altro. Ciò nonostante uno dei due mi ha generato un link esterno (e altri più interessanti quasi non sono letti)! Lo strano mondo dei blog...

I post su cui siete arrivati, forse per sbaglio, più spesso:

Come forzare un lucchetto : anche da quanto risulta dalle parole chiave di ricerca - nonchè da quanto ipotizzato direttamente nell'abstract del post - il fatto che questo post sia tra i più cliccati è dovuto al fatto che molti cercano di arrotondare lo stipendio in modi che non vogliamo sapere. Comunque ritengo che sia uno dei più interessanti, nonostante non tratti di grimaldelli, ma di Web semantico.

Aeroplani e draghi di carta : non avete idea di quanta gente esegua ricerche sugli areoplani di carta. E qui spero trovino pane per i loro denti (davvero: questa volta non è una trappola come il post precedente). Uno dei miei preferiti, anche perchè si è generato da una sorpresa: l'origami come arte di altissimo livello e non hobby da 4 soldi, come avevo fino a quel momento pensato. Se già non lo avete letto andateci subito e non perdetevi i filmati!

Tra i due sopra citati ed il resto non c'è confronto, gli hits scendono di quasi 5 volte, ma riporto, comunque, gli immediati inseguitori:

Superato il Test di Turing : Anche in questo caso mi sono divertito. Su uno dei miei argomenti preferiti: Intelligenza Artificiale (va beh, si fa per dire, dai chatterbot all'inizio dell'Intelligenza Artificiale, via...).

Non ibernatemi : Sono d'accordo con voi, è un articolo da leggere. Non ho trovato grosse difficoltà a motivare le mie scarse simpatie per l'ORM (Object Relational Mapping). Che continuano ad aumentare nel tempo, man mano che mi capita di ritrovarmelo da tutte le parti. Forse un giorno si riuscirà ad ottenere una tecnologia che metta facilmente in contatto i database relazionali e i linguaggi object oriented. Ma non è oggi.

Di fatto la testa della classifica mi trova completamente d'accordo, nonostante possano aver inciso sul conteggio cause non legate direttamente al contenuto.

I meno letti:

No, questi non ve li dico, ma, al contrario dei 4 sopra citati, non posso che confermarvi che mi trovate d'accordo nel consigliarvi di continuare a non leggerli (potrete capire da soli in quale categoria ve ne parlerò nel seguito).

Gli altri di cui sono molto soddisfatto:

A Betlemme di Giudea : mi è piaciuto scriverlo sia per l'argomento (storia ed apologetica cattolica legata alla nascita di Cristo), che per la profondità della ricerca in cui mi sono dovuto infilare, leggendo testi interessanti, in misura molto maggiore di quanto sia poi riuscito a riportare.

Letteratura Fiabesca Applicata all'Informatica : più che per i contenuti, (tipizzazione forte, debole e duck typing anche in Java e relativi impatti architetturali), comunque, significativi, mi è piaciuto il gioco formale che ne è saltato fuori: partendo dalle fiabe e dalla loro struttura, sono passato all'informatica, per tornare alle fiabe, attraverso analogie e giochi di parole. Mi ha divertito, anche se è stato poco letto. Forse un po' troppo costruito e un po' pesantino, soprattutto nella parte centrale?

Keep In Touch : prima presa di coscienza dei benefici del mettersi in contatto con gli altri attraverso questo mezzo di comunicazione. E' stato bello cambiare il punto di vista (non me l'aspettavo), è diventato ancora meglio per i commenti che sono presto scivolati su argomenti logici e religiosi, mi ha fisicamente provato per la gestione dei commenti extra-blog, che sono stati i più intensi ed interessanti di tutto questo periodo.

Timeo Danaos et dona ferentis : un titolo originalissimo (è venuto in mente, per argomenti differenti, a neppure altri 10000 blogger) per una domanda ancora valida: Web 2.0 o Bubble 2.0 ? Ci guadagnano solo i grandi player di Internet o potrebbe essere utile anche a noi?

Quelli che mi aspettavo leggeste fino a consumarne le pagine...
... e, invece, li avete sorvolati svogliatamente. Ok, forse sono un po' densi, certo non sono tutti brillantissimi, ma come fate a vivere senza? (ah... sapevate già tutto e li avete trovati noiosi... scherzate, vero?... vero?) :

CRUDeli variazioni : sulla generazione automatica di codice, in diverse salse, partendo dalla letteratura e da Queneau. Dove fermarsi e dove usarla a piene mani.

Narciso Yepes e la chiave del quindici : usi e, soprattutto, abusi dell'XML, paragonati a performance straordinarie di un virtuoso della chitarra (da ascoltare).

Reti di parole su CD : introduzione alla comprensione del linguaggio naturale per i computer. Siccome credo in queste tecnologie nel breve-medio periodo, aspettatevi ulteriori approfondimenti tra poco.

Soldi facili : si possono davvero fare i soldi con i blog? anche scrivendoli in italiano?

SOA (1) - Introduzione : primo articolo di 4-5 (almeno nelle intenzioni dichiarate). Introduzione e concetti generali.

SOA (2) - Variazioni Goldberg : Web Services e REST al servizio di SOA e altre basi terminologiche. Primi cenni alla gestione ed agli impatti di questi tipi di progetti. Da leggere con sottofondo musicale embedded (se ce la fate a seguirli contemporaneamente, però, siete molto più intelligenti di me).

I restanti 2-3 articoli sull'argomento sono rimasti un po' indietro, vediamo di riprenderli nei prossimi mesi, se trovo il tempo (ma è anche colpa vostra, che non me lo avete ricordato).

Quando meno te l'aspetti : evoluzioni dell'HTML attese a breve. Mi sembra interessante per approfondimenti non consueti, che poco hanno a che fare con il normale AJAX e company.

Just another brick in the wall- : Mattoncini di Lego, filmati di Star Wars fatti da mattoncini di Lego, robot programmabili in mattoncini di Lego, CAD che usano mattoncini di Lego, ... perchè mai questo post è stato snobbato? ma voi non giocate mai? (se ne faccio altri simili mi tirate mattoncini non di Lego?)

Senza infamia (e, purtroppo, senza lode):

Libbertà : tutto sommato non mi dispiace. Nasce, forse, da una interpretazione troppo stretta della GPL (ma ne sono convinto solo al 90%), dovrebbe essere interessante per la carrellata sui modelli di business Open Source e mostra, comunque, alcuni limiti della licenza su citata. I commenti di questo post sono essenziali - ringrazio Ugo Cei per aver voluto approfondire con me l'argomento - per il raggiungimento di un punto di vista completo. Attendo ancora un intervento conclusivo da parte della FSF italiana (ho cercato di interessarli direttamente, attraverso vie esterne al blog, spero che trovino il tempo)

Oggi scricchiolo : scritto più velocemente del solito, più emotivo del solito (anche se, almeno in questo blog, emotivo è un termine quasi impraticabile). Forse troppo personale, un po' ermetico, con un motivo, un gioco strutturale forse semplice, ma che non mi dispiace neppure rileggendolo ora. Eppure non totalmente incompreso da chi l'ha letto.

Bentornati : spinto da un particolare umore nero, mischio Umberto Eco, il Vangelo, Terry Pratchet, Pitigrilli e Fahrenheit 451 in un calderone orientato ad una crescente (e, ho visto, non solo per me) consapevolezza che 1984 di Orwell possa essere già in atto, meno grigio e meno opprimente, ma con informazioni altrettanto distorte e pre-interpretate del mondo e della storia. Troppo complesso, troppo costruito.

Condivisione e Collaborazione : uno dei miei slogan preferiti per spiegare perchè ci serve il Web, anche per applicazioni Enterprise, nonostante l'operatività intensa sia molto più complessa da ottenere rispetto alle tecnologie client-server preesistenti. Un po' perso in mezzo a citazioni di programmi specifici, eludendo uno dei principi base. E già a distanza di pochi mesi si sente, purtroppo.

Pendolari : quando non se ne può proprio più. Accettabile (secondo i criteri di questo blog: come racconto, in senso assoluto, non mi permetto di giudicarlo), ma non va oltre lo sfogo.

Non ci resta che piangere : divagazioni inutili a spasso nel tempo. Ma ogni tanto bisogna prendersi una pausa.

Il codice dei Wooster : c'è ancora la cavalleria e l'onore? In Internet? Con un ricordo per Wodehouse, uno dei miei autori preferiti.

Giochiamo : Games programming nella vita e in Java. Un po' dispersivo e non così approfondito come mi sarebbe piaciuto. Ma può essere una ragionevole base di partenza, da cui partire per prossimi post.

Kerygma : purtroppo non sono così abile su questioni teologiche, ma ho cercato di fare del mio meglio, su un argomento che ritengo della massima importanza. Segnalo la presenza di un commento molto interessante ed intenso.

Esagoni e carte : Wargames e tattica su fogli e PC.

Crisi di rigetto : letture pessime e ricerca, con Calvino, di qualcosa di meglio. Presa in giro dei miei post, che spero restino meglio dei libri di Dan Brown (il fatto che siano meno letti può far pensare, ma non sopporterei l'idea che sia vero il contrario).

Wanted : un post in cui mi sono solo divertito. Non dice nulla, quello che dice non serve, scienza e fantasia in un misturone, con la speranza che possa aver fatto sorridere anche voi.

Quelli che se anche non li scrivevo, forse era meglio:

Come un bambino : grafica e programmi, fuori da ogni principio (salvo quello dell'approfondimento) di questo blog. A proposito, devo andare a verificare se MakeHuman ora è in grado di generare anche vestiti e capelli.

Uno, nessuno e centomila : questo è piaciuto solo a chi si chiama Depa. Non poteva essere altrimenti. Rileggendolo, almeno ad un Depa non piace più.

Ho, poi, scritto la bellezza (?) di 4 post su una serie di programmi che permettono di rovinarsi le serate con la TV anche su Internet. Si salva vagamente solo Osservando distaccatamente babeli mediatiche, solo perchè mi sono guardato piangermi addosso a proposito delle paranoie sull'essere controllati (il 1984 che citavo sopra) e ho deciso che non ne valeva la pena. Sugli altri, Joost Jump, Adelante, presto, e con un po' meno juicio, A Venezia, 'giust' si scrive Joost- , vorrei evitare, se non vi spiace ogni commento.

Il post che state leggendo, probabilmente, rientrerà in quest'ultima categoria, ma non ho voluto scriverlo, semplicemente dovevo farlo.

Non vi sembrerà vero, ma con questo finisco la carrellata sul passato.

Con qualche considerazione, sulle lezioni imparate:

  • è giusto scrivere come ci si sente, non lasciarsi prendere dal timore di non essere letti. I miei post sono pesanti, ma tutti, anche i più vecchi, continuano ad essere letti (non tanto, ma . Se avessi scritto due righe copiate,
  • è interessante mettersi in gioco: all'inizio si ha un po' di timore, dopo un po' si sente il bisogno di confrontarsi, lo si va a cercare (ed è per questo, anche, che ho bisogno di altri spazi, come dirò tra poco)
  • ho scherzato sulla pesantezza dei post, ma è chiaro che è davvero un problema
  • sento la necessità di uscire dalle regole autoimposte, di scrivere qualcosa di più impalpabile e incerto
E' chiaro che mi servono altri spazi, tempi diversi.

Di conseguenza vi anticipo la mia intenzione di aprire almeno un altro blog.

Non come questo, più leggero, con post ridotti, idee alla rinfusa, molto meno fissate, meno studiate, più domande e meno risposte.

Non potrei sopravvivere, altrimenti.
E voi, che a vedervi siete già gracilini, men che meno...

Un blog più classico, ma anche più idee da elaborare assieme.

Perchè non inserire direttamente qui quei post? Ma, ovviamente, perchè su questo blog voglio mantenere questo taglio, voglio continuare a proporre qualcosa di significativamente diverso dal solito.

Visto che non riesco a mantenere un giusto ritmo con un blog, è evidente che per aprirne un altro devo, come minimo, dotarmi di mezzi più potenti.

Quindi, come regalo di compleanno per questo blog (e preparando il lieto evento per il prossimo), ho girato un po' su Internet, cercando degli offline editor. Che non sono solo strumenti per scrivere in HTML con un WYSIWYG, ma che permettono di tener traccia dei post, categorizzarli, inserire immagini e tag e poi, quando torna la comunicazione, pubblicarli con un solo click. Molto meglio (questo post l'ho scritto con uno dei due sotto citati - più un po' di lavoro a mano).

Per Google c'è un prodotto free di Microsoft (sì, anch'io non ci credevo, non per il free, ma per il fatto che supportasse Blogger, di fatto importante concorrente - non è che puntavano a comprarsi quello, al posto di Yahoo?), più noto per supportare portali Microsoft, appunto: Live Writer.

Per WordPress (il prossimo blog lo apro sotto questa piattaforma - anche su richiesta pressante di chi mi segue con più frequenza), userò, invece, BlogDesk, che, anche se leggermente più spartano, sembra pure avere più funzionalità. Purtroppo Blogger non è citato tra le piattaforme supportate (ma farò, comunque, una prova, per vedere se non si riesca comunque: due strumenti per fare la stessa cosa mi sembrano un po' tantini...)

Vi faccio sapere, è questione di poco, come vedete mi sto attrezzando...
Bye
    Depa
P.S.: di che torta state parlando? PantagruCHE?
P.P.S.: avete sopportato fino a qui perchè ne volevate una fetta? ;)

[... continua ...] Leggi tutto

martedì 1 gennaio 2008

A Betlemme di Giudea


Natale è appena passato, tra alberi, presepi, doni e pranzi.

Credo non sia necessario essere cristiani per sentire la nausea dovuta all'eccessiva commercializzazione di questa festività, ma certo, per chi ha fede, è ancora più triste pensare che, parallelamente, tendiamo a dimenticarci perchè e cosa festeggiamo.

Cosa ci ricordiamo di ciò che proviene dai Vangeli canonici? Dei quattro, quanti ne parlano?. Quanto di ciò che attribuiamo al Natale deriva dalla tradizione o da altre fonti?

Qualche dubbio ci ha vagamente sfiorati mentre stavamo facendo il presepe?

E' possibile una ricostruzione storica? A che profondità?
Era il 25 dicembre? L'anno zero è calcolato correttamente? (domanda leziosa: tanto non si andrà certo a risincronizzare gli orologi...)

La Natività è avvenuta in una grotta o in una stalla?
C'erano il bue e l'asinello che riscaldavano, ovviamente, anche perchè il Bimbo era in fasce nella mangiatoia, con di fianco Giuseppe e Maria, no?

E pastori e gregge compaiono, nei testi?

Quanti angeli avete messo, nel presepe?
Tra qualche giorno, a seguito della stella dovrebbero arrivare i Magi (portavano davvero oro, incenso e mirra?).

Non è in questi dettagli, ovviamente, il senso proprio del Natale.
Rispetto a quanto sto per dire ci si avvicina di più Dickens con la storia di Scrooge, intendo.

Ci sono persone che sentono e capiscono chiaramente il senso profondo delle parole "Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi", pur senza capire nulla di filosofia e questo gli è sufficiente.

A me, invece, (farei volentieri a cambio) serve ripercorrere ragionamenti freddi e spiegazioni logiche già fornite mille volte nei secoli (ma molto raramente ripetute ai più, quando talvolta servirebbe), per un bisogno di razionalità, derivato dalla società attuale e dalla mia preparazione ed inclinazione personale.
O, peggio, per mia poca fede, rispetto ad una più grande fede di altri (e non è una questione di essere semplici o meno, colti ed intelligenti o meno, perchè nella storia si sono presentate tutte le combinazioni).

Da cui: ricerchina sul Web (e non solo!), per ottenere, tramite copia e incolla, un approfondimento sufficiente, non dico ad avvicinarmi ai livelli di divulgazione di Superquark, ma, almeno, a soddisfarmi come quadro riassuntivo d'insieme.



La santa madre Chiesa ha ritenuto e ritiene con fermezza e con la più grande costanza che i quattro suindicati Vangeli, di cui afferma senza esitazione la storicità, trasmettono fedelmente quanto Gesù Figlio di Dio, durante la sua vita tra gli uomini, effettivamente operò e insegnò per la loro eterna salvezza, fino al giorno in cui fu assunto in cielo [...] E gli autori sacri scrissero i quattro Vangeli, scegliendo alcune cose tra le molte che erano tramandate a voce o già per iscritto, redigendo un riassunto di altre, o spiegandole con riguardo alla situazione delle Chiese, conservando infine il carattere di predicazione, sempre però in modo tale da riferire su Gesù cose vere e sincere.
[Dei Verbum - Costituzione Dogmatica sulla Divina Rivelazione, Capitolo V, par. 19 - l'enfasi è mia]


Vi tolgo subito la suspence con uno schemino iniziale:

  • dei 4 canonici, solo 2 parlano della Natività, Matteo e Luca
  • 25 dicembre e posizionamento dell'anno zero sono in dubbio, (ovviamente senza alcun problema di fede, che non è basata su questi dati), da
    secoli. Esistono, però, alcuni indizi, nel Vangelo di Luca, che permetterebbero, con l'aiuto di recenti scoperte archeologiche, una definizione più accurata.
  • la grotta deriva dalla tradizione cristiana, non dai Vangeli, ma quella identificata come tale ha una mangiatoia, come dice Luca, scavata nella roccia.
  • bue ed asino compaiono per la prima volta in un apocrifo dell'VIII-IX sec. (pseudo-Matteo), ma erano già da prima nella tradizione popolare, per il loro significato simbolico e S.Francesco, nel primo presepe, li volle inserire. Quindi non fa male lasciarli, nel presepe, nonostante non ci siano prove della loro presenza.
  • Luca è il solo a parlare di bimbo in fasce nella mangiatoia, ma nulla in Matteo la esclude. Entrambi parlano sia di Giuseppe che di Maria.
  • Luca è il solo a parlare di pastori e gregge, così come di angeli
  • Matteo recupera, parlando, solo lui, di stella e Magi (sì, parla proprio di quei doni...)
E' bene notare fin da subito che non esistono discordanze significative tra i due racconti: semplicemente raccontano aspetti diversi dello stesso evento, in modo più o meno approfondito, senza contraddizioni.

Una nota importante: io NON sono uno studioso biblico, NON sono un esperto di scritture, sono, certamente, un cattolico credente (e questo rende quanto scrivo certamente di parte), ma sono un cattolico pensante, cui piace approfondire i motivi della propria fede e mi piace giocare pulito (se vogliamo, prima di tutto con me stesso).
Quanto ho raccolto e riportato in questo scritto non è farina del mio sacco, ma è una rielaborazione, un approfondimento basato su fonti che ritengo valide (dopo averne lette decine, anche riportanti ipotesi opposte o molto fantasiose), che vi ripropongo e che, quindi, potrete verificare direttamente.

Partiamo dai Vangeli.

Matteo:

Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode
Betlemme e tempo di re Erode. L'indicazione, fin qui, è un po' scarna: vedremo poi che dal testo di Matteo potrebbero sorgere altri vincoli temporali, legati alle tipologie di fenomeni celesti che, secondo quanto oggi noto, si sarebbero potuti verificare in quel tempo e che potrebbero spiegare la menzione alla stella.
Sul periodo di massima ("al tempo del re Erode") i due Vangeli sono concordi, ma è da Luca possiamo estrarre indizi per provare a definire possibili date. E' importante notare che i Vangeli non ne indicano esplicitamente nessuna, quella solitamente considerata come riferimento è stata scelta a posteriori da Dionigi il Piccolo, intorno al 525 d.C., sulla base di calcoli da lui sviluppati e messi in dubbio parecchi secoli fa. La scelta della data, è bene ricordarlo, pur essendo elemento di interesse, non è un elemento di fede.

Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano:

Nota: non sappiamo quanti, non sappiamo i loro nomi, sono 'alcuni', non si parla di re. Si dice solo che provengono da Oriente (genericamente la Transgiordania, per i Palestinesi). L'etimologia riporta a sacerdote oppure grande (e, quindi, poco ci aiuta). Senofonte ed Erodoto li descrivono come casta sacerdotale presso i Medi ed i Persiani, che si occupava di divinazione, astronomia e medicina. Non è comunque necessario immaginare che dovessero arrivare da così lontano, potrebbe bastare fermarsi all'Arabia (anche per il tipo di doni).

Qui si inserisce la tradizione popolare, derivata da diversi apocrifi, in cui i Magi si ritrovano a manciate:

  • nel Protovangelo di Giacomo, l'apocrifo più antico citato da Origene (+ 254) si parla di Magi senza specificarne il numero.
  • nel "Vangelo dell'infanzia armeno" (datato tra il 428 e il 431 d.C. ed cui si indica pure una data e ora dell'annunciazione - 4 aprile, mercoledì, alla terza ora e data di arrivo dei Magi - 6 gennaio - fatta coincidere, in questo vangelo, con la nascita di Gesù "giunsero a destinazione nel momento in cui la vergine diveniva madre"), compaiono per la prima volta i titoli regali, il numero ed i nomi dei 3 magi ("erano tre fratelli; il primo, Melkon, regnava sui Persiani, il secondo, Balthasar, regnava sugli Indiani, e il terzo, Gaspar, possedeva il paese degli Arabi"). Essendo descritti come re, vengono seguiti da 12 comandanti e 12.000 cavalieri. Anche riguardo ai doni si esagera a piacere: oltre ad oro incenso e mirra vengono portati aloè, mussolina, porpora, pezze di lino, e i libri scritti e sigillati dalle mani di Dio, nardo prezioso, cannella, cinnamomo, altri profumi,oro, argento, pietre preziose, zaffiri di gran valore e perle fini. Quando la stella che li precede si spegne, loro si accampano e vanno direttamente alla ricerca del bambino. Se dovessimo fare un presepe basato su queste descrizioni, sarebbe il caso di iniziare a lavorare intorno a marzo, facendosi aiutare da esperti modellisti di Warhammer...
  • nel Vangelo dell'infanzia arabo-siriaco, segnalato da H. Sike nel 1697, che viene fatto risalire almeno al VI secolo : il racconto è più lungo, ma ancora non si parla di numero, nomi e regalità. Si parla, invece, di riti basati sul fuoco (assolutamente inutili per gli scopi di questo post, ma molto folkloristici)
Esistono ulteriori scoperte archeologiche che mostrano che già nel IV secolo la tradizione popolare prevedeva la presenza di un numero di 3 Magi. Come vedremo, il numero - assolutamente non certificabile - viene probabilmente derivato dai doni.

Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo
NOTA: il riferimento alla stella è molto vago. La stella è stata vista sorgere, ma non è descritta. Più avanti, però:

Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché
giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.
Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia.
Matteo usa una descrizione popolare, secondo la quale la stella sembra muoversi (li precedeva, giunse, si fermò), ma non ne parla come di una cometa. Questa tradizione, infatti, inizia ai tempi di Giotto, che, dopo aver visto direttamente, nel 1301 la cometa di Halley, la utilizzo, fra 1305 e 1310, nell’affrescò nella Cappella degli Scrovegni a Padova. Ma la Halley sarebbe arrivata troppo presto (12 a.C.).

Esistono altri possibili fenomeni storicamente accertati che potrebbero spiegare la descrizione della cometa? A quanto pare (stesso articolo di Cardini sopra citato, ma anche la Wikipedia) parecchi (attenzione alle date, ci torniamo dopo):
  • Keplero segnalò che nel 7 a. C. i due pianeti Giove e Saturno si congiunsero per ben tre volte, con effetto ottico di straordinaria brillantezza
  • nel febbraio del 6 a.C. si registrano le congiunzioni di Giove con la Luna e di Marte con Saturno nella costellazione dei Pesci
  • gli astronomi cinesi segnalarono nel 4-5 a.C. un fenomeno astrale, probabilmente una nova (purtroppo le annotazioni non sono così precise da poterlo stabilire con esattezza), che fu visibile anche in presenza del sole per circa 70 giorni, nelle costellazioni dell’Aquila e del Capricorno. Alcune descrizioni riportate da apocrifi sembrano aderenti a questa ipotesi che, come quella degli eventi del 7 a.C. fu proposta come possibile spiegazione già da Keplero
Le diverse ipotesi (nova, cometa, congiunzione planetaria) sono riprese più approfonditamente in questo testo di Giovanni Pellegri.

Trovo interessante, in questo articolo, la nota finale relativa all'ipotesi della congiunzione astrale di Giove e Saturno:

Se forziamo questa ipotesi fino in fondo si può immaginare che i Magi prepararono la partenza alla data della prima congiunzione (29 maggio del 7 a.C.), giunsero a Gerusalemme dopo un viaggio di circa 900 km durante la seconda congiunzione (29 settembre), e adorarono Gesù appena nato a Betlemme nell'autunno dell'anno 7 a.C. Si può escludere che la nascita di Cristo sia avvenuta in dicembre (data della terza
congiunzione) visto la presenza di pastori e greggi all'aperto.


Sull'ultima frase ritorneremo a breve.

Questa ipotesi, infatti, spiegherebbe la frase "al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia", che, almeno a me, fa pensare che la stella sparisse e ricomparisse (altrimenti perchè avrebbero dovuto provare gioia, se la stavano vedendo e "seguendo" da tempo?). La data del 7 a.c., ed i periodi dell'anno in cui sarebbe stata visibile, poi, ben si sposano con le altre ipotesi di date che vedremo nel seguito.

[i sommi sacerdoti e gli scribi] gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché
così è scritto per mezzo del profeta: ..."
Betlemme, potrebbe sembrare un punto assodato, ma ci torniamo.

Entrati nella casa,
Nota: casa, non stalla, non grotta. Teniamolo presente, anche di questo parleremo dopo.

videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono
i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
Quindi: oro, incenso e mirra (che è una resina odorifera) derivano direttamente dal Vangelo.
Si tratta di doni ricchi, se è vero che Plutarco narra, nella Vita di Alessandro che Alessandro Magno, dopo la conquista di Gaza, prelevò dal bottino di guerra 500 talenti di incenso e 11 di mirra come dono per il suo precettore Leonida.
Come già accennato, probabilmente la tradizione dei 3 Magi nasce dal fatto che i doni erano 3, ma sarebbe un po' ingenuo considerare valido questo numero, sulla base di queste sole considerazioni.

Per finire, notiamo che Giuseppe (il Giusto, per Matteo) non compare esplicitamente in questo punto (ma non è significativo per poter dire che ci fosse o meno), nonostante sia parte dell'intero racconto della Natività, uno dei destinatari della rivelazione che gli perviene attraverso un angelo, in sogno. Luca e Matteo, (ma questa ce la risparmiamo, in questa sede, perchè è molto lunga e complessa, oltrechè fuori tema), secondo l'interpretazione cattolica, sono concordi nei due testi nell'identificare la verginità di Maria.

Passiamo a Luca che, decisamente più ricco di particolari, ci permetterà di portare avanti i discorsi rimasti in sospeso:

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il
censimento di tutta la terra
. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio.
Con queste frasi di Luca, introduciamo il problema della possibile identificazione temporale, non solo relativa all'anno, ma, già che ci siamo, anche al periodo dell'anno.

Partiamo proprio da quest'ultimo, premettendo che dovrebbe essere ben chiaro a tutti (lo è, certamente, agli esperti) che, ad oggi, non esiste alcun documento che ci permetta di conoscere con esattezza la data di nascita di Cristo e, di conseguenza, il 25 dicembre deve essere considerato solamente una convenzione.

E' però curioso notare che studi recenti (citati, per es., dal professor Tommaso Federici nel 2000), renderebbero plausibile la data del 25 dicembre come storica e tramandata e non, quindi, come sostituzione (decisa nel IV secolo) della festa pagana del Sol Invictus, come ancora attualmente ritenuto valido dalla grande maggioranza degli esperti. Se volete i dettagli seguite il link, ma giusto per fare un riassuntino:
  • il Vangelo di Luca dice che Zaccaria, della classe di Abia, il futuro padre di Giovanni Battista, era di turno al tempio quando l'angelo Gabriele gli comunica la nascita del figlio 9 mesi dopo.
  • uno studioso ebreo (non un cristiano, quindi esente da sospetti), Shemarjahu Talmon, ha ricalcolato, partendo dai rotoli del Mar Morto (notiamo che la scoperta archeologica è degli anni 1947-1956, cosa che spiega come mai questi studi siano così recenti), le tabelle di avvicendamento al tempio delle diverse classi sacerdotali, indicando che una delle due date possibili del turno di interesse poteva essere tra il 24 ed il 30 di settembre (interessante notare che gli ortodossi festeggiano l'annuncio a Zaccaria il 23 settembre, ovvero proprio in corrispondenza del periodo indicato) era una delle due date possibili per il turno di Zaccaria
  • sempre Luca ci comunica che la differenza d'età tra il Battista e Gesù era di 6 mesi
  • 9 mesi per la nascita del Battista + 6 ancora per la nascita di Gesù: se è buona la data del 23-25 di settembre diventa plausibilissima la data del 25 dicembre.
Attenzione: si parla di plausibilità, che viene un po' meno se si considera che c'erano i pastori con il gregge: con il freddo dei luoghi intorno a dicembre, poteva essere difficile che fossero da quelle parti e pare che anche il Talmud riporti tradizioni di transumanza dalle zone della nascita di Cristo verso aree più elevate, dai primi di novembre fino a fine marzo.

Peraltro, tutte le date fornite sono relative a partire dal turno di Abia, ma ci sono due turni per ogni classe sacerdotale: l'altro turno per Abia era dal giorno 8 al giorno 14 di 5 mesi prima.

Ora, io non conosco i calendari del tempo, quindi non sono in grado di dire se 5 mesi prima corrispondano agli attuali 5 mesi prima (ovvero, non fine dicembre, ma, presumibilmente, fine agosto decisamente più plausibile per le pecore), ma è importante notare che esiste questa alternativa.

Il difetto di questa alternativa è che non coincide con nessuna tradizione storica, mentre la data del 25 dicembre fa filotto con una serie di date utilizzate dalle varie chiese cristiane fin dai primi secoli e, tutto sommato, il solo freddo del gregge è un elemento di dubbio non così logicamente stringente: avrebbero potuto esserci greggi e pastori, eventualmente al coperto: non è in contraddizione con altre esperienze di allevamenti in altre zone del globo.

Veniamo alla questione dell'anno.
Partiamo col ricordare che il calcolo su cui si basa il nostro conteggio delle date, dovuto al monaco Dionigi il Piccolo, risale al 525 d.C., ma solo dal VIII secolo è stata adottata in Europa. Per curiosità, già che siamo qui, ricordiamo che l'anno zero non esiste, ma si parte da 1, per il semplice motivo che... il numero zero viene introdotto nel XIII secolo, prima non era noto!!!

Questo calcolo di Dionigi è stato ritenuto errato fin dal 1500.

Anche riguardo alle frasi di Luca, esistono dei problemi. Infatti, sia Matteo che Luca sono d'accordo nel dire che Gesù è nato sotto Erode il Grande, ma:
  • dalle Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio e da altre fonti si sa che Erode sarebbe morto nel 4 a.C., mentre lo stesso Giuseppe Flavio cita solo un censimento, nel 6-7 d.C. (11 anni di differenza)
  • Quirino non era governatore della Siria nell'anno 1 d.C. (ma lo è stato, molto probabilmente, tra il 4 e l'1 a.C. e certamente una seconda volta nel 6-7 d.C.).
Le presunte inconsistenze si spiegherebbero con le seguenti considerazioni:
  • il calcolo di Dionigi dell'anno 1 è errato
  • essendo l'anno di morte di Erode il 4 a.C., considerando la sua richiesta (riportata, peraltro, solo dal Vangelo di Matteo, 2,16, ma assolutamente coerente con il personaggio storico di Erode il Grande e plausibilmente non riportata in altre cronache dell'epoca, in quanto evento secondario, per dimensioni - 20/30 bambini -, rispetto ad altri eccidi dello stesso periodo, anche dovuti allo stesso Erode), alla base della Strage degli Innocenti, di uccidere i bambini sotto i due anni, la data di nascita di Gesù potrebbe essere spostata a prima del 6 a.C.
  • i tipi di censimento all'interno dell'impero romano erano diversi, quello citato da Giuseppe Flavio veniva effettuato ogni 14 anni (i censimenti, ai tempi, venivano effettuati non solo per conteggiare la popolazione, ma anche per determinare le tasse).
  • quindi, oltre a quello citato nel 6 d.C., ce ne doveva essere stato un altro, non riportato esplicitamente da Giuseppe Flavio, tra il 7-8 a.C., che potrebbe ben essere quello registrato da Cesare Augusto in Res Gestae 8:

    Poi feci un secondo censimento con potere consolare, senza collega, sotto il consolato di Gaio Censorio e Gaio Asinio, e in questo censimento furono registrati quattromilioni e duecentotrentamila cittadini romani.
  • Nel 9-8 a.C.,nella zona erano governatori Saturnino e Volumnio. A Volumnio successe Varo. In questo periodo Quirino era legato in Galazia. Ai tempi di Augusto, al legato di Siria si doveva rivolgere il procuratore della Giudea. Quirino era anche nella posizione di ricoprire, temporaneamente, la carica di Governatore, durante la successione da Volumnio a Varo, nel caso, per esempio, in cui Saturnino fosse in spedizione bellica.
  • Ai tempi i censimenti duravano fino a 2 anni, per le difficoltà di spostamento. Quindi una data plausibile, che rispetti tutti i vincoli, è tra l'8 ed il 6 a.C.
Notiamo che l'anno 7 a.C., quello in cui sarebbero avvenute le congiunzioni planetarie secondo Keplero, sarebbe assolutamente compatibile con quanto appena individuato.

Secondo la Scuola esegetica di Madrid, peraltro, non ci sarebbe neppure bisogno di ipotizzare una sostituzione temporanea di Saturnino da parte di Quirino (punto debole della precedente serie di considerazioni, in quanto, pur possibile, non sarebbe sostenibile con effettiva documentazione storica - mancante, non discorde) consisterebbe in una errata traduzione al greco dalle fonti originali in aramaico e la frase di Luca andrebbe riletta come:
Questo censimento fu antecedente rispetto a quello tenutosi quando Quirino era governatore di Siria.

Non possiamo, infine, ovviamente, scartare l'ipotesi di un errore di Luca: 'governatore' al posto che 'legato' o 'Quirino' al posto di 'Saturnino' o simili. Non sarebbe impossibile (e non sarebbe contrario a quanto espresso nella Dei Verbum, per la cui interpretazione vi rimando, per esempio, a questo testo rivolto alla formazione dei catechisti).

Semplicemente, prima di accettare l'ipotesi dell'errore conviene prima verificare se non possa essere corretto quanto scrive (cosa possibile, per quanto sopra riportato, quindi non ci sarebbe bisogno di ipotizzare errori).

Ricapitolando: porre la data di nascita di Cristo tra l'8 ed il 6 a.C., (con il 7 a.C. più probabile per diversi motivi), non lascerebbe incongruenze storiche; il periodo dell'anno si gioca tra agosto-settembre o, sorprendentemente e secondo ricerche molto recenti, intorno al 25 dicembre.

Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide,
Notiamo che Giuseppe viene indicato citando Davide, per evidenziare la discendenza regale di Cristo, motivo per cui compare nelle genealogie di Luca e Matteo.

dalla città di Nàzaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide,
chiamata Betlemme,
Quindi, Giuseppe vive a Nazaret (Galilea), ma si deve spostare a Betlemme (Giudea). Dal Vangelo di Matteo si legge anche che, dopo la fuga in Egitto, Giuseppe decide di fermarsi a Nazaret. Quindi, da Nazaret parte, va a Betlemme, fugge in Egitto, a Nazaret ritorna.
Ci soffermiamo su questo punto solo per far notare come la spiegazione del come Cristo sia nato a Betlemme (rispettando le scritture) e poi sia stato chiamato Galileo e Nazareno (a parte ulteriori significati possibili di Nazareno, che non staremo qui ad approfondire), siano chiaramente spiegati nei Vangeli: di fronte a questa chiarezza ed evidenza si resta sempre stupiti quando taluni presunti "esperti" avanzano dubbi interpretativi a questo proposito, dicendo che esistono incongruenze.
Il tutto, a volte, pure partendo dal Vangelo di Giovanni (7,41-42), nel quale vengono riportati i dubbi della folla sull'origine di Gesù:

Altri invece dicevano: "Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice forse la
Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio
di Davide?". E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui.
Ma Giovanni non si esprime in modo contrario (sarebbe stato perlomeno strano, dal momento che credeva fortemente che Cristo fosse Dio - non avrebbe messo in dubbio nè la sua origine, nè le scritture) e parla chiaramente della "gente", non esprime (non qui, almeno: altrove - che so, nel prologo - è molto esplicito) ciò in cui lui crede.

Torniamo a Luca:

per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre
si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla
luce il suo figlio primogenito,
Qui è necessaria una piccolissima divagazione, perchè questa parola "primogenito" è continuo oggetto di fraintendimenti (un po' come quando si discute dei fratelli di Gesù): "primogenito" è un termine legale (al primo nato spettavano particolari diritti [Dt 21,15-17] e i genitori dovevano presentarlo al tempio e pagare un "riscatto", secondo [Num. 18,15] come spiegato approfonditamente da questa fonte ebraica), non indica il primo di n figli. Ci sono moltissimi esempi nella Bibbia, ma mi sembra significativo un esempio extra-Bibbia: nel 1922 è stata scoperata una iscrizione greca in un cimitero giudaico in Egitto, del V sec. a.C. che dice:

"La sorte mi condusse al termine della vita nel dolore del parto del mio primogenito figlio".

Per semplice logica questo "primogenito" era senza dubbio anche "unigenito" e, quindi, questa frase mostra una volta per tutte come tale termine venisse utilizzato anche nel caso di figli unici.

lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per
loro nell'albergo.
Gesù viene quindi deposto in una mangiatoia, di cui non vengono forniti particolari descrittivi, avvolto in fasce. Non c'era posto nell'albergo, non è che non potessero permetterselo.
Giuseppe, anzi, era un carpentiere e poteva essere anche benestante, secondo alcuni.

Non si parla, almeno non esplicitamente, nè di grotta, nè di stalla, anche se la stalla potrebbe essere indotta dalla presenza di una mangiatoia.

Le prime indicazioni della grotta si hanno in da Giustino (155-160 d.C.) in uno scritto indirizzato all'ebreo Trifone, accompagnate da dettagli che indicavano la grotta del parto.
La tradizione cristiana riprende da Origene (Contra Celsum - 248 d.C.) il fatto che si tratti di una grotta:

A proposito della nascita di Gesù... se qualcuno dopo il vaticinio di Michea, e la storia scritta nel Vangelo dai discepoli di Gesù, desidera altre prove sappia che si mostra a Betlemme la caverna nella quale è nato, e nella caverna la mangiatoia dove fu avvolto in fasce. E quello che si mostra è così conosciuto in questi luoghi, che anche gli estranei sanno come Gesù è nato in una grotta.

La stessa grotta è stata descritta da San Girolamo intorno al 400 d.C.

Quella grotta esiste ancora e la si può visitare. Era vicina al caravanserraglio (con il quale molti identificano l'albergo di Luca) e presenta pure una mangiatoia nel muro. Purtroppo, probabilmente non è la mangiatoia originale, pur essendo nello stesso punto di quella originale.
Grotte simili erano, quindi, usate anche come stalle, oltre che come ricovero per i viandanti.

Alcuni evidenziano una presunta contraddizione tra la casa citata in Matteo e questa tradizione della grotta.
La contraddizione viene aumentata aggiungendo, arbitrariamente (nella mia piccolissima esperienza, dentro e fuori dal Web, di argomenti legati all'interpretazione del Vangelo, non ho mai visto citare altre fonti oltre al Vangelo di Matteo, che, però, non ne parla) che la casa era di proprietà di Giuseppe.
Personalmente fatico a vedere una contraddizione seria tra 'casa' e 'ricovero momentaneo' (sarà che, con 15 traslochi nei primi 30 anni di vita, chiamare 'casa' una foresteria non mi è mai sembrato strano), soprattutto nel contesto considerato e dopo che si elimina l'invenzione della proprietà della casa di Giuseppe. Strano, inoltre, che abbia visto questa obiezione citata solo da commentatori minori (anche autodidatti...) e mai in esegeti, pur protestanti o non credenti, di un certo livello...

Di grotta e stalla, entrambe e distinte, per non farsi mancare nulla, nel solito tentativo di superare le difficoltà dei testi canonici, parla, invece, l'apocrifo di pseudo-Matteo:

l'angelo ordinò di fermare il giumento, [...] e di entrare in una grotta sotto una caverna. Qui generò un maschio, circondata dagli angeli mentre nasceva [...] Tre giorni dopo la nascita del Signore nostro Gesù Cristo, la beatissima Maria uscì dalla grotta ed entrò in una stalla, depose il bambino in una mangiatoia, ove il bue e l'asino l'adorarono.

Come ha fatto notare monsignor Ravasi su Avvenire, pochi giorni fa, è con lo pseudo-Matteo sopra citato che vengono introdotti bue ed asino, ma già nel IV secolo l’arte li aveva presentati nel sarcofago romano del "Museo Pio" e in quello di "Stilicone" della Basilica di Sant’Ambrogio a Milano e già Origene nel III secolo rimandava al passo di Isaia 1,3 (Il bue conosce il proprietario e l'asino la greppia del padrone, ma Israele non conosce e il mio popolo non comprende) con lo scopo, evidenziato anche dalla Wikipedia, di ricordare"il popolo ebreo e chi non ha riconosciuto la venuta del Messia, a differenza dei pastori e dei Magi."

C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la
guardia al loro gregge.
Ok anche per i pastori ed il gregge, ne abbiamo parlato prima. Restano aperte le possibilità che si fosse in agosto-settembre (più probabile) o che si fosse in dicembre e ci fossero comunque le pecore (difficile, ma non impossibile).

Resta la questione degli angeli. Non pretendo di verificarne storicamente la presenza, la cito solo per completare il ricordo, con scopo più di supporto alla costruzione di un presepe che altro.

Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: "Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia. [...] E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste [...] Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, [...]

Quindi, si tratta di più angeli, anzi, di un esercito.

Se volete fare un presepe bello completo, per l'anno prossimo, vi conviene iniziare a pensarlo oggi: tra l'esercito di angeli ed il seguito dei Magi, rischiate di impiegarci un po' di tempo...

Bye

    Depa

[... continua ...] Leggi tutto

giovedì 20 dicembre 2007

Wanted



Lo cercano, lo braccano.

Me lo vedo, affannato a scappare e a nascondersi, al polo. Magari latitante a casa d'altri (probabilmente nella fortezza di ghiaccio di Superman, vicino di casa).

Sarà difficile che lo prendano: bimbi di tutto il mondo hanno provato a stare alzati la sera per coglierlo sul fatto mentre scendeva dal camino e non ci sono riusciti. E i bambini sono testardi, lo sapete.

Nonostante l'evidenza dei doni che arrivano ogni anno in tempo c'è chi inizia (si fa per dire: sono anni che su Internet gira questo testo ignomignoso, sia via e-mail che su post che, pur non spacciandola come farina del proprio sacco, non facevano nulla per evidenziare il lavoro di copiatura) a porre il tarlo del dubbio: Babbo Natale non esiste, e se esisteva è morto.
La cosiddetta dimostrazione si basa sui seguenti macro-punti:
1. difficoltà di reperire renne volanti
2. Carico di lavoro e velocità relativa sproporzionati
3. La massa da spostare, la velocità richiesta e l'attrito vaporizzerebbero mandrie di renne e conducente

Che il testo faccia acqua da tutte le parti è già accennato nel paragrafo di critica della voce riportata della Nonciclopedia, ma sembra fondamentale affrontare la questione seriamente e più approfonditamente, perchè non è accettabile che si possa trattare così una persona anziana, che non fa altro che il suo lavoro e non disturba neppure.
Vorrei vedere come ci rimarreste voi, se qualcuno dicesse che non esistete solo perchè sul mio blog non vedo gli hits.
E finchè non vi vedo, sono autorizzato a pensare che il mondo sia popolato da una ventina di persone.



Nessuna specie conosciuta di renna può volare, d'accordo.
Ma possiamo dire che conosciamo le renne di Babbo Natale? Qualcuno ha delle foto? No, ovviamente, e non perchè si sono vaporizzate, (ci torniamo dopo), ma solo perchè stiamo parlando di professionisti, che non si fanno beccare così facilmente.

I calcoli sui tempi a disposizione per le diverse azioni richieste a Babbo Natale non li ho controllati, ma mi sembrano plausibili.
Sappiamo, peraltro, che, per chi si avvicina alla velocità della luce, il tempo si dilata. Il suo minuto sarà lunghissimo, rapportato ai nostri, ma per lui resterà sempre un minuto. Quindi la relatività sembra non essere adatta per spiegare il tutto: Babbo Natale potrebbe sì spostarsi velocemente da un posto all'altro, ma avrebbe molto meno (del suo) tempo (rispetto al nostro) a disposizione per le diverse azioni, se andasse sempre alla velocità della luce.

La soluzione si potrebbe ottenere per simmetria, però: se un essere andasse così lento, ma così lento, che potesse considerare la nostra velocità paragonabile a quella della luce, beh, ...nessuno lo ha mai provato..., ma niente di più facile che possa vedere una contrazione del tempo, al posto che dilatazione.

Il che non entra in contraddizione con la necessità di spostarsi super-velocemente da un punto all'altro: cosa c'è di meglio, dopo una bella corsa, per riposarsi un momento, che fermarsi ed andare così piano che non si può neppure immaginare quanto sia piano? Andando ad una velocità che sarebbe da moviola anche per Achille nella parte finale della gara contro la Tartaruga, potrebbe riuscire a fare tutte quelle cose, con calma, in un nostro millisecondo (non ho fatto i conti, ho buttato lì un numero, giusto per capirsi).

A nessuno sarà sfuggito che non conviene andare così piano: si riuscirebbero, paradossalmente, a fare un sacco di cose, ma si invecchierebbe in pochissimo tempo, ovvero, esattamente il contrario di chi va alla velocità della luce, che non invecchia rispetto a chi sta in coda in tangenziale (a proposito, non lamentatevi più, pensate a questo lato positivo...).

Come fa a non invecchiare di botto, Babbo Natale? Beh, facile, no? La velocità calcolata che le renne dovrebbero tenere secondo la presunta dimostrazione è ancora troppo bassa rispetto a quella della luce, ma si tratta di un calcolo della velocità minima che dovrebbero mantenere. Ma potrebbero pure andare più veloci, no? Chi glie lo vieta? E quando va così veloce, recupera il tempo perso.

Quindi, ricapitoliamo fino a qui: Babbo Natale si sposta a velocità vicina a quella della luce tra una casa e l'altra, poi rallenta di botto per fare tutte le operazioni necessarie nelle case. Le due velocità estreme (meno dello 0 assoluto e velocità della luce) si bilanciano completamente e Babbo Natale non invecchia troppo in fretta.
Il fatto che sia vecchio, comunque, fa pensare che tenda ad andare più verso il piano che verso il veloce; quindi cerca di godersela un po', di mangiarsi tutti i doni dei bambini, quindi ingrassa; torna tutto, no?

Ora: il calcolo del peso del carico e del numero delle renne della dimostrazione sembra un po' forzato e basato su ipotesi non immediatamente condivisibili. Infatti:
  • è noto che le renne di Babbo Natale sono effettivamente 8 (non 9 come ipotizza il testo ad un certo punto, ma solo 8: la slitta sarebbe sbilanciata con un numero di renne dispari), tanto che ne sappiamo pure i nomi: Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donder, Blitzen. [Questo implica una sorta di avvistamento o una fuga di notizie: credo da parte di qualche elfo, ma non insisterei troppo su questa storia delle fonti, non vorrei spaventare i nostri informatori, che talvolta vengono usati anche per cancellare qualche marachella dal registro di Babbo Natale, per riuscire ad essere tra i buoni, ogni tanto]
  • questo porta a dire che il calcolo del peso, pur corretto a prima vista, debba essere in qualche modo "pesato" (matematicamente parlando e scusate il gioco di parole assolutamente cercato) in modo diverso
  • il tutto è anche indotto da un'altra considerazione banale: la scatola di Lego cui si fa riferimento, del peso di 1Kg, ha anche una dimensione di qualche decina di centimetri per lato. Non conosco le misure esatte, ma è evidente che, prima del problema del peso, bisognerebbe considerare il problema dell'ingombro e quello di non far cadere questi pacchi fuori dalla slitta.
  • eppure questi regali arrivano, quindi non cadono dalla slitta e neppure caricano di un peso così elevato le renne
  • tanto più che, nell'ipotesi sopra riportata di velocità vicine a quella della luce, mentre il tempo si restringe, la massa aumenta e basta un peso infinitesimo a velocità normale, per avere un peso infinito a velocità della luce (cosa che, secondo alcuni, creerebbe un'inerzia così elevata da rallentare la massa quel tanto da non farla arrivare mai alla velocità della luce; e, infatti, il fotone non ha massa, etc. etc.)
Date tutte queste premesse, basta cercare un modo per trasportare una massa così enorme in modo molto semplice. Il che ci fa venire in mente immediatamente almeno due soluzioni (non possiamo escludere che ce ne siano altre, ma di queste abbiamo ampia documentazione, scritta e filmata, alla faccia del CICAP):
  • la borsa di Mary Poppins
  • le tasche di Eta Beta
Non credo che sia possibile discutere: sappiamo bene tutti che entrambe queste soluzioni permettono di trasportare senza alcuna difficoltà quantità enormi di oggetti. Evidentemente, per affinità, sarei per sostenere l'ipotesi che il sacco di Babbo Natale si avvicini più alla borsa di Mary Poppins, che alle tasche di Eta Beta. Inutile, in questa sede, scendere in spiegazioni scientifiche oramai di pubblico dominio (dimensioni parallele, l'altro lato del buco nero, etc. etc.) e che potrebbero, semmai, essere oggetto di altri approfondimenti.

Quindi: il carico apparente è quello riportato dalla dimostrazione, ma quello effettivo è molto inferiore, stimabile, a occhio, intorno ai 20Kg massimo.

Il che ci permetterebbe di avere ancora dei dubbi sulla possibilità di avvicinarci alla velocità della luce. Senza contare che, ben prima di quella velocità, le renne si dovrebbero vaporizzare comunque.

Se non fosse per un fatto banale, che sembra sfuggire agli autori dell'abominevole trattato: dove vive Babbo Natale? Al polo. E cosa vive al polo? le foche (anche altri animali, ma ci servono le foche, ora). E cosa si estrae dalle foche? Il grasso di foca. Ovvio: è una delle cose più adatte per ridurre l'attrito, molto molto usato da chiunque viaggi a velocità della luce, per ridurre significativamente i rischi di vaporizzazione. Non basta. Cosa succede quando stai per vaporizzarti? Cresce enormemente la temperatura. Proprio qui vi volevo: perchè credete che parta dal polo, con tutti quei ghiacci e quel freddo?
Non basta ancora. Come ridurre la crescita della massa ad altissima velocità? Non si riduce, quello che resta dell'effetto vaporizzazione, che aumenta con la velocità, riduce la massa che pure aumenta con la velocità, mantenendo stabile il sistema e dando torto a chi fa quei ragionamenti errati che ho riportato sopra riguardanti l'inerzia che cresce al crescere della velocità: quindi, si arriva alla velocità della luce con la stessa massa con cui si era partiti.

Il Presidente (ma sì che ve lo ricordate, è proprio quello citato in un precedente post) che per primo, pur in disaccordo con la dimostrazione medesima, mi ha girato la dimostrazione della non esistenza di Babbo Natale, mi ha fatto notare che - cito - l'iconografia natalizia relativa alla partenza e durante la parte visibile del volo (in effetti occhio umano non può percepire oggetti volanti prossimi alla velocità della luce) vengano emesse scie di stelline, per lo più dai pattini e dagli zoccoli delle renne. Questi in effetti toccando suolo potrebbero avere perso parte della protezione del grasso di foca. Le stelline sembrerebbero essere massa vaporizzata, nota angli esperti come plasma ionizzato, da cui la loro luminescenza.

Spero di essere stato abbastanza chiaro, nonostante l'evidente complessità degli argomenti trattati.

Fossi in voi (quelli sobri, intendo), prima di chiudere sarei indotto ad una o tutte le seguenti osservazioni:
  • il pusher del Depa fornisce roba proprio buona
  • per scrivere tutta quella roba bisogna averne, di tempo da buttare, la prossima volta che si lamenta di essere pieno di lavoro...
  • si potrebbe sprecare inutilmente tempo in almeno una decina di modi più interessanti, compresa la catalogazione delle malattie dei lombrichi
  • il Depa fa parte dell'ufficio stampa di Babbo Natale e il pezzo lo ha scritto con cognizione di causa (che sia proprio lui l'elfo informatore?)
  • oramai tutte quelle ore sveglio al computer stanno facendo il loro effetto, la va a pochi...
  • il Depa avrebbe fatto meglio a fare l'avvocato, al posto che l'ingegnere (sia per le capacità di difesa che per la scarsità di competenze tecnico/scientifiche)
  • tutto quel tempo perso per scrivere un sacco di cavolate: è evidente che non c'è bisogno di ricorrere alla teoria della relatività per spiegare il tutto, quando è sotto gli occhi di chiunque il fatto (perchè di fatto si tratta) che:
    • di Babbo Natale c'è n'è più di uno
    • pur essendo in tanti, partono pure prima del tempo
    • non sono invisibili, nè super-veloci, anche se sono molto furbi: si fanno passare per addobbi natalizi che ricordano (con ironia, pure, pensate all'umorismo dietro questa palese presa in giro!!) Babbo Natale (a volte anche in cordata, a sottolineare ancora più il loro spregio alla nostra intelligenza) calati giù dai balconi e dai tetti
  • non si può conoscere nulla e possiamo solo sapere di non sapere, etc. etc.
  • ...
Vi risparmio il resto, siamo quasi sotto Natale, siamo tutti un po' più buoni.

Resto, comunque, a disposizione per eventuali approfondimenti, non lasciatevi ingannare da falsi ragionamenti: Babbo Natale è vivo e sta bene.

Bye
    Depa
P.S.: Potrei prendere un Nobel per i contenuti scientifici di questo post, ma non fatene troppa pubblicità, ve ne prego, perchè nel periodo in cui consegnano i Nobel avrei intenzione di andare in ferie.

[... continua ...] Leggi tutto